Il segretario generale provinciale Flc Cgil Matera, Eustachio Nicoletti in una nota esprime soddisfazione per la grande adesione allo sciopero generale della scuola materana del 5 maggio scorso. La manifestazione ha “respinto” il Disegno di Legge presentato dal presidente del Consiglio Renzi che prevede:
- l’aumento dei poteri del dirigente scolastico che scardina i principi della democrazia scolastica fondata sul pluralismo e sulla libertà d’insegnamento, ponendo il personale in un rapporto di sudditanza;
- l’ingresso dei privati nella scuola che, a vantaggio delle logiche del mercato, radicalizza la sperequazione tra indirizzi, territori e destinatari, mina l’unitarietà del sistema scolastico statale e scardina il concetto di scuola come luogo di produzione di un sapere disinteressato;
- l’introduzione di un sistema competitivo basato sul “merito” che, con la competizione di un insegnante contro l’altro nella corsa ai crediti e alla progressione stipendiale, si traduce in una rivalità permanente fra colleghi/e e in una gerarchizzazione del corpo docenti contraria allo spirito di collegialità, condivisione e cooperazione su cui si fonda la vita scolastica;
- il potenziamento di un sistema di valutazione che genera un sapere standardizzato e impoverito e un abbassamento della qualità dell’istruzione;
- l’equiparazione della scuola pubblica con la scuola privata che, in nome di un distorto concetto di pluralismo, contravviene ad un chiaro dettame costituzionale ed al principio di uguaglianza a cui la scuola statale si ispira.
Infatti il 71,18 % (78,59 % docenti – 44,73 % personale Ata) del personale della scuola ha rigettato il modello aziendale della scuola, l’uso strumentale e propagandistico del piano di assunzione dei precari, l’alienazione del personale Ata che al contrario ha chiesto interventi che riqualifichi l’istruzione pubblica statale investendo risorse economiche aggiuntive che portino la spesa dell’Italia per istruzione, formazione e ricerca ai livelli della media europea, ossia al 6% del PIL.
La scuola materana ha voluto anche significare l’ulteriore disagio che vive la scuola del mezzogiorno ed in particolare la scuola lucana che, a partire soprattutto dal 2008, ha subito tagli agli organici in percentuali maggiori rispetto a quelli nazionali ( – 18% circa regione Basilicata a fronte del – 12% a livello nazionale) mettendo a dura prova il diritto allo studio e la sicurezza nelle scuole.
Dunque non una minoranza chiassosa come aveva sprezzatamente dichiarato qualche componente del Governo Renzi, ma percentuali inequivocabili che non lasciano spazi ad “offensivi e furbeschi giochi di prestigi televisivi” a cui, invece, si devono attivare “confronti democratici e veritieri” con il mondo della scuola e le parti sociali finalizzati alla costruzione di riforme rispettosi della scuola pubblica e statale sancita dalla Carta Costituzionale.