Rifondazione Comunista Basilicata annuncia mobilitazione contro il taglio del reddito di cittadinanza. Di seguito la nota integrale.
Cosa c’è di peggio di un governo che dichiara guerra agli strati più poveri della sua popolazione?
Quello stesso popolo che accetta passivamente queste barbarie senza indignarsi, organizzarsi e rivoltarsi!
Dopo i primi 159 mila sms di fine luglio, con cui il governo Meloni aveva sospeso ad altrettante famiglie povere il reddito di cittadinanza, è di questi giorni, la notizia di altre 40 mila sms con cui il governo persiste ed intensifica la sua azione di distruzione di ogni minimo residuo di protezione sociale per i poveri, i disoccupati e i precari.
Con il decreto “pro-precarietà” del primo maggioe l’attacco frontale al reddito di cittadinanza si rende esplicita la natura del blocco sociale che questo governo vuole servire e consolidare: quello della borghesia parassitaria che per prosperare punta tutto sulla disperazione sociale e sulla guerra tra i poveri!
L’esatto opposto di ciò che servirebbe alla stragrande maggioranza dei lavoratori e della popolazione Italiana.
Popolazione che in grandissima parte è oggi chiamata a fronteggiare una serie di rincari generalizzati frutto prevalentemente del ridisegnarsi degli equilibri internazionali che hanno riportato nel cuore dell’Europa una guerra potenzialmente catastrofica per l’intera umanità.
Di fronte ad una simile situazione riteniamo non più rinviabile la costruzione, di una risposta popolare ampia, consapevole ed organizzata.
Per questo salutiamo positivamente l’iniziativa dei comitati per redditodi Napoli che hanno chiamato l’intero paese ed in particolare il mezzogiorno ad una giornata di mobilitazione per lunedì 28 agosto ’23 contro il taglio del reddito di cittadinanza.
In particolare come Rifondazione Comunista della Basilicata cogliamo l’occasione della mobilitazione del 28 Agosto per lanciare un appello ai beneficiari del reddito di cittadinanza, ai disoccupati, ai precari, ai lavoratori e a tutte le realtà di movimento perché si costruisca anche nel nostro territorio una risposta adeguata alle dimensioni della attuale crisi sociale.