Rifondazione Comunista Basilicata: “Basta sfruttamento delle donne sui luoghi di lavoro: 8 marzo sciopero generale delle donne”. Di seguito la nota integrale.
Che in Italia le disparità di genere nel mondo del lavoro fosse una drammatica criticità lo sapevamo ben prima dello scoppio dell’emergenza sanitaria. Il gender pay gap, cioè la differenza tra il salario annuale medio percepito dalle donne e quello percepito dagli uomini, è intorno al 20%;già all’inizio del 2020 il tasso di occupazione femminile si attestava ben 20 punti sotto quello maschile.Col Covid-19 le cose sono precipitate: a dicembre 2020 su un calo di 101 mila occupati ben 99 mila erano donne mentre dei 444mila occupati in meno registrati in Italia in tutto il 2020, il 70% è costituito da donne.Le donne sono infatti sono impiegate soprattutto nei settori più colpiti dalla crisi spesso con contratti che danno poca sicurezza e stabilità, come il part-time; per questo oggi sono le vittime sacrificali preferite dei datori di lavoro, un fenomeno a cui nemmeno il blocco dei licenziamenti è riuscito a mettere un freno.L’8 marzo non è una ricorrenza. Lo sciopero dell’8 deve essere un giorno di lotta a 360 gradi, che dia sostanza e continuità alle lotte di tutte le donne che ogni giorno hanno sulle loro spalle tutto il lavoro di cura necessario per la casa e per la famiglia, oltre che il lavoro salariato, generalmente sottopagato, con padroni che agiscono livelli di sfruttamento più profondi e alienanti rispetto ai colleghi maschi. In molti posti di lavoro sono all’ordine del giorno le molestie sessuali e il lavoro al nero diventa l’altra faccia del ricatto psicologico quando è il solo mezzo di emancipazione dalla subalternità economica. In tanti posti di lavoro il “padrone” chiede disponibilità, di lavorare quanto i maschi, pur non percependo lo stesso loro salario.Alle donne che lavorano nelle fabbriche, nei magazzini della logistica, nelle pulizie, nelle scuole, negli uffici, nel commercio, alle lavoratrici domestiche, alle donne immigrate che subiscono anche il razzismo, a quelle che sono disoccupate, senza salario, alle donne e alle madri sole che sono le più povere nella nostra società, alle donne che subiscono violenze sessuali, che rischiano la morte per mano dei loro mariti o conviventi, alle donne che sonoobbligate a prostituirsi da questo sistema sociale che ha bisogno di sfruttare i loro corpi, La condizione delle donne sta peggiorando, gli effetti della la pandemia si riversano soprattutto sulle donne!Sono le donne in prima linea nei lavori di cura: occorre difendere anzitutto la salute e far sì che la scienza medica sia non solo fonte profitto, lottare per la prevenzione e per la diffusione dei presidi medici sul territorio, pretendere la sicurezza sul posto di lavoro. Sono le donne le prime ad essere licenziate, a perdere anche un lavoro misero e precario: perciò dobbiamo lottare per difendere il lavoro e la garanzia del salario pieno! L’8 marzo, riappropriamoci della natura rivoluzionaria e internazionalista di questa giornata, della sua impostazione di classe.In questa giornata in cui in tutto il mondo, dall’Argentina all’India, dal Marocco alla Polonia, le donne lottano dando vita a grandi manifestazioni, il nostro appello è rivolto a tutti proletari che ogni giorno si battono contro lo sfruttamento, la miseria, l’attacco ai diritti, perché solo nella lotta comune sarà possibile abbattere questo sistema sociale, il capitalismo.Rifondazione Comunista della Basilicata aderisce allo sciopero internazionale dell’otto marzo, alla giornata internazionale dello sfruttamento delle donne nei luoghi di lavoro, per difendere il ricatto e lo sfruttamento che hanno tutti i gironi su i luoghi di lavoro e le violenze che subiscono.
ribelliamoci, uniamoci, lottiamo insieme! toccano una toccano tutte e tutti!