Ritardare, Uilm: malattia cronica della nostra regione anche per quanto riguarda gli investimenti non-oil. Di seguito la nota integrale.
Siamo ormai alla fine del mese di settembre e dunque l’impegno regionale di avviare tavoli di confronto, anche con le Organizzazioni Sindacali, relativamente ai progetti non-oil delle compagnie petrolifere, così come previsto dagli accordi regionali, non ha visto ancora neanche l’ombra di una convocazione.
“Ritardare” è il male cronico che caratterizza l’azione politica di ieri ma purtroppo anche quella di oggi della nostra Regione.
Le parole “pianificare” e “programmare” non sono ricomprese probabilmente nel vocabolario di costoro; si conosce sicuramente il significato profondo di un’altra parola, ovvero ritardare, che si traduce nel non fare o fare quando purtroppo bisogna gestire vertenze, licenziamenti e solo allora, forse auspicando di non lasciare nessun morto per strada, si ha un sussulto.
Il petrolio della Basilicata viene gestito secondo il concetto del tirare avanti, un concetto che non dovevamo e non possiamo permetterci perché le sfide del prossimo futuro determineranno non solo cambiamenti epocali ma probabilmente anche il saper gestire la qualificazione e la riqualificazione dei livelli occupazionali.
A seguito della proroga delle concessioni a favore di ENI, la Regione Basilicata, durante le tante vertenze succedutesi negli ultimi mesi, aveva assunto l’impegno con le Organizzazioni Sindacali di convocare tavoli in cui rappresentare e semmai condividere, ovviamente immaginiamo dopo il relativo confronto sindacale, almeno il primo progetto non-oil di ENI; ciò è indispensabile per dare corso a quelle trasformazioni e/o transizioni che caratterizzeranno il nostro vivere dei prossimi anni.
Invece ancora nulla, si aspetta probabilmente la prossima vertenza sociale, per eventualmente mettere le “solite toppe”.
Noi siamo stanchi sia delle toppe e sia del pressapochismo ma è necessaria la programmazione e la pianificazione di idee, di progetti, di investimenti al fine di mantenere e semmai accrescere, e questo è il nostro auspicio, il valore delle nostre comunità.
Al contrario dovremmo affrontare non solo lo spopolamento, l’isolamento ma ci troveremo di fronte a cattedrali nel deserto senza più valore anzi le stesse rappresenteranno ostacoli insormontabili a nuovi o alternativi investimenti.
Da tempo la UIL UILM pone sul tavolo, anzi su tutti i tavoli, la questione di come ci si prepara al futuro e ciò potrà avvenire attraverso gli investimenti alternativi che sono la road map del piano regionale di riqualificazione e qualificazione delle professionalità (da costituire) che oggi strutturalmente lavorano nella attività primarie o secondarie in ENI o appaltate da ENI.
Una teoria semplice la nostra, ma in Basilicata diventa qualcosa di irrealizzabile: investire, realizzare e qualificare, tre parole magiche che si traducono nel concetto di lavoro e dunque di occupazione.
Le royalties o le compensazioni, a differenza del passato, devono essere utilizzate per creare le nuove opportunità per il futuro altrimenti il pendolo della famosa bilancia, già difficile in questi anni da equilibrare, penderà dalla parte sbagliata.
Il lavoro non può essere a tempo e/o scandito dalle autorizzazioni; il lavoro nell’imminente futuro dovrà caratterizzarsi di nuove vesti che dovranno essere calzanti con il futuro che si sta delineando.
Pertanto caro Presidente Bardi, caro Assessore Galella, attendiamo la prima convocazione affinché si possano conoscere, almeno questo, i progetti alternativi da realizzare in Basilicata; dobbiamo muoverci perché il lavoro non aspetta.
In ultimo è necessario riprendere tutta la questione dell’Osservatorio Paritetico della Val d’Agri – OPT – a partire dalla Sorveglianza Sanitaria che si dovrà tradurre, come già ampiamente dibattuto in questi anni, in protocolli sanitari non differenziabili tra lavoratori perché, almeno sulla salute e sulla prevenzione, non possono esserci lavoratori di serie A e di serie B.
Per concludere, chiediamo da subito che l’impegno della Regione Basilicata, previsto anche negli accordi regionali come il Patto di Sito, relativamente al fondo sociale dei lavoratori della Val d’Agri cosi come quelli di Tempa Rossa, possa prendere forma affinché la Contrattazione Unica – trattamenti omogenei tra lavoratori – possa riprendere il proprio cammino.