“Sequestro infopoint in via Lucana tra falsità e bugie. Diritti del cittadino e democrazia annientati”. Non usa mezzi termini l’imprenditore materano Luca Prisco in occasione della conferenza stampa promossa nel pomeriggio nei pressi delll’infopoint di via Lucana, il chiosco adibito ad informazione e accoglienza turistica che ha garantito un posto di lavoro a 6 guide turistiche, infopoint autorizzato dal 2019 al 2024 ma sequestrato nella serata del 4 agosto scorso dalla Polizia Locale di Matera.
Prisco ha svelato in conferenza stampa tutti i retroscena di questa vicenda attraverso i documenti del Comune di Matera.
All’incontro hanno partecipato le guide turistiche dell’azienda di Prisco, operatori del turismo, rappresentanti di associazioni di categoria, tra cui Leo Montemurro di Cna, la consigliera comunale Milena Tosti e il segretario cittadino del PD, Luigi Gravela.
Michele Capolupo
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La fotogallery della conferenza stampa con flash mob (foto www.SassiLive.it)
Di seguito l’intervento integrale di Luca Prisco su questa vicenda e la video-intervista rilasciata durante la conferenza stampa
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A distanza di un anno esatto, erano i primi di agosto 2021, incominciavano i controlli da parte dei Vigili Urbani di Matera guidati dal comandante Paolo Milillo. Tali controlli avvenivano puntualmente presso tutti gli uffici turistici di mia proprietà ed avvenivano più o meno allo stesso modo: i vigili entravano, chiedevano ora un documento ora un altro, senza specificare cosa stessero cercando per poi andare via. Naturalmente controlli che non producevano alcun tipo di verbale ma soprattutto controlli effettuati senza alcun mandato. L’importante era interrompere l’attività lavorativa anche in presenza di eventuali clienti.
L’apice di questi controlli la si ha il 28 agosto del 2021 quando con un blitz degno dei reparti speciali ben 6 agenti appartenenti sempre al Comando della polizia locale in borghese, divisi in due gruppi da tre intervengono su due situazioni differenti: il primo fermava la mia guida e i turisti in Piazza San Francesco controllando gli scontrini, il patentino della guida ma soprattutto interrogando i clienti con domande assurde tanto da infastidire non poco gli stessi turisti. Mentre il secondo gruppo di agenti interveniva presso l’Infopoint di Via Lucana angolo Pasquale Vena bloccando completamente l’attività e operando senza alcun rispetto sia per i dipendenti presenti ma soprattutto nei confronti degli avventori dicendo loro che “c’era un controllo di polizia amministrativa”. La cosa più allucinante è stata trovare gli agenti seduti all’unica scrivania che interrogavano i dipendenti con una serie di domande che andavano molto oltre la loro competenza. Giunto sul posto chiedevo il mandato da parte del comando per quella occupazione abusiva di un luogo privato ed anche in quella circostanza mi veniva risposto che non era necessario.
Ebbene questo controllo scaturisce da una serie di controlli amministrativi anche da parte di altri enti come quello della Guardia di Finanza di Matera che dichiara che le attività svolte erano tutte regolari (come si nota dai due verbali rilasciati a fine ispezione).
Sempre dal controllo dei vigili urbani del 28 agosto nasce anche un controllo da parte dell’Ufficio Patrimonio del Comune di Matera il quale si chiude a distanza di 30 giorni con una semplice memoria difensiva da parte del mio legale. Con la speranza che l’incresciosa vicenda fosse terminata, a distanza di ben sei mesi (per la precisione 189 giorni) mi giunge una comunicazione sempre dall’ufficio patrimonio che il procedimento, a seguito di una denuncia di una società concorrente non poteva dirsi concluso (il tutto in pieno spregio delle normative vigenti che regolano la Pubblica Amministrazione).
