Rocco Pace, produttore olivicolo di Pietragalla è il nuovo presidente regionale dell’Oprol (Organizzazione Produttori Olivicoli Lucani) aderente alla Cia. Lo ha eletto l’assemblea dell’organizzazione che ha rinnovato anche il consiglio di amministrazione formato da Paolo Colonna (Ferrandina) vice presidente, Salvatore Danzi (Tricarico), Antonio Michele Larocca (coop. Riconquista Lavello), Giuseppe Mastrangelo (Bernalda), Antonello Pepe (Albano di L.) e Loredana Tantulli (Ferrandina). L’assemblea è stata l’occasione per fare il punto dei problemi esistenti nel comparto e per avviare una nuova fase di attività delle Op.
Per l’Oprol questi i punti di debolezza della filiera olivicola:
-presenza massiccia di oliveti ultrasecolari e spesso obsoleti. di oliveti ubicati in terreni acclivi e in generale in ambienti pedo-climatici marginali (la cui razionalizzazione richiede il varo del più volte invocato Piano Olivicolo nazionale);
-scarsa competitività rispetto alle produzioni olivicole degli altri paesi (imputabile essenzialmente al maggior costo del lavoro, per ridurre il quale bisogna intervenire con la meccanizzazione, con particolare riguardo alla potatura e alla raccolta);
-eccessiva frammentazione fondiaria ( non suffragata da adeguate forme di cooperazione. associazionismo e contoterzismo che devono essere promosse finalizzandole sia alla gestione dell’oliveto sia alla commercializzazione del prodotto);
-carenza di manodopera specializzata;
-assenza di un piano organico di sviluppo, assenza di lotta alle frodi.
Il pacchetto di proposte prevede una serie di azioni da sviluppare in maniera adeguata. Inoltre, l’Oprol intende anche sviluppare una filiera commerciale che punti a potenziare la commercializzazione della materia prima cercando di creare valore aggiunto al mondo agricolo. E’ un progetto triennale che vedrà coinvolta l’associazione con tutti i suoi tecnici che saranno presenti nelle aziende a sostegno degli olivicoltori.
C’è da fare i conti, poi, con l’anno nero, il 2016 che ha ridotto drasticamente la produzione di olio, 200 mila tonnellate in Italia (- 63 % rispetto alla campagna 2015/2016). Ma c’è anche da cogliere alcune importanti opportunità: fra tutte, quella che il Bel Paese, continua ad essere un gran consumatore di olio di oliva. Sarà per via della dieta mediterranea e di una certa cultura delle materie prime, fatto sta che il consumo pro/capite nazionale si attesta sui11 chili di olio, con un fabbisogno complessivo che raggiunge circa 600 mila tonnellate.
Il nostro obiettivo – ha detto il neo presidente Pace – è quello di costruire una grande Organizzazione di Prodotto (OP) che abbia valenza Regionale, rappresenti i bisogni del territorio e della filiera in modo unitario e guardi con attenzione ad un mercato di qualità, dove i produttori organizzati si possano rivedere.
In particolare, è importante programmare e gestire bene i programmi previsti nel nuovo Regolamento unico per finanziare l’aggregazione, l’innovazione, l’internazionalizzazione. Bisogna, quindi, agire in maniera propositiva affinché la nostra olivicoltura – ha continuato – trovi finalmente le adeguate risposte per uno sviluppo appropriato e redditizio, cogliendo le opportunità offerte dalla nuova Pac 2014-2020 e dalle norme nazionali in vigore che potranno essere migliorate con l’adeguamento alla normativa Ue. Nonostante le insufficienze del Piano Olivicolo Nazionale le scelte strategiche devono trovare punti di riferimento nel PSR che deve diventare una delle priorità per cambiare il volto del nostro comparto e renderlo attrattivo soprattutto per le giovani imprese.
Mag 30