Due esponenti regionali di Sinistra e Libertà, la coordinatrice regionale Maria Murante e la Lucia Pennesi, responsabile welfare, nuovo welfare, lavoro e precarità Lucia Pennesi commentano la decisione del Tribunale di Melfi di rinviare a giudizio i tre operai Antonio Lamorte, Marco Pignatelli e Giovanni Barozzino, quest’ultimo eletto senatore alle ultime elezioni per il rinnovo del Parlamento italiano. Di seguito la nota inviata alla nostra redazione.
Nel rimanere rispettosi dell’azione della magistratura, la richiesta di rinvio a giudizio di Antonio Lamorte, Marco Pignatelli e Giovanni Barozzino da parte del Tribunale di Melfi non può non farci riflettere sulla tempistica con cui giunge – a pochi giorni della sentenza da parte della Corte di cassazione – e, soprattutto, per il merito della questione, visto che anche l’unica sentenza finora vicina al punto di vista aziendale aveva comunque escluso qualsiasi sabotaggio.
Ci stupisce anche il fatto che per mesi non si è riusciti a far applicare ben due sentenze che imponevano alla Fiat il reintegro dei tre operai, riconoscendo l’azienda torinese colpevole di comportamento antisindacale, mentre oggi si è così solerti a rinviare a giudizio i tre lavoratori – guarda caso tutti e tre iscritti alla Fiom – per qualcosa, lo ricordiamo ponendovi l’accento, finora escluso da tutte le sentenze fin qui emesse.
Rimanere rispettosi non può esimerci però dall’aprire una riflessione sul doppio binario che, a volte, sembra percorrere certa giustizia, nell’augurio che in futuro l’uguaglianza formale davanti alla legge possa diventare uguaglianza sostanziale.
Così come riteniamo oramai assolutamente urgente e non rinviabile una legge sulla rappresentanza – come quella presentata nei giorni scorsi dal gruppo parlamentare di SeL alla Camera dei Deputati – che possa ristabilire una democrazia sindacale nei luoghi di lavoro.
Potenza, 11 giugno 2013.
Maria Murante, Coordinatrice regionale di SeL Basilicata
Lucia Pennesi, Resp. welfare, nuovo welfare, lavoro e precarità di SeL Basilicata