Una delegazione della Rete per la legalità – SOS Impresa (Confesercenti), presieduta dal presidente Lorenzo Diana , composta da Prospero Cassino (presidente Confesercenti provinciale di Potenza), Lino Busa’, Gigi Cuomo, Valerio Perrone, Salvo Campo, si è incontrata con il viceministro dell’interno Filippo Bubbico. Al centro dell’incontro le nuove proposte avanzate dall’organizzazione in materia di antiracket e antiusura. “Abbiamo chiesto al ministro la convocazione di una apposita Conferenza nazionale necessaria a definire nuove misure efficaci in materia; ruolo centrale all’interno della Conferenza – precisa una nota della Rete per la legalità – SOS Impresa – devono avere le associazioni insieme a tutti i soggetti sociali, organizzazioni sindacali e datoriali, banche ed esperti in materia”.
Nel corso dell’incontro Rete per la legalità (che raccoglie più di 50 associazioni in tutto il territorio azionale, tra le quali quella che ha sede a Potenza presso la Confesercenti provinciale) ha presentato una serie di proposte rivolte a coinvolge le istituzioni su queste specifiche tematiche.
“E’ necessario- si legge nella nota – riportare al centro dell’agenda di Governo: la riforma della legge 108/96, inasprimento delle pene per i reati di usura, aiuti più rapidi alle vittime, lotta al gioco d’azzardo illegale, solo per citarne alcuni. Questi temi partono da una analisi lucida e profonda che la crisi ha determinato nel tessuto delle Pmi e delle famiglie. Molti, troppi imprenditori, non riescono a trovare risposte concrete e tentano l’atto estremo del suicidio. La crisi- continuano da Rete per la legalità- non si può battere solo sul terreno economico e finanziario, ma è necessario mettere al centro anche il rema dei costi sociali che derivano dall’economia illegale e creano concorrenza sleale Siamo soddisfatti dall’incontro di oggi, perché abbiamo trovato un interlocutore interessato nelle istituzioni”.
“Specie per le imprenditrici la situazione del credito è sempre più penalizzante – commenta Prospero Cassino – secondo i principali risultati dell’“Indagine Congiunturale sulle micro e piccole imprese femminili” nel 1° trimestre 2013 realizzata da Rete Imprese Italia Imprenditoria Femminile. Diminuisce rispetto all’ultimo trimestre del 2012 la percentuale di imprese femminili che si sono rivolte alle banche per chiedere un finanziamento (dal 12,6% al 10,5%), percentuale peraltro inferiore rispetto al totale degli imprenditori (12%), e tra queste, aumentano le imprese che non ottengono il credito richiesto (passate dal 54% al 62%) e diminuiscono quelle che si sono viste accogliere le domande di finanziamento (dal 23,8% al 17%); in entrambi i casi, si tratta di performance decisamente peggiori rispetto al totale delle PMI; è estremamente elevata, inoltre, la quota di imprese femminili – l’80% – che richiede finanziamenti per esigenze di liquidità e cassa; infine, più della metà delle imprenditrici segnala un peggioramento rispetto a tasso, durata, costo di istruttoria e garanzie richieste per l’ottenimento dei finanziamenti. Insomma, si conferma una situazione generale di forte difficoltà di accesso al credito per le imprese ma, rispetto al sistema delle PMI nel suo complesso, le imprenditrici fanno ancora minore ricorso al credito bancario e, quando lo fanno, hanno più spesso una risposta totalmente o parzialmente negativa e scontano condizioni di finanziamento più sfavorevoli.
In relazione alle finalità del credito richiesto, invece, non si riscontrano differenze sostanziali fra imprese femminili fino a 49 addetti, ovvero micro e piccole imprese, e le altre micro e piccole imprese italiane. La destinazione dei finanziamenti richiesti dalle imprenditrici è per l’80,1% a esigenze di liquidità e cassa, per il 16,5% a investimenti e per il 3,4% a ristrutturazione di debiti già in essere. Rispetto all’offerta di credito, più della metà delle imprenditrici segnala un peggioramento rispetto al trimestre precedente delle altre condizioni applicate ai finanziamenti (tasso, durata, costo di istruttoria, garanzie). In generale, tuttavia, le percentuali delle imprese, femminili e non, che nel primo trimestre 2013 giudicano migliorate le condizioni al credito (tassi, durata, garanzie, costi e altre condizioni) sono insignificanti mentre le percentuali relative ai casi di situazione invariata o peggiorata mostrano una condizione certamente di maggiore difficoltà delle imprese femminili rispetto alle altre imprese italiane.
Giu 24