Mentre l’ “asfittico” dibattito politico è tutto concentrato su proposte di candidature a Governatore e proposte di possibili coalizioni, ci pensa l’Istat a rimettere l’attenzione dovuta sul primo dramma sociale che tocca direttamente migliaia e migliaia di famiglie lucane. L’incidenza della povertà, come la chiamano con il freddo linguaggio gli statistici, condiziona la vita del 21,6% dei cittadini della nostra regione e cresce di anno in anno.
Ad affermarlo è il segretario regionale di Italia dei Valori Angelo Rosella che aggiunge: in Basilicata non partiamo da zero e per questo possiamo concentrarci ancora con maggiore efficacia sulle azioni e misure da mettere in campo per fronteggiare il disagio sociale. Mi riferisco alla riprogrammazione delle risorse già destinate al reddito minimo di inserimento e all’insediamento del tavolo regionale della rete della protezione ed inclusione sociale con l’obiettivo principale di integrare il Rei, Reddito di inclusione, con la misura regionale del reddito minimo di inserimento, per ampliare la base dei soggetti a cui fornire un sostegno al reddito. Un passo avanti è stato compiuto – continua Rosella – con il provvedimento che riguarda i beneficiari della Categoria A del RMI (lavoratori ex mobilità in deroga) che verranno assunti, per lo svolgimento di 102 giornate lavorative con contratto idraulico-forestale, a partire dal 1 luglio 2018. Si passa da una visione puramente assistenzialistica a quella di dignità di persone che vogliono guadagnarsi il reddito per le proprie famiglie ed essere utili in attività di particolare rilevanza per le problematiche del territorio e dell’ambiente.L’idea di riconoscere un reddito a tutti coloro che si trovano in condizioni di povertà coinvolge scelte fondamentali di politica economica, che non può tuttavia prescindere dalla politica attiva del lavoro come strumento principale.
Ma questo non basta sia perché la quantità di persone che vivono nelle condizioni descritte nel rapporto Istat – povertà assoluta e relativa – è maggiore rispetto alla risposta che i provvedimenti della Regione sono in grado di dare e sia perché ci sono aspetti che riguardano la vita di tante famiglie, specie in presenza di anziani.
In attesa che il Governo M5S-Lega chiarisca cosa vuole realmente fare dopo gli annunci propagandistici e cosa potrà essere realmente il “reddito di dignità” di cui parla il Ministro Di Maio – afferma Rosella – al tavolo insediato in Regione e con il maggiore coinvolgimento dell’associazionismo, del Terzo Settore, delle forze sindacali, è necessario ripiegarsi ed approfondire tutti gli aspetti ancora aperti. Il monito Istat alla politica è chiaro: meno tempo da perdere in riunioni e più per affrontare i problemi della gente.
Giu 27