Salario minimo, Cavallo (Cisl): “Fissarlo attraverso la contrattazione, no a fughe in avanti che indeboliscono i lavoratori”. Di seguito la nota integrale.
«Sul salario minimo la posizione della Cisl è chiara e coerente: si faccia attraverso la contrattazione come ci chiede l’Unione Europea. Chi oggi fa fughe in avanti sappia che con il salario minimo per legge si distrugge la contrattazione e si indeboliscono i lavoratori». Queste le parole del segretario generale della Cisl Basilicata Vincenzo Cavallo che guarda con scetticismo all’idea di stabilire per legge una soglia minima di 9 euro lordi all’ora. «Nel nostro paese il problema dei salari è che sono mediamente inferiori a quelli europei, la sfida dunque è impiegare bene la leva della contrattazione per una forte redistribuzione del reddito e per contrastare l’inflazione che negli ultimi mesi ha pesantemente falcidiato il potere di acquisto delle famiglie. Fissare per legge un salario minimo provocherebbe, al contrario, la fuga di molte aziende per non applicare i contratti, una diminuzione generale dei salari medi e un aumento del lavoro nero e sommerso. Chi oggi, anche tra le organizzazioni sindacali, propone il salario minimo per legge dovrebbe anche sapere che la retribuzione non comprende solo il salario minimo, ma anche la tredicesima, le ferie, il trattamento di fine rapporto, le maggiorazioni per il lavoro notturno, la previdenza complementare, la sanità integrativa, la formazione continua e molte altre voci che solo la contrattazione tra le parti può garantire. Per questo noi come Cisl diciamo che il salario minimo è materia da affrontare in sede contrattuale e chiediamo al Governo e alle imprese un coordinamento per controllare i prezzi e le tariffe, limitare la speculazione, rinnovare i contratti pubblici e privati, alcuni inspiegabilmente fermi da anni, e rendere strutturale la riduzione del costo del lavoro anche per il futuro. Ancora una volta alle facili scorciatoie populistiche – conclude il segretario della Cisl lucana – preferiamo la strada della contrattazione e del dialogo, l’unica possibile per rilanciare un paese diviso e diseguale come l’Italia e per aumentare le buste paga delle lavoratrici e dei lavoratori».