“La Cisl Basilicata e le sue federazioni del pubblico impiego, dei medici e dei pensionati, “in merito alla pesantissima situazione delle liste d’attesa per le prestazioni sanitarie”, in una nota congiunta auspicano l’adozione di “alcuni accorgimenti organizzativi e di buonsenso che, mettendo al centro prioritariamente la necessità di assicurare la salute dei cittadini, possono migliorare notevolmente la situazione”. Tra le proposte avanzate dalla Cisl quella di “ottimizzare le attività del Cup in quanto il passaggio dal vecchio al nuovo sistema ancora manifesta delle criticità, anche mediante l’attivazione dei Cup di reparto, prendendo a riferimento buone pratiche in essere in alcuni reparti che riescono ad ottimizzare i processi”.
Per la Cisl è necessario inoltre “effettuare un monitoraggio per quantificare esattamente il dato effettivo delle prestazioni da recuperare, che si presume possano essere inferiori al numero quantificato dal piano regionale di rientro delle liste di attesa perché molti utenti, considerata la lunga attesa prospettata, avranno già effettuato altrove la prestazione, restando comunque in lista”.
“La Cisl non demonizza il ricorso al 54 per cento alla sanità privata per lo smaltimento delle liste – continua la nota – perché in questo momento di emergenza la priorità è quella di soddisfare le richieste dei cittadini, e se la sanità pubblica non riesce allo stato attuale a garantire l’ordinario, appare irrealistico che possa intervenire per smaltire lo straordinario che si è generato. Oltre al ricorso alle prestazioni della sanità privata – continua – è auspicabile che vengano implementate le ore della specialistica ambulatoriale”.
Tra le sollecitazioni della Cisl anche quella di “utilizzare le risorse che sono a disposizione dai trasferimenti nazionali per assumere nuovo personale del comparto, incentivando anche la telemedicina e la refertazione a distanza, e per promuovere convenzioni con i professionisti medici di altri reparti. Chiediamo inoltre che la Regione Basilicata dia indicazioni più stringenti sulle modalità di raggiungimento degli obiettivi ai direttori generali perché il piano di recupero delle prestazioni al momento è più una fotografia dell’esistente e contiene poche indicazioni operative di processo. È poi necessario accelerare sulla stesura del nuovo piano sanitario regionale e sugli adempimenti per l’attivazione della missione salute prevista dal PNRR”.