I seegratari del Sappe Saverio Brienza, Vito Messina di USPP, Giuseppe Morlino di Cgil e Vito Coviello di SPP hanno inviato una lettera a Carmelo Cantone, Provveditore Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria per la Puglia e la Basilicata, a Maria Rosaria Petraccone,
Direttore della Casa Circondariale e per conoscenza al Magistrato di Sorveglianza Paola Stella per denunciare il rischio igienico-sanitario presso il reparto “giudiziario” della Casa Circondariale “Antonio Santoro” di Potenza con richiesta di urgenti interventi. Di seguito la nota integrale.
Le scriventi Organizzazioni Sindacali rappresentative del Corpo di Polizia Penitenziaria, con la presente nota
unitaria intendono evidenziare, ancora una volta, il rischio igienico-sanitario presente nel reparto detentivo
“giudiziario” della Casa Circondariale “Antonio Santoro” di Potenza.
L’allarme di queste OO.SS. viene portato a conoscenza delle SS.LL. in quanto pur persistendo da tempo gravi
condizioni strutturali nella sezione detentiva sopra richiamata, alcuna preoccupazione ovvero alcuna intenzione
risolutiva perviene dai competenti organi affinchè vengano rese accettabili le condizioni di vivibilità per i detenuti ivi
ristretti e per i lavoratori di Polizia Penitenziaria costretti a prestare il proprio servizio.
Non si percepisce alcuna preoccupazione da parte di codesta Amministrazione che, nonostante i ripetuti controlli
sanitari puntualmente svolti dai competenti organi abbiano decretato situazioni di invivibilità all’interno del reparto, si
continua ad assegnare nella struttura penitenziaria di Potenza una infinità di detenuti provenienti dalla Puglia, e che
tali inaccettabili assegnazioni vanno ulteriormente ad incidere negativamente sulla difficile attuale gestione detentiva e
strutturale dell’istituto, che ha ormai quasi raggiunto la soglia delle 200 presenze di detenuti.
Il Reparto giudiziario della Casa Circondariale di Potenza si pone sotto i riflettori di queste OO.SS. per una
miriade di situazioni che non possono e non devono passare inosservate, visto che le ripetute rassicurazioni di codesta
Amministrazione circa una ristrutturazione generale dell’Istituto vengono puntualmente disattese o differite da anni
senza riscontri concreti, sembrando solo un vero e proprio appannaggio delle gravi criticità e delle inadeguatezze della
struttura solo per mantenere una situazione di tranquillità che per noi, invece, non è assolutamente tranquilla né
tantomeno più tollerabile.
Le camere di pernottamento dei detenuti, in particolar modo quelle poste al piano terra, sono quasi tutte invase
da muffa causata dalla costante umidità di risalita dal terreno ove è poggiata la sezione, rendendo le pareti dei muri
indebolite e corrose dalla persistenza di funghi e muffa che rendono gli ambienti insalubri e pericolosi per la salute con i
gravi rischi che ben possono essere compresi.
Non da meno sono i locali delle docce di tutti i piani detentivi, dove le pareti, fino al soffitto compreso, sono
invase dall’umidità, con evidenti macchie di muffa e funghi .
Proprio riguardo alle docce, e precisamente a quelle situate al 2° piano del giudiziario, il più delle volte non
ricevono neanche la necessaria erogazione di acqua calda, costringendo la popolazione detenuta ad effettuare le docce
con quella fredda, a causa di un impianto vetusto e che non riesce a sopportare le esigenze igieniche dei numerosi
detenuti presenti nel piano detentivo, nonostante i numerosi interventi tecnici effettuati negli ultimi tempi, risultati
vani, costosi ed improduttivi.
Le predette condizioni compromettono gravemente la gestione detentiva dei reclusi, sottoponendo il lavoro
della Polizia Penitenziaria ad un grave carico di stress psicofisico, con tutte le conseguenze che si possono ben intuire,
senza far mancare le frequenti tensioni che si instaurano inevitabilmente tra il personale e i detenuti.
Oltre alle conseguenze a cui è sottoposta quotidianamente la Polizia Penitenziaria in servizio presso detto
reparto, i colleghi sono altresì costretti a lavorare in ambienti attraversati dalla rete fognaria posta al piano terra della
sezione, con il rischio che le esalazioni probabilmente inalate, in quanto non vi è un’adeguata areazione, potrebbero
compromettere gravemente la loro salute, senza che quanto appena detto, sia mai stato preso seriamente in
considerazione da codesta Amministrazione per una definitiva soluzione del problema.
Non da meno il posto di servizio “3° cancello”, dove il costante e tangibile odore di gasolio che invade tale area,
sembra quasi dover presidiare da parte dell’operatore di polizia un vero e proprio distributore di carburanti a cielo
chiuso, favorendo, pertanto, la probabile inalazione da parte dei frequentatori, di agenti chimici dannosi .
Premesso quanto sopra, si invitano tutte le Autorità in indirizzo ad assumere iniziative di propria competenza in
merito ai rischi rappresentati onde evitare conseguenze per la salute del personale e delle persone ristrette e si invita
codesta Amministrazione, fino alla soluzione definitiva delle gravi condizioni, a chiudere il Reparto Giudiziario della
Casa Circondariale di Potenza nel rispetto delle normative vigenti in materia di prevenzione e salute pubblica, nonché
quelle previste anche dal Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81 e successive integrazioni.
Sarebbe particolarmente gradito un cortese ed Autorevole intervento da parte del Sig. Magistrato di Sorveglianza
in indirizzo, a cui si invia rispettosamente la presente nota sindacale unitaria al solo fine di trovare soluzioni condivise,
con l’invito di accertare le reali condizioni strutturali rappresentate, anche attraverso una eventuale visita ispettiva
presso la struttura penitenziaria di Potenza.
Si resta in attesa di un urgentissimo riscontro , al fine di risollevare il clima di preoccupazione del personale di
Polizia Penitenziaria della Casa Circondariale “Antonio Santoro” di Potenza e della popolazione detenuta.
Alle Segreterie Generali in indirizzo si chiede di voler intervenire presso i competenti Uffici dipartimentali per
quanto di competenza.
Distinti Saluti.