Giovedì 14 novembre 2019 il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, incontrerà una delegazione di Cgil Cisl Uil e Filca Fillea Fenea in occasione del presidio a Brienza per sollecitare lo sblocco delle opere pubbliche.
A distanza di otto mesi dallo sciopero generale, i lavoratori delle costruzioni tornano in piazza con i sindacati di categoria Filca Cisl, Feneal Uil e Fillea Cgil per chiedere lo sblocco dei cantieri pubblici e il rilancio del settore. In 100 piazze italiane, venerdì 15 novembre, i sindacati delle costruzioni hanno programmato presidi, volantinaggi, incontri con le istituzioni per ribadire la richiesta al governo di intervenire con scelte chiare e misure concrete che riportino il settore al centro della politica, rilanciando così la competitività e la produttività di tutto il paese. In Basilicata Filca, Fillea e Feneal hanno organizzato un presidio, a partire dalle 13, davanti al cantiere base della Vittadello (impresa esecutrice dei lavori della variante della Tito-Brienza), nei pressi della ex stazione di Brienza. Le ragioni della mobilitazione saranno illustrate giovedì 14 novembre alle 11, al presidente della giunta regionale Vito Bardi da una delegazione di Cgil Cisl Uil e Filca Fillea Feneal.
I sindacati chiedono “il rilancio delle infrastrutture, la riqualificazione e messa in sicurezza del territorio, la riforma delle pensioni e del fisco, un impegno più forte sulla legalità con il rafforzamento del Durc e della congruità, l’attuazione della patente a punti, un inasprimento delle pene, una reale riforma del codice degli appalti, che riduca il ricorso al subappalto e il numero delle stazioni appaltanti e favorisca il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa”.
Filca, Fillea e Feneal rivendicano l’apertura di un confronto con il governo “per capire i tempi e le modalità con cui si vuole intervenire per affrontare quella che è una vera e propria emergenza costruzioni che in 11 anni di crisi, la più drammatica dal dopoguerra, e in assenza di una idea di politica industriale, ha lasciato sul terreno 120 mila imprese chiuse e 800 mila operai senza lavoro. Solo in Basilicata – osservano Filca, Fillea e Feneal – sono andati in fumo circa 5 mila posti di lavoro. Rimettere in moto il settore, da sempre volano per la ripresa economica, vuol dire non solo lavoro per centinaia di migliaia di persone e ossigeno per un indotto enorme ma dare al paese infrastrutture moderne, edifici e territori riqualificati, riducendone i consumi e mettendoli in sicurezza dai rischi sismico ed idrogeologico”.
Le tre sigle sindacali sollecitano l’apertura del confronto anche con la giunta regionale per accelerare il completamento delle opere già iniziate e cantierizzare le opere già finanziate ma ferme al palo per ragioni burocratiche. Le segreterie regionali di Filca, Fillea e Feneal indicano tra le priorità la messa in sicurezza della Basentana e della Potenza-Melfi e lo sblocco del Distretto G dello schema idrico Basento-Bradano, “fermo nelle sabbie mobili della burocrazia e dei contenziosi. Far ripartire le costruzioni – concludono Filca, Fillea e Feneal – vuol dire far ripartire l’intera economia del paese e dare una boccata di ossigeno all’asfittica economia della Basilicata”.