A distanza di oltre due mesi dalla presentazione dello stato di conservazione dei resti della Balena Giuliana e dell’e iniziative per restauro e fruizione si registrano i primi risultati.
La Scuola di Alta Formazione per il Restauro attiva nel complesso di Santa Lucia Nova con accesso da via La Vista a Matera informa che si sta concludendo in questi giorni il modulo didattico “Restauro dell’osso, dell’avorio e dei materiali cornei’: quest’anno le studentesse del PFP4, 69°/70° corso, hanno avuto l’occasione di intervenire sulle ossa fossili della Balenottera del Pleistocene, detta “Balena Giuliana”, rinvenuta sulle sponde del lago di San Giuliano e attualmente conservata presso il Museo Nazionale di Matera “Domenico Ridola”. Nel corso della settimana sono state impiegate diverse metodologie di intervento in relazione alle complesse problematiche conservative. L’attività è stata possibile grazie alla collaborazione con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio della Basilicata ed il Museo Nazionale di Matera.
Soddisfazione è stata espressa in merito dal sindaco di Matera, Domenico Bennardi “Da quando abbiamo aperto le casse, Giuliana è tornata a vivere. Un plauso all’ICR e al Museo Nazionale di Matera per aver creduto insieme al sottoscritto su questo straordinario fossile”
Di seguito le informazioni sulla Balena Giuliana
Il 27 dicembre 2000 sulla sponda orografica sinistra dell’invaso artificiale di San Giuliano, costruito negli anni cinquanta con uno sbarramento sul fiume Bradano, a pochi chilometri da Matera è stato rinvenuto dal signor Gianfranco Lionetti lo scheletro fossile di una grande balenottera risalente a 1 milione e mezzo di anni fa, recuperato e conservato oggi all’interno di alcune casse di legno nel Museo archeologico nazionale Domenico Ridola di Matera, aperte il 29 marzo scorso. Fu ribattezzata la balena Giuliana.
Tra i primi ad occuparsi di questa importante scheletro fossile è stato il giornalista scientifico Renato Sartini, che ha invocato nel corso di questi anni l’apertura di queste casse per studiarli, restaurarli e fare in modo che tutti possano vederli. A distanza di 20 anni la nuova Amministrazione Comunale di Matera, guidata dal sindaco Bennardi, prova a passare dalle buone intenzioni ai fatti concreti. E per far si che questo accada nella giornata di giovedì 17 dicembre è stato promosso un incontro online che ha coinvolto il primo cittadino Domenico Bennardi e rappresentanti di Soprintendenza, Università di Pisa, Museo Ridola e il divulgatore scientifico Renato Sartini.
il paleontologo del dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa, Giovanni Bianucci, ha fatto il punto sullo stato di conservazione dei resti della Balena Giuliana: “L’apertura delle casse ci ha permesso di scoprire che abbiamo a disposizione quello che è rimasto della balena quando è stata ritrovata: gran parte del cranio, un arto, la scapola, il radio e l’ulna, alcune falangi, gran parte della colonna vertebrale, circa 4 metri, con corpi vertebrali imponenti, in parte erosi perchè si trovavano in prossimità della riva del lago e diverse costole, alcune lunghe fino a 3 metri. Abbiamo anche la culla timpanica, la parte dell’osso dell’orecchio, un elemento importante perchè ci permette di riconoscere il tipo di balena ritrovata, insieme ad alcuni caratteri del cranio. Siamo di fronte ad una balenottera, che ha elementi di forte affinità con la balenottera azzurra attuale, nome scientifico balenottera musculus. La lunghezza, secondo una stima al ribasso, è di 26 metri e il fossile risale a 1 milione e mezzo di anni fa. Poi abbiamo ritrovati nei pressi del fossile una serie di molluschi, resti di vegetali, lische di pesci che sono importanti per capire cosa è successo a questa carcassa quando è caduta sul fondo marino e le sue ultime fasi prima di essere completamente interrata”.
La direttrice del Museo Nazionale di Matera, Annamaria Mauro: “Avvieremo nei prossimi giorni la progettazione del restauro appena Bianucci ci consegnerà la relazione per arrivare a stimare l’importo necessario per avviare i lavori. E laddove il Museo non ha somme destinate a questo recupero, a Roma ho già investito le professionalità competenti per sapere quanto sia possibile avere per un finanziamento mirato che possa coprire sia il restauro che la valorizzazione. Immagino un restauro che sia visibile alla comunità e ai visitatori, un restauro informativo e comunicativo, anche immersivo, con questo fossile che galleggia nell’acqua, una proposta che ritengo importante perchè ci fa conoscere la storia di questo fossile e interessante per capire anche quanto lavoro c’è dietro un restauro”.
I tempi per concludere il restauro? “Io spero che si possa concludere entro il mio mandato, che scade tra 3 e anni e mezzo”.
Il sindaco Bennardi: “Dobbiamo candidare la Balena Giuliana e l’area in cui è stata trovata a patrimonio mondiale Uneso. Abbiamo tra le mani il fossile più grande scoperto al mondo, più grande del più grande dinosauro mai scoperto”
Michele Capolupo
La fotogallery dei lavori di restauro affidati agli studenti e alle studentesse dell’ICR sulla balena Giuliana (foto w ww.SassiLive.it)