La suggestione dei camini accesi, la “rivincita” dei carnivori sui vegetariani, l’affermazione di menù-budget “antispreco”: è la fotografia del San Silvestro nei 220 agriturismi e punti di ristoro della Basilicata. Per Turismo Verde-Cia il capodanno 2016 è stato il più ‘verde’ degli ultimi venti anni. Bisogna infatti risalire al 1995, quando iniziò un vero è proprio boom del movimento agrituristico per ritrovare tanta attenzione per le mete di campagna nel giorno più lungo dell’anno. In coerenza con un San Silvestro dai toni sobri, anche la spesa media, per le famiglie si è attestata tra i 55 e i 70 euro per il cenone con offerte scontate per i pernottamenti. E chi ha scelto di festeggiare in casa con un budget “antispreco” contenuto entro i 25 euro a persona ha fatto spesa in azienda agricola.
Menù locali hanno prevalso naturalmente sulle tavole degli agriturismi, dove le tradizioni della cucina contadina si mantengono sempre vive, sopratutto a Capodanno. Secondo Turismo Verde, queste lunghe festività stanno premiando la vacanza in campagna, che cresce dell’8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Merito dei prezzi competitivi, con la possibilità di pacchetti e offerte “last minute”, ma anche della scelta di località vicine. Si tratta infatti di vacanze brevi, con soggiorni di 1-2 notti per una tipologia di turismo prettamente regionale.
San Silvestro non è solo il giorno in cui gli italiani stappano più bottiglie di “bollicine”, ma è anche il giorno della grande rivincita dei “carnivori”, che in poche ore consumeranno circa 20 milioni di chili di carne tra cotechini, zamponi e salsicce.
E da noi l’agnello delle Dolomiti Lucane super-richiesto per i menù di San Silvestro e Primo del nuovo anno. Proprio nel comprensorio Castelmezzano-Pietrapertosa – rileva il CS Thalia – si è registrato il tutto esaurito per effetto del richiamo paesaggistico rurale. Ci sono famiglie – riferisce Michele Mattia, operatore agrituristico (Il Molino della Contessa) – che prenotano già le festività del nuovo anno, ponti e periodi più o meno lunghi per garantirsi l’ospitalità. E’ l’ulteriore testimonianza che nell’area delle Dolomiti Lucane c’è gente tenace che non demorde di fronte comunque alla crisi dei consumi, persino con la realizzazione di una piscina a fianco dell’azienda per offrire un’ ulteriore attrazione da aggiungere oltre che alla cucina, agli itinerari alla scoperta del Parco, alle passeggiate, una novità richiesta dagli ospiti amanti delle vacanze in campagna, accrescendo l’atmosfera di accoglienza ed ospita. Un impegno ripagato dai crescenti consensi per la vacanza in campagna. Anche se è innegabile che il numero di vegetariani e vegani è in sensibile crescita nel nostro Paese, è altrettanto vero che proprio in questi due giorni di banchetti sono molti quelli che “disubbidiscono” al loro credo alimentare. Molti lo fanno consapevolmente, altri accidentalmente, ritrovandosi la carne nei sughi che sostengono le lenticchie. Si calcola, sommariamente, che circa un vegetariano su dieci, proprio a Capodanno, contravviene alla regola della propria dieta.
Nella classifica dei consumi di carne in volume, tra il cenone del 31 e il pranzo del primo dell’anno il cotechino è preferito allo zampone, incalzato dalle salsicce, perché favorite dalla fascia dei consumatori più giovani. Insomma, nella due giorni pantagruelica, a farla da padrone è la carne di suino, seguita da quella bovina, utilizzata principalmente per dar vita al brodo del primo dell’anno, e dalle carvi avicole.
E da qualche tempo si è molto attenti allo spreco. I nostri ospiti – dice ancora Michele Mattia – portano a casa in vaschetta quello che non riescono a finire al tavolo e ascoltano e seguono i nostri consigli per mangiare non in quantità (specie antipasti) preferendo gli antichi sapori e gusti.
Gen 01