Gianni Rosa, consigliere regionale di Fratelli d’Italia, commenta il vertice promosso a Spinoso dai sindaci lucani per discutere le questioni legate allo sfruttaimenti della Basilicata da parte delle compagnie petrolifere. Di seguito la nota integrale.
I sindaci lucani che in questi giorni sono ritornati a far sentire la loro voce contro lo “sfruttamento della Basilicata da parte delle compagnie petrolifere” stanno portando avanti una battaglia sacrosanta. Tuttavia ci auguriamo non sia una semplice messa in scena pre elettorale. Da sempre attenti al binomio tutto lucano petrolio/povertà comprendiamo bene quanto sia importante alzare la voce contro chi ha permesso tutto ciò. Siamo però convinti che la protesta debba essere indirizzata prima di tutto contro la Regione Basilicata e poi contro il Governo e le Compagnie petrolifere. Chi si è giocato male (al ribasso) la partita del petrolio è chi ha governato negli ultimi vent’anni e più. E dunque è a costoro che bisogna rivolgersi e da cui pretendere risposte concrete. Mi fa sorridere leggere quanto dichiarato dal sindaco di Sant’Arcangelo a mezzo stampa ovvero che la “Nazione dovrà farsi carico della conclamata povertà della Basilicata, terra ricca di risorse ma non di lavoro”. Mi fa sorridere amaro perché il conto andrebbe chiesto a chi questa terra la svenduta e cioè al governo di centrosinistra di cui molti di voi fanno parte. Solo dopo si può alzare la voce con chi sta più in alto. Altrimenti la protesta dei sindaci ribelli rischia di trasformarsi in farsa pre elettorale. Bisogna avere il coraggio, in nome dei cittadini che si rappresenta, di chiedere il conto ai veri responsabili. Costi quel che costi.
Gianni Rosa, Fratelli d’Italia Basilicata
“Ambiente, salute e lavoro. Con queste priorità il programma di distribuzione del denaro proveniente dalle royalties deve essere esteso a tutti i 131 comuni della Basilicata che dovranno essere coinvolti nella gestione dei fondi.”
Il presidente Franco Stella condivide il percorso di democratizzazione delle royalties che i sindaci “ribelli” stanno portando avanti e ne sostiene il principio ispiratore: “stiamo parlando di mettere a servizio dei cittadini soldi che le società petrolifere ci riconoscono a fronte dell’utilizzo delle nostre risorse. Dal petrolio al gas, considerando l’usura delle strade locali costrette a sopportare il traffico ingente e quotidiano dei mezzi delle società estrattive. Perché nonostante la Basilicata sia la regione più ricca di giacimenti, e con i suoi soli 580 mila abitanti (poco più di un quartiere di Napoli) dovrebbe essere la più sviluppata, di fatto continua a essere tra le più povere. Un dato gravemente contraddittorio che occorre ribaltare nell’interesse della nostra sopravvivenza.”
In ragione dei numerosi argomenti portati avanti dai sindaci, il presidente Stella ha ribadito come sia importante: “che le valli Camastra, Basento e Agri, insieme a Tito, siano compatte rispetto a un obiettivo di equità e giustizia sociale nel quale siamo coinvolti tutti. Una responsabilità collettiva nella quale i singoli rivendicano il proprio diritto allo sviluppo. In tutti questi anni abbiamo dato così tanto e perso altrettanto. Non abbiamo infrastrutture, l’occupazione non c’è, le imprese sono al collasso. E l’ambiente? Lo abbiamo depredato senza riuscire a ripianare il danno causato. E invece, tra le altre cose, dobbiamo incentivare la produzione di biocarburanti proprio adoperando i fondi rivenienti dalle royalties. Abbiamo bisogno di ripartire e bene ha fatto il sindaco di Pisticci a dare voce anche al Materano in quella che considero essere una opportunità importante per la Basilicata.”
“L’incontro dei sindaci a Spinoso, al quale ho partecipato per ascoltare proposte, idee e valutazioni, può aprire una nuova fase, sicuramente più partecipata e condivisa, nella gestione delle risorse petrolifere della Val d’Agri e del Sauro a condizione che si sgombri il campo, principalmente, da due equivoci-rischi: allargare indistintamente i benefici dell’estrazione di idrocarburi ad altri Comuni non produrrebbe alcun beneficio ed anzi favorirebbe la dispersione della risorse finanziarie residue rispetto a quelle “incamerate” dal bilancio della Regione; il maggiore e legittimo protagonismo dei sindaci dispone già di strumenti ed occasioni da utilizzare a pieno e, magari, da valorizzare ed adeguare”. E’ quanto sostiene il consigliere regionale Antonio Autilio.
