Si è svolta la riunione dei delegati di Stellantis Melfi con la partecipazione della segretaria generale Fiom Cgil Basilicata, Giorgia Calamita. La discussione, molto partecipata, ha messo in luce tutte le difficoltà che le lavoratrici e i lavoratori stanno vivendo, una situazione non più sostenibile dal punto di vista delle condizioni di lavoro, salute e sicurezza, salario e precarietà occupazionale, che si aggiunge all’impatto che le tante crisi stanno attraversando anche il nostro paese: dalla micro componentistica alla pandemica, dalla guerra all’aumento dell’inflazione, dal caro vita all’aumento del costo dei carburanti, fino agli effetti della transizione energetica. Nella totale assenza della politica, che dovrebbe governare il momento e dare una nuova visione del paese mettendo al centro il lavoro di qualità e gli investimenti nel settore automotive, che è il più a rischio in questa fase di transizione, siamo costretti a subire una manovra appena varata che non risponde alle necessità e problemi del paese, attaccando chi lavora e premia gli evasori.
La continua ricerca della riduzione dei costi e dell’efficienza riducendo il più possibile le spese per superare la situazione di crisi e competere in un mercato, ormai molto incerto anche da parte di Stellantis, ha effetti devastanti sui salari, sempre più da fame, e sul peggioramento delle condizioni di lavoro.
Nello stabilimento Stellantis di Melfi si assiste a una fuoriuscita di molti lavoratori che rinunciano alla fabbrica perché ormai non riescono più a seguire quei ritmi di lavoro massacranti che mettono a rischio la salute dei lavoratori, andando incontro a numerose malattie professionali certificate e a problemi di sicurezza sulle linee per l’aumento dei carichi di lavoro. Il risultato è di alcuni mancati infortuni, come quello di stamattina, quando un lavoratore ha rischiato mentre faceva manutenzione sugli impianti.
L’utilizzo continuo di ammortizzatori sociali con fermate dell’attività lavorativa in Stellantis senza alcuna programmazione stravolge regolarmente i tempi di vita delle lavoratrici e dei lavoratori in quanto il calendario dei turni annuale viene puntualmente disatteso. Gli effetti di tutta questa precarietà impattano su tutta l’area industriale di Melfi.
La Fiom Cgil e i delegati sono impegnati a rappresentare i lavoratori e a rivendicare salario, occupazione e diritti, oltre a chiedere un maggior coinvolgimento sulle scelte aziendali che impattano sui lavoratori attraverso un confronto che metta al centro tutte le criticità del sito di Melfi.
La Fiom Cgil rivendica la necessità di superare le logiche del contatto collettivo specifico di primo livello perché ormai è evidente che siamo in una nuova fase storica, che deve essere affrontata con nuovi strumenti contrattuali che uniscano i lavoratori e con nuove politiche del settore per garantire il mantenimento occupazionale, salvaguardare la produzione, aumentare i salari e recuperare il potere di acquisto.