Riceviamo e pubblichiamo il testo della lettera aperta inviata dal coordinamento USB Lavoro Privato di Natuzzi SpA alle istituzioni per scongiurare i licenziamenti nello stabilmento da parte dell’azienda e a seguire il testo della petizione popolare di sensibilizzazione per la solidarietà, il lavoro e la dignità inviato al Ministero dello Sviluppo Economico e ai presidenti delle Regioni PUglia e Basilicata.
Spett.li Acquasanta Giorgio Consigliere comunale Ginosa, gruppo M5S;
Auletta Francesco Antonio Sindaco di Garaguso (Mt);
Bernardo Andrea Sindaco di Colobraro;
Busto Austacio Domenico Assessore al Comune di Acquaviva delle Fonti;
Cantisani Maria Luisa Consigliera comunale Laurenzana;
Conca Mario Consigliere regionale Puglia, gruppo M5S;
D’Anzi Rocco Consigliere comunale Laterza, gruppo Futuro comune;
Forenza Eleonora Deputata del Parlamento UE, gruppo Sinistra Unitaria Europea;
Galante Paolo Presidente del gruppo Realtà Italia del Consiglio regionale Basilicata;
Isdraele-Romano Isacco Consigliere comunale Gioia d. C., gruppo Gallo Sindaco;
Lapolla Angelo Pres. del gruppo Mat. per De Ruggieri Sindaco del Consiglio com. Matera;
Leggieri Giovanni Presidente del gruppo M5S del Consiglio regionale Basilicata;
Lippolis Mariano Consigliere comunale Noci, gruppo Lista Civica Sinistra;
Loizzo Nicola Fedele Consigliere comunale Altamura, gruppo Fratelli d’Italia;
Masi Pietro Consigliere comunale Altamura, gruppo M5S;
Materdomini Antonio Pres. del gruppo M5S del Consiglio comunale Matera;
Melodia Rosa Consigliera comunale Altamura, gruppo Altamura Bene Comune;
Mollica Francesco Presidente del Consiglio regionale Basilicata;
Nettis Giovanni Consigliere comunale Acquaviva d. F., gruppo PD;
Parisi Vito Sindaco di Ginosa;
Perrone Francesco Consigliere comunale Laterza, gruppo Tradizione e Progresso;
Porta Giovanni componente Direttivo ANCI nazionale;
Perrino Giovanni Consigliere regionale Basilicata, gruppo M5S;
Pietroforte Francesca Pres. Consiglio comunale Acquaviva d. F. e Consigliera metrop. Bari;
Rossi Riccardo Consigliere comunale Brindisi, gruppo BS-BBC;
Zullo Ignazio Presidente del gruppo Co.R. del Consiglio regionale Puglia.
Ci rivolgiamo a voi in quanto firmatari della Petizione dei lavoratori della Natuzzi Spa (che potete rileggere di seguito), insieme ad altri 4.335 cittadini pugliesi e lucani.
La situazione nella stessa azienda è passata da drammatica a tragica. Infatti, la Natuzzi, lo scorso 26 luglio 2016 ha avviato le procedure per il licenziamento di 335 suoi dipendenti. Nonostante solo pochi mesi fa abbia ricevuto un importante finanziamento pubblico, attraverso il Ministero dello Sviluppo Economico, la Regione Puglia e la Regione Basilicata e queste ultime neanche chiedono di ritirare le procedure di mobilità, in virtù del denaro elargito all’impresa.
A questo paradosso si aggiunge che dei lavoratori prossimi al licenziamento, 51 sono iscritti all’Unione Sindacale di Base, ma questa organizzazione viene sistematicamente esclusa dai tavoli istituzionali e sindacali di trattativa. Mentre si compie una disparità di trattamento convocando puntualmente altri sindacati di cui non sappiamo se abbiano ancora iscritti tra le maestranze a rischio, quel che è certo però è che queste OO.SS. hanno compromesso notevolmente il rapporto di fiducia con i lavoratori della Natuzzi.
Fiducia che è stata tradita il 3 marzo 2015, quando i sindacati confederali, insieme all’azienda, Ministro del Lavoro, Mise e le due Regioni, hanno sottoscritto accordi illegittimi ed incomprensibili disponendo che ad una parte dei lavoratori della Natuzzi si applicasse il Contratto di Solidarietà e la restante parte fosse, viceversa, collocata in Cassa integrazione e trasferita presso Ginosa (Ta), uno stabilimento inattivo già da diversi anni prima. La disparità di trattamento a danno dei lavoratori è stata perseverata con l’accordo del 22 marzo 2016 ed ha portato alla situazione attuale, ossia che più di 300 unità si ritroverebbero disoccupate, considerato che il 16 ottobre prossimo scadrà la Cigs e non ci sarà possibilità di proroga, mentre il resto dei dipendenti Natuzzi è coperto dal Contratto di Solidarietà.
Pertanto, vi chiediamo di fare tutto ciò che è nelle vostre possibilità per correggere le sopra esposte ingiustizie, iniziando col rivendicare che il CdS sia esteso a tutte le maestranze (e le Leggi vigenti in materia consentono l’estensione), per poi arrivare a concertare un rilancio industriale dell’azienda, tale da arrestare lo stillicidio occupazionale che si verifica negli stabilimenti italiani della Multinazionale con sede a Santeramo in Colle (Ba).
Vi ringraziamo sin da ora per l’impegno che adotterete.
Un cordiale saluto.
Santeramo 30/8/2016
PETIZIONE POPOLARE DI SENSIBILIZZAZIONE
PER LA SOLIDARIETA’, IL LAVORO E LA DIGNITA’
Al Ministero dello Sviluppo Economico
Alla Presidenza della Giunta Regionale Pugliese
Alla Presidenza della Giunta Regionale Lucana
Premesso che:
– l’arte di fare divani è un inestimabile patrimonio economico, storico e culturale del nostro territorio, che sta andando verso l’estinzione. Una grossa responsabilità dello stillicidio occupazionale è imputabile alla Natuzzi Spa che, pur avendo a disposizione un enorme potenziale per affrontare la concorrenza dei mercati, quello della professionalità ed esperienza di tutti i suoi lavoratori, si ostina ad insistere sul versante della fallimentare riduzione del costo del lavoro;
– la Natuzzi Spa ha percepito nel tempo ingenti finanziamenti pubblici (38 milioni di euro stanziati a settembre 2015, solo per citarne l’ultimo in ordine di tempo).
Noi cittadini pugliesi e lucani chiediamo alle Istituzioni destinatarie della presente che pretendano dall’azienda Natuzzi la non apertura delle procedure di licenziamento collettivo nei prossimi mesi. Inoltre, chiediamo loro di garantire che ogni forma di ammortizzatore sociale sia applicata secondo il suo fine e le proprie regole e non come strumento di premialità o discriminazione ad uso e consumo dell’impresa. Pertanto, la Natuzzi Spa deve predisporre il rientro in produzione di tutti i suoi dipendenti, coinvolgendoli nel Contratto di Solidarietà, così come un utilizzo corretto di quest’ultimo vorrebbe.
Infine, chiediamo che, se nuove società dovessero insediarsi in loco e manifestare la volontà di assumere personale, si dia la priorità ai disoccupati di lunga data che non percepiscono nessun sostegno al reddito. E’ così che si comporta una comunità giusta e solidale.
Firmata da 4.335 cittadini pugliesi e lucani