“Non ho mai ritenuto che le royalties del petrolio – precisa – debbano essere un esclusivo diritto dei Comuni individuati dalla LR 40/95, solo che prima di discutere ed individuare modalità di impiego delle stesse per altre esigenze, come del resto è accaduto da anni attraverso il bilancio della Regione, mi sembra opportuno fermarsi un attimo a riflettere su quali sono state sinora le risposte ottenute dalle comunità locali dei comprensori petroliferi rispetto all’impatto dell’attività di estrazione, lavorazione e ricerca di idrocarburi sulla salute, l’ambiente, le attività del territorio. Per sinterizzare, è come se volessimo passare ad una fase due della programmazione delle royalties senza ancora aver definito in forma compiuta la fase uno. Quanto alle condivisibili rivendicazioni dei sindaci a poter decidere di più, vorrei ricordare – dice Autilio – che esiste un Comitato di sindaci che ha già poteri e compiti specifici. Semmai è il caso di fare autocritica rispetto alla scarsa funzionalità esercitata dal Comitato stesso e al quasi inesistente rapporto tra Comitato e Cabina di Regia P.O. Val d’Agri. Voglio dire che se la Regione si è appropriata delle royalties per questioni sociali, di emergenza, sicuramente rilevanti, è anche perché i sindaci non hanno esercitato il proprio potere di concertazione e pertanto possono superare questo limite da subito, senza attendere magari l’istituzione di ulteriori strumenti.
La mia posizione sostenuta in occasione di ogni manovra finanziaria, sia di bilancio annuale che di assestamento, come più di recente per la proposta di assestamento del bilancio 2013, è chiara e non consente equivoci di interpretazioni: utilizzare le risorse delle royalties per interventi di spesa corrente e, quindi, per far fronte ad esigenze, senz’altro rilevanti, di natura assistenziale, che riguardano molte famiglie della nostra regione, non può mettere in secondo piano quella che è la natura della legge 40/95 e dei suoi obiettivi. Anzi, se la Regione lo ha fatto, motivo in più perché anche i Comuni dei comprensori petroliferi possano farlo per superare i ben noti e gravi limiti di finanza locale e di scarsi trasferimenti statali. Su un altro aspetto della questione non intendo indietreggiare di un millimetro: circa un anno e mezzo fa nell’approvazione del bilancio del 2011, riuscimmo a concordare di creare il cosiddetto ‘tesoretto’, vale a dire a mettere in salvaguardia un fondo di almeno 20-30 milioni che non fossero ‘distratti’, o se si preferisce altro termine, dirottati per altri scopi. Ebbene, risollecito una risposta, chiedendo il sostegno degli amministratori locali, su cosa n’è ancora del “tesoretto”.
Per Autilio infine “battersi perché non sia il Ministero dello Sviluppo Economico a gestire direttamente e centralisticamente i 2 miliardi di euro (anche se tutti ancora da verificare) derivanti dall’art. 16 del decreto liberalizzazioni non deve diventare un alibi per affermare il popolare detto napoletano: “chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato, scordiamoci del passato…”.
Sindaco di Pisticci replica al consigliere regionale Autilio
La lodevole iniziativa dei Sindaci della Val d’Agri in merito alle tematiche relative al petrolio lucano, segna un importante snodo quando i primi cittadini fanno emergere la volontà comune di avviare una riflessione profonda su una tematica importante. Si può affermare, infatti, che la risorsa petrolio è una delle leve maggiori a disposizione delle popolazioni della Basilicata da utilizzare per un progetto di sostegno e sviluppo alle attività produttive e occupazionale della regione, di tutela della salute e dell’ambiente.
A mio modo di vedere è precondizione essenziale, al raggiungimento di rilevanti obiettivi strategici, avere la consapevolezza dei numeri demografici espressi dalla regione e la convinzione che di fronte alla potenza del potere delle compagnie petrolifere è essenziale l’unità dei territori.
Per questa ragione è da salutare positivamente l’iniziativa proposta per il prossimo 11 settembre che prevede il coinvolgimento dei Sindaci dei 131 comuni lucani. Alla luce della diffusa volontà di fare rete, stupisce, quindi, la reiterazione di principi ispirati dalla sindrome del piccolo, troppo spesso foriera dell’isolamento dei territori, avvertito in misura maggiore in un momento nel quale è palese la debolezza della capacità di rappresentanza dei partiti e della politica. A tale atteggiamento sembra siano ispirate le dichiarazioni del consigliere regionale Autilio quando afferma che gli eventuali benefici delle estrazioni di idrocarburi dovrebbe essere circoscritti ai comuni dove sono ubicati i pozzi, pena la dispersione delle risorse.
