Sono una decina i pensionati lucani che hanno aderito al ricorso collettivo alla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo promosso dalla Uil Pensionati di intesa con la Uil confederale per contestare la mancata attuazione integrale della sentenza della Corte Costituzionale n 70 che ha dichiarato incostituzionale il blocco totale della perequazione automatica delle pensioni di importo superiore a tre volte il minimo. Il numero di adesioni – si precisa in una nota – è limitato perché ha il significato di una prima azione (la selezione è avvenuta per gruppi di reddito da pensione) di una tutela che si rivolge all’intera categoria e che sarà esercitata in tutte le sedi.
“Questa iniziativa si affianca ai ricorsi all’Inps e alle cause pilota che stiamo già realizzando sempre per ottenere il rispetto della sentenza della Corte Costituzionale italiana. Siamo infatti convinti come Uilp e come Uil – affermano i segretari regionali Vincenzo Tortorelli e Carmine Vaccaro – che sia legittimo e necessario ripristinare un diritto che è stato negato ai pensionati e riaccendere i riflettori sulle molte discriminazioni e penalizzazioni di cui i pensionati sono vittime nel nostro Paese”.
L’assunto è che le misure adottate dal Governo Renzi con il ddl 65, rimodulando ‘ora per allora’ il blocco della rivalutazione, vanificano gli effetti del pronunciamento della Corte Costituzionale, restituendo solo una piccola parte di quanto non percepito nel periodo 2012-2015, oltretutto escludendo una parte dei pensionati dal diritto a percepire qualsiasi restituzione.
Quanto previsto nel ddl 65, incidendo in modo retroattivo sul diritto dei pensionati a ottenere la restituzione integrale di quanto illegittimamente non percepito sulla base di una norma dichiarata incostituzionale, si pone in contrasto con il diritto a un equo processo, sancito dall’art. 6 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, e con il diritto al rispetto dei beni, garantito dall’articolo 1 del Protocollo n. 1 alla Convenzione stessa, avendo la Corte europea riconosciuto la natura patrimoniale dei trattamenti pensionistici in godimento.
Il ricorso è seguito da uno studio legale internazionale e le spese per la sua predisposizione e per l’espletamento dell’attività difensiva sono a carico della Uilp.
“Si tratta – si precisa nella nota – di una azione collettiva: come Uilp avremo il mandato di rappresentare i pensionati nostri iscritti. Visti i tempi brevi per la presentazione del ricorso, intendiamo raccogliere un numero sufficiente di ricorsi, di pensionati di tutte le aree del Paese e di tutti i gruppi reddituali coinvolti dalla Sentenza della Corte, rappresentativo di tutta la platea degli interessati. Per maggiori chiarimenti, invitiamo tutti i nostri iscritti a rivolgersi alle nostre sedi territoriali”.
“Con questa azione collettiva vogliamo in sostanza dimostrare l’incompatibilità del ddl 65 con la Convenzione europea dei diritti dell’uomo”, affermanoi Segretari Tortorelli e Vaccaro, aggiungendo: “Il nostro obiettivo è soprattutto politico. Se otterremo un pronunciamento a noi favorevole,trattandosi di una violazione che colpisce allo stesso modo un’intera categoria di soggetti, la Corte europea dei diritti dell’uomo potrà condannare il Governo italiano ad adottare tutte le misure necessarie ad eliminare le cause sistemiche all’origine della situazione ritenuta in contrasto con la Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Ciò consentirebbe di trovare una soluzione in grado di risolvere il problema della mancata perequazione per tutti i pensionati”.
Ott 31