Riforma disciplina della professione di guida turistica, intervento ANGT (Associazione Nazionale Guide Turistiche). Di seguito la nota integrale.
In questi giorni si è appreso dalla stampa che sarebbero stati presentati degli emendamenti che peggiorano ancor più – se possibile – la legge 190 del 13/12/2023 sulla riforma della disciplina della professione di guida turistica.
Senza mostrare la minima premura di informare le associazioni di categoria – peraltro convocate il 13 marzo scorso per una riunione in cui il Ministro e il suo staff avevano richiesto alle sigle presenti un “compromesso”per venire incontro alle presunte criticità sollevate da parte della Commissione Europea- il Governo ha fatto e disfatto a suo piacimento, nonostante che nella legge approvata il diritto europeo non solo è stato rispettato, ma si è andati addirittura oltre.
ANGT, da sempre contraria alla volontà del Governo di applicare alle guide turistiche, senza obbligo alcuno, la direttiva Bolkestein che ha portato ad una legge che squalifica la professione, privandola di quella che è la sua vera peculiarità, cioè una specializzazione territoriale, ha preferito non partecipare a un secondo incontro, convocato con 14 ore di preavviso notturno, che avrebbe escluso qualsiasi contraddittorio essendo un mero annuncio di decisioni già prese.
Con gli emendamenti, il Governo ha proceduto ad un ulteriore abbassamento dei requisiti d’accesso all’esame di abilitazione, come la soppressione dell’obbligo della laurea triennale e della conoscenza di due lingue straniere ( non è dato sapere come si copriranno le richieste di organico nelle più svariate lingue necessarie al mercato di incoming e con quali proprietà linguistiche ci si potrà rivolgere ai visitatori stranieri…).
Se non per l’unica cosa positiva che è l’eliminazione dell’assicurazione obbligatoria, con questi emendamenti viene definitivamente distrutta la professione di guida turistica, relegando quelli che avrebbero dovuto essere dei professionisti qualificati, interpreti del patrimonio storico culturale delle regioni del nostro Paese, a figure dal profilo indefinito e senza spessore.
Gli attuali emendamenti, di fatto, non sono volti alla regolamentazione di una professione, ma piuttosto alla sua deregolamentazione trasformandola da professione a mestiere.
Se ciò è offensivo e lesivo nei confronti dei professionisti già abilitati, lo è ancor di più nei confronti dei giovani che desiderassero svolgere la professione di guida e soprattutto nei confronti della nostra Nazione che costituisce eccezione culturale nel mondo
La nostra cultura è stata trasformata in merce circolante sul mercato per puro scopo lucrativo e speculativo a vantaggio di operatori e lobby straniere che si prenderanno il Pil costituito dalle visite guidate. Uno degli emendamenti esonera le piattaforme che offrono visite guidate -su cui transita la maggior parte della domanda – dall’obbligo di avvalersi di guide turistiche abilitate.
Inoltre ogni anno si registrano almeno 500 domande di soggetti esteri che possono svolgere occasionalmente in Italia la professione di guida turistica, ma siccome l’occasionalità non viene verificata, le prestazioni possono rivelarsi permanenti, così come viene lasciata alla discrezione del Ministero la compensazione dei titoli acquisiti all’estero, ottenuti con percorsi facilitati anche da cittadini italiani residenti in Italia.
Una legge umiliante, che con la guida turistica uccide la Cultura e la Storia dell’Italia e che neanche sa tutelare i professionisti contro questi fenomeni invasivi.
Saremo lo zimbello di Paesi europei che al contrario dell’Italia hanno considerazione e rispetto per la figura della guida turistica, curandone la formazione e la professionalità, considerandola mediatrice delle proprie tradizioni e della propria storia nei confronti dei visitatori.
Se prima di questa assurda globalizzazione della cultura si ragionava in termini di qualità, ora grazie alla legge 190 si ragionerà solo in termini di quantità – ahi turismo sostenibile, grande farsa!- andando sempre più al ribasso.