Non condivido tale impostazione in quanto sarebbe ulteriore premessa a quell’isolamento che si vorrebbe scongiurare. Lo sforzo che dobbiamo compiere è quello di fare un ragionamento d’insieme che tenga conto delle tante realtà territoriali, evitando una sorta di guerra tra poveri, anche sulla scorta dell’esperienza maturata, con l’obiettivo unitario di ottenere, tutti insieme, maggiori vantaggi senza dividere il poco che è concesso ma, con l’intento di aggiungere altre cospicue risorse in cambio del grande contributo all’economia nazionale portato dalla Basilicata .
Non è questa la sede di fare ipotesi e calcoli, sarà uno dei temi da affrontare il prossimo 11 settembre dall’assemblea dei sindaci alla cui riuscita lavorerò con il massimo impegno, assieme ai colleghi e che spero sia ispirato alla solidarietà massima tra i territori e alla loro autodeterminazione.
“Dobbiamo essere tutti grati ai sindaci di Spinoso, Grumento, Montemurro, Sarconi, Paterno e Tramutola che insieme ad altri amministratori locali consentono al dibattito politico di uscire dalle secche in cui si ritrova per affrontare i grandi temi del futuro della Basilicata tra i quali il petrolio è senz’altro il principale”. Lo ha detto Egidio Digilio, coordinatore regionale di Fli, già senatore.
“Intanto, va sottolineato il tentativo positivo – aggiunge – di evitare contrapposizioni con i Comuni che sinora hanno ottenuto o che otterranno a breve più royalties per mettere insieme, attraverso i municipi, aree territoriali diverse riconducendo ad una visione quanto più unitaria e regionalistica le questioni, strettamente intrecciate tra loro, della ripartizione e dell’impiego delle stesse royalties. Ricordo che in occasione dell’approvazione del decreto liberalizzazioni polemizzai con il Governatore De Filippo che aveva proposto “una sorta di specialità” da rivendicare al Governo Nazionale e alla Commissione Europea , l’assunzione di un modello regionale unico e distintivo “con percorsi attuativi eccezionali”, dunque una nuova regione a statuto speciale. L’attuale fase politica regionale, ovviamente, impedisce di sostenere questa idea suggestiva (da componente della Commissione Affari Istituzionali del Senato dove ho lavorato sull’ordinamento dello Stato e della Pubblica Amministrazione ad ogni livello, e non è mai capitata un’idea del genere), ma come allora io continuo ad essere del parere che non c’è bisogno di alcuna specialità e tanto meno di uomini speciali. Ritengo che come metodo – continua Digilio – si debba affermare quello dell’autentica concertazione tra autonomie locali diverse e forze sociali ed imprenditoriali. Dunque una svolta che ci faccia dimenticare Cabine di Regia con un solo regista, tavoli tecnici formali, incontri inconcludenti. Solo così, riacquistando una posizione realmente unitaria perché capace di rappresentare tutte le esigenze delle nostre comunità diventerà possibile ricontrattare con il Governo e le compagnie tutti gli aspetti (e non solo quelli finanziari) derivanti dall’impatto dell’estrazione e ricerca di idrocarburi sui nostri territori. Un consiglio ai sindaci protagonisti di questa positiva stagione di risveglio autonomista: abbandonare suggestioni e aspettative personalistiche in progetti di lista o liste di sindaci di cui non c’è alcun bisogno perché frantumerebbero ancora di più gli interessi politici in campo e scatenerebbero guerre di campanile. Se invece qualche sindaco ha voglia di un impegno in Consiglio Regionale si candidi pure scegliendo partito e coalizione. Sarebbe quest’ultimo un atto importante in direzione – sottolinea il coordinatore di Fli – di quel progetto politico a cui sto lavorando in contrapposizione ad ipotesi di cartello “tutti contro Pd-centrosinistra” che non è di alcun aiuto a far vincere un’alternativa di governo regionale e di gestione delle risorse energetiche. Ci vuole però – continua Digilio – una chiara strategia che faccia della gestione e della spesa ordinarie elementi di discontinuità con quanto è accaduto sinora con il P.O. Val d’Agri e i 350 milioni di euro di royalties disseminati in tanti rivoli senza produrre né posti di lavoro stabili e duraturi, né sviluppo e né benessere sociale”.