La Banca della Terra ha ridato speranza al “sogno” di costruire il proprio futuro in agricoltura di quei ragazzi che nel 1977 arrivarono da tutt’Italia a Borgo Taccone-Irsina. L’Agia e la Cia lo scorso anno, in occasione del 40ennale di Borgo Taccone, hanno lanciato la “Carta di Tricarico” perché quel sogno diventi realtà. Un anno dopo sempre a Tricarico si sono riuniti gli “stati generali” dell’imprenditoria agricola meridionale non solo per fare il punto ma per rilanciare iniziativa e strategia. L’operazione recente di vendita di 7.700 ettari della Banca nazionale delle Terre Agricole, istituita presso l’Ismea, sta dando buoni risultati smentendo soprattutto una tesi, purtroppo ancora diffusa, che i giovani non vogliono fare più i contadini. La Svimez conferma che l’ Agricoltura nel Sud d’Italia, nonostante l’andamento altalenante da regione a regione, è uno dei pochi argini ad uno spopolamento rilevante: negli ultimi 16 anni hanno lasciato il Mezzogiorno 1,8 milioni di residenti, la metà giovani di età compresa tra i 15 e i 34 anni, quasi un quinto laureati, il 16% dei quali si è trasferito all’estero. In controtendenza alla fuga dei giovani al Sud si registra una storica corsa alla terra per 18.000 under 40 che vedono nel ritorno in campagna l’unica possibilità di rilancio rispetto alle previsioni sul forte rallentamento dell’economia nelle regioni meridionali. Ma può bastare la Banca della Terra? “Assolutamente no” – è la risposta venuta dal presidente nazionale Agia Stefano Francia a Tricarico per l’evento promosso insieme alla Cia. “Il giovane oltre al terreno ha bisogno di credito per fare investimenti soprattutto nell’innovazione e quindi produzione di qualità. Qui – continua – è il punto dolente: le banche non danno credito e continueranno a darne sempre meno in tempi di spread schizzato verso l’alto. Del resto non mancano i primi segnali di aziende agricole giovanili che dopo i primi tre-quattro anni di attività hanno buttato la “spugna”. Ecco l’attualità della “Carta di Tricarico”, per noi in sinergia con la “Carta” più recente “del Mediterraneo” per spezzare innanzitutto la catena credito-burocrazia perché anche il fattore tempo scoraggia i giovani a tornare alla terra. Si pensi – dice ancora Francia – che in alcune regioni del Sud le pratiche di aiuto ai nuovi insediamenti giovanili possono durare anche tre anni”. L’Agia non ha alcuna intenzione di abbassare l’attenzione su questi temi decisivi per il tanto invocato ricambio generazionale nel Paese e in agricoltura. “Abbiamo voluto riprendere la bandiera dei ragazzi del 1977 che – sottolinea con un pizzico d’orgoglio RudyMaranchelli, presidente Agia Basilicata – hanno avuto la vista lunga specie rispetto ai tanti economisti all’epoca e purtroppo di oggi che pensavano e pensano tuttora solo all’industrializzazione del Paese. E non si sottovaluti che il ritorno dei giovani che intendono scommettere il proprio destino in agricoltura è l’unica possibilità per arginare la fuga dai paesi e di conseguenza la tremenda emorragia demografica del Sud”.
“La sfida rilanciata a Tricarico dai giovani – per il presidente nazionale della Cia-Agricoltori Dino Scanavino – ha bisogno di risposte immediate ed efficaci alle domande di credito e strumenti di programmazione ma soprattutto la passione, l’innovazione, la capacità, la tenacia dei giovani hanno necessità di un sistema che va profondamento rinnovato e si riferisce al mercato. E’ il problema centrale che la confederazione pone da tempo alle Regioni e al Governo: la crescita competitiva del sistema agroalimentare italiano è stata storicamente condizionata, in negativo, dalla scarsa concentrazione dell’offerta produttiva e dal disequilibrio dei rapporti di filiera. Sono ostacoli insormontabili in modo evidente per le imprese meno strutturate, ovvero quelle collocate in una posizione negoziale più debole lungo la catena del valore e che noi invece vogliamo, a partire dai giovani, far diventare protagonisti e non semplici rivendicatori. Cia-Agricoltori italiani ha sempre posto al centro della sua visione strategica le politiche di filiera, puntando su una progettazione di filiera condivisa, senza posizioni dominanti e di subalternità. Vogliamo – ha ribadito Scanavino – affermare una filiera alla pari con l’agricoltura centrale e strategica, così come lo devono essere l’agroindustria, la commercializzazione e i consumatori.Questo significa in primo luogo rafforzare le strategie che mirano all’aggregazione e allo sviluppo dell’economia contrattuale. Il modello di contrattazione su cui puntiamo è quello che fa riferimento alla cooperazione, alle OP “vere”, partecipate e controllate dagli agricoltori e operative nei mercati. È questa la nostra visione, animata da un unico scopo: la valorizzazione sui mercati del Made in Italy agroalimentare da attuarsi mediante uno schema complessivo”.
A Tricarico un’intera giornata di dibattito ed approfondimento divisa in due sessioni: la mattina “AgriCultura, nuove opportunità multifunzionali nel Mezzogiorno” e nel pomeriggio “I Giovani, l’Ambiente e l’Agricoltura nella Programmazione Regionale e Nazionale”. Dopo i saluti di dirigenti della Cia di Tricarico e di Matera, l’introduzione del presidente Agia Basilicata RudyMaranchelli e interventi di Alfonso Pascale (Ceslam, Antonio Saltini (docente Università Milano), Giovanni Quaranta (Unibas), Salvatore Adduce (Fondazione Matera 2019), Salvatore Claps (Crea-Centro di ricerca); Domenico Romaniello (Alsia), Rosa Gentile (Confartigianato), Roberto Cifarelli (Assessore Attività Produttive Regione). Le conclusioni di questa prima sessione sono state affidate al presidente nazionale della Cia-Agricoltori Dino Scanavino. Nella seconda sessione un video messaggio del sottosegretario Mipaaf Alessandra Pesce ed interventi di Paolo Laguardia (legacoop), Francesco Piras (Ismea), Edoardo Di Trolio (Unicredit), Francesco Pietrantuono (Assessore Ambiente Regione), Luca Braia (Assessore Agricoltura), Donato Distefano, coordinatore Cia Basilicata, con le conclusioni di Stefano Francia, presidente nazionale Agia.
Con il rilancio della “Carta di Tricarico”, tra le proposte operative, oltre a quella di tenere a Tricarico un appuntamento fisso annuale, il progetto di realizzare un Centro studi e formazione per i giovani agricoltori e quelli che lo diventeranno.