Oggi nuovo incontro in Prefettura sui servizi esternalizzati dell’AOR San Carlo di Potenza. Sotto osservazione sia la situazione nel lotto n. 1, aggiudicato al Consorzio Nazionale Servizi, sia l’assegnazione ufficiale del lotto n. 2 alla ditta Serenissima Ristorazione (già attiva sul lotto) che impiegherà, in base all’accordo sottoscritto oggi, 59 addetti nel trasporto vitto così ripartiti: 52 (erano 57 gli aventi diritto alla clausola sociale ma 5 sono fuori usciti per raggiungimento dei requisiti pensionistici) più altri 7 operatori provenienti dalla platea del primo lotto.
“Sebbene tale accordo, per il momento, sembrerebbe assicurare le attuali condizioni contrattuali – spiega la segretaria della Fisascat Cisl, Aurora Blanca – noi ci siamo astenuti dal firmarlo confermando la linea tenuta durante il cambio d’appalto del lotto n. 1. La nostra decisione – continua la sindacalista – è motivata dal fatto che l’accordo in realtà peggiora le condizioni dei lavoratori in quanto si è data la possibilità a Serenissima di applicare un contratto collettivo meno oneroso, ovviamente a tutto danno dei lavoratori, a fronte dell’assunzione di ulteriori 7 unità rivenienti dalla platea del primo lotto. È appena il caso di ricordare che il CNS, in quanto aggiudicatario del lotto n.1, avrebbe dovuto assumere sin da subito l’intera platea oggetto di clausola sociale pari a 198 addetti. Invece, anche in quel caso, fu permesso all’azienda di giocare al ribasso con una proposta di sole 240 mila ore e l’assunzione di sole 145 unità, a fronte delle oltre 300 mila ore da contrattualizzare e 198 addetti stabiliti negli atti di gara”.
Per Blanca “anche in questo caso si è consumata l’ennesima mortificazione della dignità umana. Fa specie – continua la segretaria della Fisascat – che finanche istituzioni di garanzia, come Prefettura e Regione, che dovrebbero assicurare il rispetto dei principi di legalità e trasparenza, considerino normale che una trattativa tra le parti possa riscrivere gli atti di gara e consentire alle ditte aggiudicatarie condizioni più favorevoli e un vantaggio economico indebito che va a discapito del diritto al lavoro e alla salute. Appare inoltre quanto mai inedito che con i soldi dei contribuenti si paghino servizi non effettuati o a tariffe maggiori e non rispondenti al costo del personale. Ricordiamo che trattasi di prestazioni labour intensive dove il costo del personale rappresenta oltre il 70 per cento del costo totale. Per questo ci riserviamo di attivare ogni azione che riterremo necessaria a tutela dei diritti dei lavoratori e dei cittadini-contribuenti”, conclude la segretaria della Fisascat Cisl.