Da questo momento, era fine marzo, (vi prego di credermi) inizia una serie di atti e contro atti da parte di quasi tutti gli uffici comunali che a volte si smentivano tra di loro. Fatto sta che a metà giugno sempre l’ufficio patrimonio mi concedeva un termine di dieci giorni per regolarizzare quelle che per loro erano le anomalie di questa vicenda. Non sto qui a spiegare che i documenti da loro richiesti non erano mai stati nemmeno pensati negli anni passati quando mi concedevano la occupazione di suolo pubblico (occupazione che scade nel 2024) ma la cosa più incredibile era il tempo di 10 giorni per fare delle pratiche urbanistiche, agibilità, scia ed altro. Essendo delle pratiche complesse e complicate (considerate che dieci giorni è il tempo utile affinchè un ufficio pubblico dia incarico ad un proprio dipendente per seguire la pratica), a tempo scaduto sempre l’ufficio patrimonio con un’altra nota, era il 30 giugno di quest’anno comunicava la decadenza dell’occupazione di suolo pubblico che ricordo scade nel 2024.
Nel frattempo in questa vicenda si inseriva l’ufficio urbanistica che in teoria era stato incaricato dello smontaggio dell’infopoint. Ma qui colpo di scena l’ufficio mi concede altri 10 giorni (era il giorno 8 del mese di luglio) per presentare ulteriori memorie difensive. Nel presentare le memorie difensive il mio tecnico di fiducia depositava anche la prima pratica di adeguamento normativo come da loro richiesto. A questo punto l’ufficio urbanistica concedeva ulteriori dieci giorni sempre per chiarire alcune posizioni sempre attraverso le memorie difensive( 10 gg scadenti lunedì 8 agosto).
Arriviamo alla serata del 4 agosto, nel pieno della trattativa con l’ufficio urbanistica il comando dei vigili urbani ha pensato bene di intervenire sequestrando l’infopoint ma incredibilmente sigillando lo stesso come se fosse una scena del crimine. Inutile dire che anche in questa circostanza alla mia richiesta di conoscere il mandato i vigili si sono rifiutati di mostrarmelo (questa volta vicenda ripresa con il mio cellulare, video che mi è stato intimato di non rendere pubblico dagli stessi agenti), peccato che io lo produrrò solo nelle sedi opportune, quelle penali.
Questa azione di una gravità assurda, ricordo che mai nella storia di Matera si è proceduti a mettere i sigilli nemmeno ai palazzi costruiti abusivamente, è stata prodotta in pieno disprezzo sia dei termini concordati con l’ufficio urbanistica del Comune di Matera (non ancora scaduti), ma soprattutto non rispettando i famosi sessanta giorni che il cittadino ha di diritto per difendersi davanti al TAR. Ricordo che l’atto di decadenza è del 30 giugno, considerando il mese di chiusura di agosto degli uffici regionali, la naturale scadenza sarebbe stata il 30 di settembre. Tale diritto di difesa è anche citato nell’atto di decadenza dello stesso ufficio comunale.
Purtroppo assistere all’assalto politico utilizzando gli uffici comunali produce molte volte quello che il Comune di Matera sta già subendo, accertamenti, controlli ed in alcuni casi anche indagini ed arresti nei confronti dei mandanti ed esecutori. Non ci si deve meravigliare se poi la magistratura interviene e rende giustizia.
Ancora più vergognoso e meschino assistere al linciaggio mediatico da parte del Comune di Matera nei confronti di un’attività imprenditoriale con 25 anni di esperienza nel settore turistico, con personale altamente qualificato e professionale che ha reso al Comune di Matera un servizio gratuito per oltre 20 anni accogliendo i turisti in ben cinque lingue straniere. Ragazzi e ragazze, professionisti e amanti del proprio lavoro tra i primi a possedere il patentino di guida turistica regionale. Essere chiamati “abusivi” e “illegali” non solo è deprimente e squalificante se viene fatto dall’Amministrazione Comunale ma assume un carattere ancor più vile e meschino quando ci si pronuncia cosi violentemente senza aver atteso, per non dire anticipato, i tempi tecnici della giustizia.
Per tutta l’incresciosa vicenda che mi vede coinvolto, farò valere, attraverso i miei legali, tutti i diritti in mio possesso, sia in campo amministrativo che in ambito di risarcimento del danno di immagine lesa ma soprattutto in ambito penale.
Questa è sola la prima denuncia pubblica di una lunga serie che saranno presentate.
Luca Prisco