Sciopero regionale Cgil e Uil: Ferrone (consigliere provinciale, Pd), l’unica risposta possibile dei lavoratori lucani contro la manovra economica del Governo che è fortemente iniqua e contro le troppe assenze della Giunta Bardi.
Lo sciopero regionale di Cgil e Uil è l’unica risposta possibile dei lavoratori lucani contro la manovra economica del Governo che è fortemente iniqua, nel senso che non fa nulla per tutelare i più deboli con l’aggravante che è destinata ad ampliare le divaricazioni sociali specie nel Mezzogiorno e in Basilicata. A sostenerlo è il consigliere alla Provincia di Potenza Carmine Ferrone (Pd). Intanto – aggiunge – il Governo e il centrodestra continuano a fare muro contro la proposta di introdurre il salario minimo di cui c’è assoluto bisogno soprattutto al Sud. L’idea è quella di creare un fondo per finanziare lo strumento che, rappresenta una risposta ai tre milioni e mezzo di lavoratori poveri in Italia. Inoltre, il Pd si batte perché si preveda un credito di imposta per quelle imprese che non sono in grado di adeguarsi entro il 2024 ai nove euro di paga minima oraria prevista dal testo proposto insieme alle altre opposizioni. C’è poi la scuola – che da noi coincide con il ridimensionamento scolastico – e l’università con i ‘collegati’ del tema della casa. Il governo aveva promesso 200 milioni per adeguare le borse di studio alla corsa dell’inflazione, ma questi soldi non sono stati mai sul tavolo e si rischia di tornare al fenomeno degli idonei non beneficiari, cioè di studenti che hanno i requisiti per accedere alla borsa di studio ma che non lo possono fare perché finiscono i soldi. Il Pd propone risorse per il fondo affitti così da dare la possibilità di avere alloggi dignitosi agli studenti fuorisede. Per Ferrone Cgil e Uil hanno alzato il tiro contro la Giunta Bardi perché non possono più tollerare che a pochi mesi dalla fine della legislatura regionale non ci siano risposte adeguate per le nostre comunità soprattutto per la sanità, la tutela del welfare, contro lo spopolamento dei piccoli paesi e la fuga dei giovani.