“Un confronto per portare avanti un disegno condiviso con cui plasmare una politica industriale efficace e calibrata sulle esigenze del territorio”. Così il presidente della Giunta regionale, Vito Bardi, ha esordito oggi introducendo l’incontro con le associazioni di rappresentanza delle imprese (Confindustria, Confapi e Confimi). Un momento di discussione fortemente voluto dal presidente che intende registrare aspetti, proposte, criticità e condizioni direttamente dai protagonisti del tessuto produttivo lucano.
Tra i temi trattati l’internazionalizzazione delle imprese, la ricollocazione di fondi Pnrr, la Zes unica, l’impiantistica idrica per le industrie, la logica delle filiere e delle aggregazioni per affrontare le sfide del mercato globalizzato, la necessità di pubblicare nuovi bandi, di riprogrammare le risorse disponibili a favore della competitività del territorio e di riequilibrare il rapporto tra strumenti finanziari e sovvenzioni.
L’assessore regionale alle Attività produttive, Francesco Cupparo, soffermandosi sulla richiesta di attivare nuovi bandi, ha sottolineato come nei precedenti avvisi almeno il 30-40% degli imprenditori interessati si è chiamato fuori perché a corto di liquidità. Ecco il problema principale, di fronte al quale – ha spiegato Cupparo – occorre individuare una banca disponibile ad assistere gli imprenditori”. L’assessore ha chiesto la massima collaborazione alle associazioni presenti all’incontro per individuare una strategia d’intervento: “Francamente – ha detto Cupparo – non so se conviene fare un bando ex novo o procedere allo scorrimento di quelli già esistenti. Anche perché farne uno nuovo significa allungare i tempi. Dobbiamo prendere insieme la decisione”.
Sulla questione idrica legata alla produzione industriale è stato segnalato come nell’area industriale di Tito alcune aziende abbiano avuto problemi di approvvigionamento. Tra gli imprenditori si sta facendo strada l’idea di realizzare, con fondi propri, pozzi al servizio delle aziende. Ma le procedure autorizzative che toccano aspetti ambientali – è stato fatto rilevare – richiedono tempi non sincronizzati con le esigenze immediate delle imprese.