Il tradizionale cesto natalizio sotto l’albero di Natale con i prodotti enogastronomici del territorio è anche quest’anno la tendenza più diffusa delle festività nonostante un calo di consumi tra il 10 e il 12 per cento rispetto all’anno precedente. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori della Basilicata. E vanno bene anche i cesti in “taglia ridotta” rispetto agli anni scorsi, che il 29 per cento dei consumatori riempirà con prodotti locali e “bio”. Messe da parte le mode esterofile, infatti, vince assolutamente il “made in Italy” e tra i prodotti più gettonati, ci sono vino, spumante, panettone e torrone tradizionale, seguiti da salumi, conserve, olio extravergine d’oliva, miele e formaggi tipici. Cambia anche la modalità di acquisto, più attenta e misurata. Oltre l’80 per cento delle famiglie oggi guarda al miglior rapporto qualità/prezzo ed è anche questo che premia i punti vendita più convenienti come le aziende agricole e agrituristiche e i mercatini natalizi, con un incremento della “spesa in campagna” del 7 per cento sullo stesso periodo del 2013 -osserva la Cia-. Sono tanti, infatti, gli italiani che in questo periodo si stanno recando nelle aziende agricole che fanno vendita diretta e nei mercatini allestiti dagli agricoltori, soprattutto nelle zone rurali e periurbane. Una scelta che premia non solo la qualità, la tipicità, la freschezza e la salubrità dei nostri prodotti agricoli, ma alleggerisce lo scontrino. Nelle aziende agricole, infatti, si acquista a prezzi molto più contenuti rispetto a quelli praticati da supermercati e centri commerciali.
Il direttore regionale della Confederazione di Potenza, Luciano Sileo, mette in guardia i consumatori lucani dalle offerte speciali, promozionali e di grandi sconti natalizi di discount e supermercati che si basano essenzialmente su produzioni extracomunitarie e straniere e purtroppo anche su prodotti «taroccati».
Non solo negli esercizi della grande distribuzione organizzata, ma persino dal mercatino di quartiere – aggiunge – è molto diffuso trovare al posto delle arance e dei mandarini del Metapontino, gli agrumi del Marocco e della Tunisia, al posto delle mele della Val d’Agri quelle di provenienza del Nord-Europa, invece dei peperoni di Senise ortaggi di ignara provenienza. Una strada per risparmiare senza rinunciare alla qualità – ricorda la Cia lucana – c’è attraverso «la spesa in campagna», progetto a cui aderiscono i titolari di una quarantina di aziende agrituristiche di cui 18 in provincia di Potenza e 12 in quella di Matera (l’elenco completo è consultabile al sito www.laspesaincampagna. net dove è possibile individuare la mappa e persino scaricare il software per la navigazione Gps per raggiungerle). Obiettivo centrale è quello di avvicinare il consumatore in modo consapevole ai prodotti della sua area territoriale e rurale creando un rapporto più stretto dei produttori con i cittadini. E, cosa non da poco, garantire un risparmio tra il 20 e il 30% per una spesa media di 100 euro.