Il consigliere comunale di Fratelli d’Italia di Nova Siri, Giuseppe D’Armento, ha inviato una nota in merito alla variante presentata per la riqualificazione di Piazza Giovanni XXIII. Di seguito la nota integale.
Sarà pure tecnicamente definita “minore “ la variante ( proposta al punto n.7 dell’o.d.g. del consiglio comunale del 29/11) per la riqualificazione di Piazza Giovanni XXIII ma , se dovesse essere approvata, di certo “maggiore” , anzi durissimo sarà l’ulteriore colpo che il Sindaco e la sua maggioranza avranno inferto ad un bilancio comunale già sconquassato.
Il problema sorge dall’ analisi del progetto posto in valutazione , redatto da privati e presentato dal parroco Don Mario Lacolla, per l’edificazione di una nuova Chiesa (in alto a destra) adiacente a quella esistente (in alto a sinistra) da dismettere.
Sono per convinzione personale, tradizione familiare e appartenenza partitica (FdI) profondamente cattolico e, pur lodando la concretezza di Don Mario nell’aver ottenuto importanti finanziamenti della CEI e il suo alacre attivismo, ritengo opportuna qualche considerazione dettata esclusivamente da buon senso e che, come tale, desidero tenere scevra da qualsivoglia strumentale illazione in termini di laicità o religiosità, come già purtroppo accaduto nell’ultima seduta di consiglio.
Guardando la questione dalla parte del cittadino è innegabile che Nova Siri Marina abbisogni di un secondo luogo di culto, in considerazione della crescita demografica dell’abitato: un’ altra chiesa , quindi, da costruire delocalizzata in un’area da intercettarsi ad opera di una conferenza di servizi presieduta da chi si occupa del Piano Strutturale, l’ ing. arch. Guido Dell’osso. Se la capienza di quella attuale non è più soddisfacente , e questo è un dato certo, non si risolve certo il problema costruendone una poco più grande affianco e dismettendo la vecchia ad “Auditorium”: la chiesa attuale è un patrimonio storico ed etico che ha visto sorgere attorno a se’ l’intero agglomerato urbano dello Scalo per cui quale è la necessità di derubricarla a superfluo spazio di incontro se a pochi metri sta per essere inaugurato un maestoso oratorio? Che necessità vi è , poi, di avere una nuova piazza? (Sarebbe la terza piazza lungo soli 200 mt di Viale Siris) .Bisogna fermarsi un attimo e non farsi tradire dalla fretta di fare: si deve intercettare la via giusta, quella che ci permetta di lasciare alle generazioni future di Novasiresi qualcosa di realmente valido e fruibile.
Proprio la riqualificazione di piazza Giovanni XXIII è l’aspetto più inquietante della progettazione. Detta piazza è un suolo comunale di 2.280 mq su cui insiste un edificio di 1600 mq, accatastato in categoria B/5 : la delegazione comunale , recentemente dichiarata inagibile (verificherò i termini e il rispetto delle procedure di dichiarazione di inagibilità) “de facto” , come ha riferito l’ ass. Pavese in seduta di consiglio. La detta area non risulta nel Bilancio come bene disponibile all’ alienazione, ma questa repentina dichiarazione di inagibilità , oltre ad aver privato i cittadini di spazi per i servizi comunali e diverse associazioni di sedi fruibili, ha tutto il sapore di un’azione propedeutica ad un’alienazione effettiva e, cosa grave, senza alcun riverbero positivo sulle disastrate casse del Comune.
