La situazione è precipitata nelle stalle italiane ad un anno esatto dalla fine delle quote che coincide con la scadenza dei contratti che ha scatenato una nuova guerra del latte con migliaia di allevatori della Coldiretti che con trattori e mucche al seguito, lasciano le campagne per difendere il lavoro, gli animali, le stalle, i prati ed i pascoli custoditi da generazioni.
Di fronte ad una crisi senza precedenti, gli allevatori italiani in rivolta si sono dati appuntamento domani sabato 2 aprile 2016, dalle 9,00 di mattina in Via Trento 4, di fronte al Teatro Nuovo Giovanni da Udine, a Udine in Friuli che è la porta di ingresso in Italia di centinaia di milioni di chili di latte stranieri, anche come trasformati e semilavorati industriali, che vengono spacciati con l’inganno come Made in Italy.
Ci sarà anche la pronipote della mucca “Onestina”, simbolo della battaglia per il Made in Italy degli allevatori che chiedono di continuare a mungere con un prezzo giusto ed onesto.
Con gli allevatori, a rappresentare la nostra Regione, il Presidente della Coldiretti di Basilicata Piergiorgio Quarto con l’intera Giunta Nazionale, guidata dal Presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo.
Infatti anche in Basilicata il comparto del latte sconta, oltre il problema dei prezzi alla stalla, anche in molti casi i ritardi nei pagamenti da parte dei caseifici, che in alcuni casi è anche di cinque mesi; situazione che, con il prezzo del latte alla stalla inferiore ai costi di produzione, porta al tracollo finanziario delle imprese.
Nell’occasione sarà presentato il Dossier “Quote latte, un anno dopo” che fotografa la difficile situazione degli allevatori italiani ma saranno anche smascherati gli inganni di cagliate e polveri che passano i confini per diventare mozzarelle e formaggi italiani, e anche che tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro sono stranieri senza indicazione in etichetta, come pure la metà delle mozzarelle.
I DATI
Il settore lattiero caseario, secondo l’analisi della Coldiretti, rappresenta la voce più importante dell’agroalimentare italiano, con 35 mila imprese di allevamento, oltre la metà delle quali (55 per cento) si trova in zone montane o svantaggiate, per una produzione complessiva di latte bovino che ammonta a 11 milioni di tonnellate a fronte di 20 milioni di tonnellate consumate. In altre parole l’Italia è diventata dipendente dall’estero per quasi la metà del proprio fabbisogno in prodotti lattiero caseari.
E in Basilicata? Gli allevamenti di bovini da latte sono circa 700 ed il patrimonio bovino si attesta a circa 25.000 capi, con una media capi per azienda di circa 30 capi (triplicata nell’ultimo decennio). Le aree maggiormente vocate sono quelle dell’Alto Bradano (Genzano di Lucania e Lavello), Val D’Agri (Tramutola, Grumento Nova), del Marmo – Melandro (Bella, Baragiano, Brienza) e della Collina Materana con alcune grandi aziende anche nell’area della costa Jonica.
La produzione totale di latte in Basilicata è pari a circa 1,3 milioni di q.li per un valore della produzione lorda di circa 50 milioni di euro.
La maggior parte del latte è destinato alla trasformazione lattiero casearia (circa 60 opifici) e circa il 30% alla produzione di latte alimentare conferito ad aziende di livello nazionale e regionale. Per quanto riguarda il prezzo praticato alla stalla si calcola una media di circa 0,38 euro, con un minimo di 0,33 ad un massimo di 0,40 oltre IVA; il prezzo basso è praticato soprattutto ai piccoli allevatori delle aree interne.