Il coordinatore territoriale FSI-USAE, Giampaolo Mecca ha inviato una lettera al Direttore Generale Arpab e al personale Arpab sulla vicenda che riguarda i rinnovi dei contratti in somministrazione. Di seguito il testo integrale inviato alla nostra redazione.
La FSI-USAE ritiene doveroso chiarire la propria posizione in merito alla questione dei rinnovi dei contratti in somministrazione relativi al Masterplan che tante tensioni sta provocando all’interno dell’ARPAB.
Nel tavolo di delegazione trattante del 20.12.2018, si erano evidenziate una serie di problematiche, peraltro desumibili dalla lettura del verbale e degli allegati di cui alla DDG 369 del 21.12.2018, di seguito riportate:
1. i sindacati rilevavano come sin dall’avvio del Progetto Masterplan, la normativa prevedeva un limite sul numero massimo di contratti di lavoro di personale in somministrazione per l’Agenzia del 7% (cfr. Comunicato della FSI-USAE del 2017), poi ridefinito nel 20% dal CCNL Sanità del 21.05.2018.
2. pur riconoscendo la validità del Progetto in termini di obiettivi ulteriori perseguiti, i sindacati non intendevano entrare nel merito delle valutazioni dell’amministrazione per il superamento dei suddetti tetti massimi sui contratti in somministrazione, all’avvio del Progetto ed in sede di rinnovo dei Contratti in somministrazione a Luglio 2018.
3. In considerazione dei dubbi da parte di alcuni componenti la delegazione sindacale sulla possibilità di elevazione del tetto massimo contrattabile l’amministrazione si impegnava a richiedere pareri dirimenti in merito (all’ARAN, all’Avvocatura dello Stato ecc.).
La riunione si concludeva con la dichiarazione da parte del Direttore Generale di volersi confrontare con la Regione per procedere nella direzione dei rinnovi, anche senza l’accordo con i sindacati.
Alla luce di quanto definito al tavolo del 20.12.2018, la FSI-USAE stigmatizza il tentativo della direzione strategica di addossare la responsabilità alla parte sindacale sulla linea che la stessa vorrà adottare per il prosieguo del Masterplan (cfr. 378/2018), e lo faccia il 27.12.2018 per il 31.12.2018, anche in considerazione del fatto che:
a)il CCNL è vigente dal 21.05.2018: b) dal 21.05.2018 sono stati attivati altri contratti in somministrazione ed effettuati rinnovi supportati da valutazioni proprie della Direzione Strategica per i quali non si è coinvolto il sindacato in alcun modo; c) sin dal 9.8.2018 questo sindacato ha inoltrato richieste alla direzione di tavoli sindacali per definire i fondi e altre questioni lavorative; d) nelle more di ricevere i detti pareri l’amministrazione potrebbe decidere di utilizzare il 20% disponibile a partire dall’1.1.2019, effettuando un conteggio preciso del monte ore a diposizione per ognuno dei 58 lavoratori in somministrazione attualmente contrattualizzati e rinnovando fino a saturazione di tale monte ore.
In conclusione, non può non evidenziarsi la circostanza che, per evitare danni ai lavoratori, non si dovrebbero affrontare problematiche serie all’ultimo secondo, 31 dicembre appunto.
La scrivente organizzazione sindacale auspica in definitiva l’inizio di un percorso programmato di contrattazione integrativa, unica strada percorribile per la tutela dei lavoratori nel rispetto della costituzione, delle leggi e del contratto collettivo nazionale di lavoro.
La responsabilità di un eventuale mancato rinnovo dei 10 contratti di lavoro somministrato non può e non deve ricadere sui rappresentanti dei lavoratori né sulla scrivente organizzazione sindacale che ha sempre rimarcato come un errore, vissuto già in passato, il ricorso al lavoro somministrato.
La responsabilità è solo di chi ha firmato i contratti, sforando i limiti imposti dalle norme, e la FSI-USAE non si farà mai coinvolgere in una operazione che, oltre a cagionare un più che probabile danno erariale, rischia di configurarsi come una “somministrazione fraudolenta”, fattispecie reintrodotta come reato dal D.L. 18 luglio 2018 n. 87 (cosiddetto Decreto Dignità).