Non ci piace l’esclusione del commercio al pari delle attività libero professionali, da “ Resto al Sud” la nuova misura prevista nel “decreto Sud” a sostegno della nascita e della crescita di nuove imprese giovanili del Mezzogiorno. E’ il commento del presidente di Confesercenti Potenza Giorgio Lamorgese. L’intervento agevolativo sarà rivolto ai giovani tra i 18 e i 35 anni di età residenti in Abruzzo, Molise, Sardegna, Basilicata, Puglia, Campania, Calabria che hanno costituito o intendono costituire imprese individuali o società, comprese le cooperative, con sede legale o operativa in una di tali regioni. Sono agevolati i progetti relativi alla produzione di beni nei settori dell’agricoltura, dell’artigianato o dell’industria, ovvero relativi alla fornitura di servizi a favore delle imprese appartenenti a qualsiasi settore ma sono escluse le attività libero professionali e del commercio. Gestore della misura sarà Invitalia.
Nel sottolineare che nei primi nove mesi del 2016 le attività con titolari under 35 in provincia di Potenza sono complessivamente 4.170 (il 10,9% del totale) un dato da primato per le regioni del Sud Lamorgeseevidenzia che si tagliano fuori proprio i giovani che vogliono intraprendere un’attività nel settore commercio. Una volontà che abbiamo fortemente registrato – aggiunge – nel corso degli incontri che abbiamo promosso nelle settimane scorse con Confartigianato per illustrare le opportunità del pacchetto di agevolazioni CreOpportunitàvoluto dalla Regione per favorire e stimolare l’imprenditorialità lucana mediante il sostegno all’avvio ed allo sviluppo di nuove iniziative imprenditoriali come in occasione di Trend 3.0 Abaco per le giovani generazioni a Potenza verificando una ripresa di interesse dei giovani per iniziative nei settori della trasformazione dei prodotti agricoli, dei servizi, del commercio, dell’artigianato, del turismo, della cultura, dell’intrattenimento, del sociale.
I nuovi giovani ‘capitani d’impresa’ sembrano puntare parecchio su settori ad alto valore aggiunto. Fra i settori tradizionali si segnalano, infatti, il Commercio con il 29% delle imprese di under 35 registrate a fine settembre, le Costruzioni (14%) e le Attività dei servizi di alloggio e ristorazione (10%). Fra quelli ad alto valore aggiunto spiccano le Telecomunicazioni, in cui più della metà delle imprese fondate nei primi nove mesi del 2016 si deve ai giovani. Nei servizi finanziari i neo imprenditori di meno di 35 anni sono quasi la metà del totale e nelle attività imprenditoriali legate a cinema, video, programmi Tv e registrazioni musicali, le iscrizioni di imprese giovani superano il 40% del totale.
Ma – sottolinea il presidente Confesercenti – la vita dei giovani imprenditori è tutt’altro che facile e il rischio di abbassare la saracinesca del negozio anche dopo pochi mesi, come purtroppo accade specie nel capoluogo di regione, è sempre dietro l’angolo. La formazione, l’assistenza-consulenza e i serviziall’impresa – conclude – diventano perciò elementi fondamentali per garantire tranquillità di lavoro negli anni e per arginare la fuga dei giovani. Per cambiare rotta Confesercenti Giovani ha preparato dieci proposte “per l’Italia del domani”, che puntano a ridare fiato e dignità alle giovani imprese ed ai giovani imprenditori. Innanzitutto per facilitare l’accesso al credito, ma anche per la valorizzazione delle start-up con una tassazione più bassa per il primo triennio, per interventi di modifica ai fondi per gli incentivi, per ridurre la pressione fiscale, dal cuneo fiscale al costo del lavoro, per una migliore capacità di approfittare delle opportunità finanziarie offerte dall’Europa, per avvicinare scuola e impresa, imparare ad usare i nuovi mezzi di comunicazione, facilitare il passaggio generazionale, impedendo che il passaggio di mano dell’impresa preluda alla sua chiusura, sbloccare i pagamenti statali alle imprese e rilanciare i consumi.
Giu 11