Una volta demolita l’ex delegazione comunale, l’area diventerebbe “nuda proprietà” che andrebbe a rimpinguare lo scarso patrimonio comunale alienabile, tanto più che la gran parte degli immobili del comune non sono nemmeno censiti al catasto , e sarebbe disponibile per lo sviluppo Residenziale e Terziario Avanzato con notevole incremento del suo valore catastale a cifre vicine ai 6 zeri: è un’ area aggettante al viale principale del centro abitato e sarebbe appetibilissima da investitori per la possibile realizzazione di un edificio con locali commerciali e negozi a piano terra, moduli abitativi nei piani superiori. L’alienazione della suddetta area non solo permetterebbe un cospicuo introito che colmerebbe quasi tutto l’attuale disavanzo di cassa, frutto dell’Amministrazione Santarcangelo , ma garantirebbe anche ulteriori introiti da retrocessioni monetarie o, in alternativa, da scomputo di volumetrie da adibire a sedi per uffici comunali , viste che sono andate perse con la dichiarazione di inagibilità della delegazione (a tale proposito, invece, l’ass. Pavese ha precisato , in preda ad ottimismo visionario, che gli uffici “persi” attraverso la demolizione della delegazione comunale andrebbero recuperati ricostruendoli nell’area attualmente occupata dalla sede della Polizia Locale, che è area del Demanio. E, ammesso che si ottenga la cessione dal Demanio al Comune, con quali soldi , chiedo, si procederà alla progettazione e costruzione di nuovi uffici? Sara’ possibile oltre che ergonomico demolire la sede della Polizia considerato che recentemente e’ stata ristrutturata con notevole investimento di risorse e contiene tutto l’apparato informatico della videosorveglianza? Probabilmente l’ ass. Pavese non si è posto queste domande o la pensa come il“ Re Sole “….dopo di me il diluvio.)
Mi auguro che i cittadini di Nova Siri prendano atto di questo scempio che si appresta ad essere consumato a loro danno e intervengano opportunamente producendo osservazioni per iscritto al Comune.
In qualsiasi città turistica il centro pullula di negozi e servizi del terziario e non capisco perché a Nova Siri , invece, si vuole desertificare e deantropizzare il centro pensando addirittura a tre piazze in 200 mt di viale. Alla luce di ciò chiedo: possiamo noi permettere che tutta quell’area , come si evince dal progetto, resti al comune solo in forma di piazza e senza cospicuo e necessario introito?
Se il progetto, per come è , venisse approvato, Nova Siri , a fronte di un “guadagno” di soli 80 posti a sedere in Chiesa per i fedeli , subirebbe la completa svalorizzazione di un bene immobile di valore immenso, tanto da colmare il disavanzo di cassa del Comune, soffrirebbe la perdita di spazi da destinare a uffici e servizi ai cittadini, oltre che la rinuncia all’importante indotto commerciale e occupazionale, futuribilmente derivante da una diversa e virtuosa gestione dell’area, che ricadrebbe beneficamente sull’economia locale, ormai con l’acqua alla gola. E’ chiarissimo, infatti, quanto evidenziato dall’Organo di Revisione : “in considerazione del sistematico e crescente deficit di cassa sono necessarie immediate azioni di copertura sia aumentando le entrate (e il mio suggerimento in merito all’uso dell’area B/5 risponderebbe a tale prescrizione, secondo le linee-guida della Corte dei Conti) sia mediante interventi sul contenimento della spesa corrente”.
L’Amministrazione di Nova Siri perderebbe , in ultima analisi, l’ultima occasione utile per garantire presupposti minimi di sanità gestionale ai futuri governi comunali. Per quanto esposto mi riservo di fare puntuale osservazione alla delibera di consiglio che ha adottato il progetto con soli 8 voti favorevoli e 9 astenuti per chiedere al sindaco di non portare siffatto progetto all’approvazione. Mi riservo altresì, per il futuro, a farmi promotore delle più opportune forme di protesta popolare contro la malapolitica che opprime la nostra comunità.
Se si tocca Piazza Giovanni XXIII lo si deve fare per salvare le casse comunali, e garantire nel futuro servizi adeguati ai cittadini. Al di là del giovarsi del finanziamento CEI , per il quale si potrebbe chiedere un congelamento temporaneo, mi chiedo: a chi altri potrebbe mai giovare cotanta fretta nel chiudere la partita? La stessa domanda che ha posto legittimamente il cons. Laddomata, ottenendo in risposta lo sbeffeggiamento in chiave evangelico-strumentale dell’ass. Pavese che , grande canoista della politica locale e velocista del cambio sponda riva sinistra-riva destra ora si inerpica addirittura nell’ improbabile ruolo di rabbino-catechista e si permette di offendere il Laddomata sentenziando “Fuori i mercanti dal Tempio!”. No, nossignori se vi è qualche mercante che opera nel Tempio di certo non è Michele Laddomata, né commercia in tessili e vestiario.
Solo se il novasirese si sveglierà il novasirese vivrà. Ora. Questo è l’ultimo suono di sveglia disponibile.