Ha partecipato anche una delegazione della Fp Cgil di Potenza e Matera all’attivo nazionale unitario Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fplcheche si è tenuto oggi a Roma alla presenza dei segretari generali Cgil, Cisl e Uil rispettivamente Landini, Furlan e Barbagallo. Al centro dell’incontro per il rinnovo del contratto della sanità privata, che non viene rinnovato da 12 anni .
Dopo oltre un anno di trattative, il dialogo con Aris (Associazione religiosa istituti socio-Sanitari) e Aiop (Associazione italiana ospedalità privata) è praticamente sospeso per l’indisponibilità, da parte dei datori di lavoro, a garantire le risorse necessarie per gli aumenti contrattuali.
Un atteggiamento, quello di Aris e Aiop, che mette a rischio la piena tutela del diritto alla salute dei cittadini generando una grave disparità di trattamento tra gli operatori della sanità in base al settore nel quale operano.
È bene sottolineare che la sanità privata, attraverso il sistema degli accreditamenti, contribuisce insieme a quella pubblica ad un sistema sanitario universalistico che va preservato rendendo il diritto alla salute effettivamente esigibile ed accessibile in egual modo da parte di tutti i cittadini.
Il diritto alla salute passa inevitabilmente attraverso la garanzia e il rispetto dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori ecco perché è fondamentale in primis rinnovare il
Contratto collettivo nazionale di lavoro di riferimento e porre il relativo rispetto tra i requisiti per l’accreditamento delle strutture sanitarie. Una legge che disciplini in maniera sistematica l’intero sistema delle autorizzazioni e degli accreditamenti delle strutture sanitarie e socio sanitarie in Basilicata riveste oggi la massima priorità.
Eliminiamo lavoratori a partita IVA o a contratti atipici se il rapporto di lavoro è con le ASL: con soldi pubblici solo lavoratori con contratti a tempo indeterminato e garanzie di legge per loro nelle strutture private accreditate. Il caporalato, il cottimo, l’alto turnover, la mancanza di futuro, regole, dignità in sanità non devono (ne possono) più esistere.