Di seguito la nota inviata da Franco Coppola, segretario regionale UIL Pensionati di Basilicata.
Fra le questioni rilevanti che motivano Io sciopero generale di Venerdì 1 dicembre a Potenza, al quale i pensionati della UIL di Basilicata stanno dando convinta adesione, oltre a quelle prettamente pensionistiche tra cui: non recupero congruo del potere di acquisto, mancata sostanziale modifica dei parametri introdotti dalla legge Fornero, peggioramento in opinato per l’adesione a opzione donna, rideterminazione penalizzante dei coefficienti di rivalutazione per quanto riguarda i periodi antecedenti il 1995 per i pensionandi della Pubblica amministrazione che sta creando un fuggi fuggi nel settore già di per se con organici più che carenti, ecc. ecc.;
Per i pensionati in generale e per quelli Lucani in particolare, I’adesione allo sciopero è anche o soprattutto per denunciare a vivavoce lo stato comatoso in cui versa il sistema socio sanitario della nostra regione,che ormai non garantisce neanche i livelli minimi essenziali previsti per Legge e tutelati dalla stessa costituzione. Una per tutte le liste di attesa interminabili, che non si riescono a superare neanche in presenza di risorse specificamente destinate.
Questa condizione, fortemente consolidata, è da anni che viene denunciata senza però che le istituzioni e la politica Lucana complessivamente intesa, si siano mai adoperate per affrontare organicamente la problematica e precostituire le condizioni per uscirne fuori.
Nella legislatura attuale, a fronte di promesse di cambiamenti mirabolanti, abbiamo assistito invece ad un sostanziale peggioramento dovuto ad una inadeguatezza dei dirigenti individuati e nel caso ormai acclarato delle criticità sul territorio Materano, abbinata ad una mancata presenza proprio fisica e quindi al cumularsi di inefficienze e di ritardi.
A proposito si assiste quotidianamente ad un balletto di posizioni e denunce caratterizzate da una valenza di politica di parte, che si connota precipuamente per il tentativo di scaricare, a volte maldestramente,la responsabilità sulla parte avversa.
Nel frattempo, ed ormai da anni il merito, le ragioni vere e le azioni concrete da farsi restano sostanzialmente inevase ed in particolare:
E’ ormai da più di un decennio che non si elabora un piano Socio – Sanitario realistico, sulla base di una oggettiva e professionale rilevazione delle specificità dei nostri territori e della domanda di salute che ne discende;
Piano ancor più cogente al fine di mettere insieme gli interventi e di investimenti previsti dal PNRR (case ed ospedale della salute) e quindi raccordare e ottimizzare le funzioni delle attività per acuti con la impellente necessità di potenziare fortemente il territorio;
Manca ancora, nonostante le nostre pressanti richieste, una ridefinizione del regolamento per l’accreditamento delle case di riposo anche e soprattutto a carattere socio sanitario. L’esperienze a proposito vissute con il COVID e non solo, sono state proprie di una Regione che ha abdicato ai principi fondanti del vivere civile e all’attenzione dovuta e meritata dei nostri anziani;
Vi è poi il mancato finanziamento della Legge sull’ ‘invecchiamento attivo e occorrono molte più risorse per l’assistenza domiciliare e per i finanziamenti dei piani sociali di zona.
Insomma, la politica in questo settore,per usare un eufemismo, non ha dato il meglio di sé, pervadendo il sistema con una presenza asfissiante e deleteria nella gestione del sistema e mancando clamorosamente nelle competenze proprie di programmazione, monitoraggio e controllo.
Ma,non è permesso a proposito arrendersi,invece dobbiamo rilanciare chiedendo alla politica e quindi alle istituzioni una inversione radicale di comportamenti e di sostanza. Occorre però senso di responsabilità e capacità di lettura e conoscenza profonda del sistema.
A proposito auspichiamo fortemente che le prossime elezioni regionali ci portino in dote uomini, che vogliono sentitamente spendersi, in tal senso capaci, che hanno esperienze e riconoscimenti in merito e che mettano al centro della Ioro azione la cultura del fare a favore della popolazione Lucana tutta che in questi anni è totalmente mancata.