“Il nuovo allarme lanciato a Venezia dalla Conferenza internazionale delle Regioni adriatiche e ioniche sul tema della salvaguardia delle coste delle Regioni del Mare Mediterraneo dall’estrazione di idrocarburi in mare, in merito al pericolo di intensificazione della ricerca petrolifera anche nel Golfo di Taranto, lungo la costa ionica tarantina e metapontina, non va sottovalutato”. E’ quanto sostiene il vice presidente del Consiglio Regionale della Basilicata Nicola Benedetto (IdV) sottolineando che “lo Ionio sarebbe interessato da 7 nuove richieste per la ricerca di petrolio per un totale di 3942 kmq, in aggiunta a quelle precedenti, e dopo il provvedimento del Ministro Passera che di fatto dà il via libera alla ricerca di idrocarburi sulla terra ferma e in mare, il rischio di ritrovarci le trivelle a poche migliaia dalla costa metapontina è sempre più reale”.
“Per questa ragione – aggiunge – è necessario che il Consiglio Regionale della Basilicata aderisca all’iniziativa nata dalla collaborazione tra i Consigli regionali di Puglia e Veneto ed estesa a quelli di Abruzzo, Molise, Marche, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, per contrastare i disegni del Governo secondo cui bisogna intensificare la ricerca nei nostri fondali marini italiani dove ci sarebbero 10,3 milioni di tonnellate di petrolio di riserve certe, che stando ai consumi attuali, coprirebbero il fabbisogno nazionale per appena 7 settimane. Ribadisco che come accade già sulla terraferma lucana perforata da Eni e Total-Shell anche per l’area ionica il “gioco non vale la candela” anzi se ricerca ed estrazione sulla terraferma sono un rischio per l’ambiente e la salute e compromettono attività produttive, per lo Ionio mettono a rischio l’attività turistica balneare che registra non pochi e ridotti problemi segnati dall’erosione della costa. Dunque, condivido e sostengo la sollecitazione che è venuta dalle Associazioni Ola e NoScorie Trisaia rivolta al governatore lucano Vito De Filippo ed al Consiglio Regionale di Basilicata, sull’esempio di quanto hanno fatto già dalle Regioni che si affacciano sull’Adriatico, di bloccare il nuovo tentativo di assalto petrolifero al mare, ricorrendo contro le autorizzazioni governative per le ricerche di idrocarburi nel Mar Jonio. L’approvazione della cosiddetta moratoria, con le perplessità di ordine giuridico-amministrativo non del tutto superate, ovviamente, deve avere validità anche per la ricerca marina. Le Regioni Puglia, Veneto e Abruzzo hanno già presentato al Parlamento proposte di legge di iniziativa regionale per la moratoria di prospezioni, ricerche e coltivazioni di giacimenti di idrocarburi nelle acque adriatiche. Seguiamo il loro esempio”.
Nov 09