Semataf e smaltimento delle acque di strato del centro oli Tempa Rossa non preoccupano i politici occupati nella messa a punto di politiche assistenziali per conservare consensi e potere”. Di seguito la nota integrale inviata dal Comitato “La Voce di Corleto” e condivisa dai comitati Mediterraneo No Triv ed Osservatorio per la Val d’Agri.
In questi giorni convulsi sulla stampa si susseguono copiosi articoli e dichiarazioni dei politici nostrani aventi ad oggetto la questione petrolio, sia rispetto ai fatti che hanno interessato il Cova di Viggiano sia per quanto concerne l’avvio del Centro Oli “Tempa Rossa”.
Lascia basiti leggere i commenti e le dichiarazioni di taluni politici che, a dispetto del loro ruolo istituzionale che imporrebbe il dovere di vigilare e tutelare sulle situazioni che potrebbero ledere la salute pubblica e l’ambiente, preoccupati di mantenere leadership e potere hanno a cuore solo ed esclusivamente la questione occupazionale.
Così mentre lo scorso 09 settembre il Comitato “La Voce di Corleto” assieme ai comitati Mediterraneo No Triv ed Osservatorio per la Val d’Agri sedevano al tavolo del Ministero dell’Ambiente per discutere argomenti prioritari proprio rispetto alla tutela della salute pubblica, dell’ambiente e del territorio il successivo 14 settembre uno dei sindaci dell’area della concessione “Tempa Rossa” tuonava sui quotidiani locali dichiarando “ La nostra gente ha bisogno di lavorare. Ora”.
Abbiamo sempre sostenuto ed invocato la necessità di tutelare i beni ed i valori contenuti nella nostra carta costituzionale seguendo quella piramide ideologica che pone al vertice la tutela del diritto alla vita invece siamo costretti ad assistere ad un impietoso spettacolo dove si continua ad anteporre il proprio interesse particolare a quello collettivo fino a giungersi a finanziare progetti assistenzialistici con royalties che devono ancora essere incamerate, in barba ed in violazione della normativa vigente in materia e, soprattutto, nell’indifferenza più totale.
Addirittura nei giorni scorsi, sempre tramite i media locali, abbiamo sgomenti appreso come i Sindaci dell’area della concessione Tempa Rossa abbiano deciso di scendere in piazza perché vi sarebbero circa 250 disoccupati in attesa di impiego.
Secondo il Comitato per la salvaguardia dell’occupazione e del territorio quest’ultima notizia imporrebbe di interrogarsi seriamente chiedendosi dove fossero i Sindaci il 30 ottobre 2018 quando le manovalanze dismesse manifestavano solitarie, abbandonate da tutte le istituzioni, davanti i cancelli del Centro Oli di Tempa Rossa ed ancor di più dove fossero quando Total impiegava manovalanza esterna a discapito di quella locale. Oggi come di incanto i Sindaci ricordano che esiste una questione occupazionale! Ci sorprende ancor di più tanto livore soprattutto dal Sindaco di Corleto Perticara il quale, con royalties che deve ancora incassare, ha finanziato un bando per l’assunzione di 45 corletani da inserire presso il Comune come operatori generici in funzioni di pubblica utilità ed ai quali sarebbe stato promesso uno stipendio mensile di circa 1.200 euro da finanziare con i proventi dalle estrazioni.
Come può esistere una questione occupazionale a Corleto, piccolo centro con pochi abitanti, quando sembrerebbe che quasi tutta la popolazione abbia già trovato una tanto redditizia occupazione?
Il Comitato “La Voce di Corleto” in controtendenza rispetto a questo trend ha deciso invece di continuare pervicacemente a spendersi ed a battersi per la tutela dei valori e dei principi fondamentali non negoziabili e costituzionalmente garantiti.
Durante l’incontro tenutosi a Roma presso la sede del Ministero dell’Ambiente gli esponenti del Comitato hanno riferito ai funzionari ed ai dirigenti ivi presenti di essere molto preoccupati per quanto stà accadendo a Tempa Rossa precisamente rispetto a due questioni fondamentali ed altrettanto imprescindibili per la messa in produzione del Centro Oli in discorso.
La prima di tali questioni, ormai nota alle cronache perché denunciata già da tempo dal Comitato La Voce di Corleto, è quella relativa allo smaltimento delle acque di strato nel torrente Sauro ( ricordiamo torrente che va a riversarsi nell’invaso di Monte Cotugno che è la diga in terra battuta più grande d’Europa la cui acqua è destinata a diverse regioni meridionali per uso potabile, irriguo ed industriale): ebbene all’incontro presso il Ministero gli esponenti del Comitato hanno rilevato la pericolosità che potrebbe derivare alla salute pubblica sperimentando una metodologia di smaltimento che prevede il riversamento delle acque di produzione direttamente nel torrente Sauro. Infatti sebbene le concentrazioni di sostanze radioattive contenute nelle acque di scarto trattate sarebbero esigue non può non rilevarsi come nel caso di specie tali quantità dovrebbero essere necessariamente rapportate ai litri di acqua che quotidianamente verrebbero riversate nel Sauro soprattutto considerando come Total ha previsto un regime di produzione pari a 50.000 barili al giorno! Si ritiene, inoltre, che vi siano gravi profili di illegittimità rispetto alle autorizzazioni che sono state rilasciate per l’applicazione di tale metodo in quanto essendo l’impianto di trattamento e smaltimento delle acque di strato asservito al Centro Oli ( impianto sottoposto alle norme dettate dalla c.d. Direttiva Seveso III) queste anziché essere rilasciate dalla Regione Basilicata avrebbero dovuto correttamente essere rilasciate dal Ministero competente, per l’appunto il Ministero dell’Ambiente.
Altra questione che desta non poche preoccupazioni è quella legata all’ampliamento della Semataf, ovvero la discarica per rifiuti speciali che nasce a pochi metri dal centro abitato di Guardia Perticara e dove verranno riversati i fanghi derivanti dalle attività estrattive.
Anche in questo caso riteniamo che la competenza a rilasciare le autorizzazioni spetti necessariamente e per gli stessi motivi al Ministero dell’Ambiente, inoltre abbiamo avuto modo di rilevare e far notare ai funzionari ministeriali come correttamente dovrebbe parlarsi di nuova costruzione e non già di ampliamento della discarica considerate le dimensioni imponenti del progetto presentato alla Regione Basilicata nonché la tipologia di rifiuti che ivi verranno riversati.
Per tali motivi riteniamo necessario ed indispensabile che la politica si riappropri dei compiti ad essa spettanti iniziando a preoccuparsi seriamente per il futuro di questa terra e dei suoi cittadini anziché curarsi solo ed esclusivamente dei propri interessi personali e delle prossime campagne elettorali!