Tra le oltre 215mila le imprese italiane che vantano ancora crediti con la Pubblica Amministrazione – secondo i dati di un rapporto del Centro studi di Unimpresa – ci sono oltre un migliaio di pmi della provincia di Potenza. Per ciascuna di esse la media degli arretrati dei pagamenti è tra i 150 e i 200mila euro (media nazionale 322mila). A sottolinearlo è Rete Imprese Italia della provincia di Potenza evidenziando che il Governo Renzi ha annunciato un ulteriore intervento dopo i 21,5 miliardi già pagati nel corso degli scorsi mesi che hanno portato lo stock di arretrati da 91 miliardi a 69,5 miliardi.
Per Rete Imprese Italia della provincia di Potenza – costituita da Casartigiani, Confartigianato, Cna, Confcommercio e Confesercenti – il ruolo essenziale delle microimprese è espresso con l’andamento dell’occupazione che in provincia di Potenza nel periodo 2001-2011, per le imprese sino a 20 addetti, segna un incremento di 502 unità (1,1% in più) rispetto ai 4.316 posti di lavoro persi nel decennio in esame nelle aziende con più di 20 addetti.
Per gli effetti diretti sull’occupazione oltre che sui sistemi di economia locale – è scritto nella nota – insistiamo, tra le priorità che vanno affrontate, su quella per liberare l’attività delle imprese dal condizionamento soffocante della burocrazia e dei suoi enormi oneri. Di qui l’apprezzamento per la dichiarata volontà del Governo di affrontare le questioni attinenti al tema della semplificazione ricordando l’esigenza di un approccio organico alla formulazione delle norme, per assicurare fruibilità e leggibilità dei testi normativi. Così come vanno resi più incisivi gli strumenti di analisi di impatto della normativa.
R.E TE. Imprese Italia ha indicato i punti sui quali occorre intervenire per modificare aspetti decisivi per la vita delle imprese, dal problema grave dei costi abnormi, a quello di giungere ad un sistema più snello di controlli, a misure che rafforzino il processo di semplificazione che riguarda materie fondamentali come l’ambiente, il lavoro, la sicurezza ed il fisco.
Al centro della nostra iniziativa – si legge ancora nella nota – un sistema fiscale insostenibile, caratterizzato da una pressione insopportabile ed adempimenti ingestibili per numero e complessità».
L’attuale sistema fiscale è utilizzato sempre più spesso non come strumento di politica economica a favore di crescita ed equità, ma solo come fonte di maggiori entrate in cui il fattore spesa è la variabile indipendente a cui le entrate devono continuamente adeguarsi. Va capovolto il paradigma: è la spesa pubblica che deve essere riportata entro limiti che consentano una tassazione non oltre la media europea. In particolare, è fondamentale che le maggiori entrate provenienti, in primis, dal contrasto all’evasione siano totalmente destinate alla riduzione della pressione fiscale per imprese e famiglie».
«Riteniamo, inoltre – continua R.E TE. – che la Legge Delega rappresenti un momento di straordinaria ‘manutenzione’ dell’attuale sistema fiscale finalizzata a rendere neutra, rispetto alla forma giuridica, la tassazione dell’impresa; alla revisione, in un’ottica di semplificazione, degli attuali regimi contabili e fiscali ed alla razionalizzazione della pletora degli adempimenti fiscali, anche in relazione alla loro effettiva efficacia di contrasto all’evasione ed elusione d’imposta come pure all’introduzione di regimi premiali per le imprese più virtuose. Una rapida attuazione della Legge Delega servirà anche a migliorare il rapporto conflittuale fisco-contribuente».
Mar 17