Sanità, Fp Cgil: Regione Basilicata convochi subito i sindacati per la ripartizione delle risorse stanziate dal governo nazionale per le prestazioni aggiuntive del personale medico e la riduzione delle liste di attesa. Di seguito la nota integrale.
La Regione Basilicata ripartisca subito le risorse stanziate dal governo nazionale con la Legge di Bilancio 2024 tra le aziende sanitarie per le prestazioni aggiuntive del personale medico e la riduzione delle liste di attesta. Al tal fine come Fp Cgil chiediamo di convocare immediatamente le organizzazioni sindacali per la definizione delle linee di indirizzo all’adeguamento delle tariffe.
Ricordiamo che la scorsa legge di bilancio, al fine di fronteggiare la carenza di personale sanitario nelle aziende e negli enti del Servizio sanitario nazionale (SSN) e di ridurre le liste di attesa e il ricorso alle esternalizzazioni, estende fino al 31 dicembre 2026 la facoltà di ricorrere agli incrementi delle tariffe orarie delle prestazioni aggiuntive del personale medico, così come previsto dalla contrattazione collettiva nazionale dell’Area sanità, per un importo pari a 100 euro lordi onnicomprensivi, disponendo, contestualmente, che tale incremento riguardi, dal 2024 al 2026, tutte le prestazioni aggiuntive svolte.
L’aumento della tariffa può arrivare fino a 60 euro lordi onnicomprensivi, al netto degli oneri riflessi a carico dell’amministrazione, per il personale del comparto.
Per tali finalità è autorizzata, per ciascuno degli anni 2024, 2025 e 2026, la spesa di 200 milioni di euro per il personale medico e di 80 milioni di euro per il personale sanitario del comparto. Di questo 208 milioni di euro la Basilicata ha ricevuto una quota pari allo 0,92% delle somme stanziate, ovvero 1 milione e 840 mila euro per il personale della dirigenza e 736 mila euro per quello del comparto.
Tuttavia a oggi la Regione non ci risulta abbia proceduto a ripartire le somme tra le aziende del servizio sanitario regionale e a dare indicazioni in merito all’incremento delle tariffe, ferme tra i 27 e i 30 euro, a seconda delle aziende, per il comparto, e a 80 euro per la dirigenza.
Abbiamo chiesto pertanto alla Regione Basilicata di ripartire immediatamente le risorse tra le aziende e di convocare le organizzazioni sindacali per la definizione delle linee di indirizzo.
Le liste di attesa rappresentano uno dei problemi che maggiormente impatta sul corretto funzionamento del sistema sanitario regionale, negando, nei fatti, il diritto dei cittadini a curarsi e aggrava giorno dopo giorno il saldo negativo della mobilità passiva interregionale che, con cifre da capogiro, sta portando il sistema ad implodere.