Siderpotenza, il Consiglio regionale approva una risoluzione.
“Avviare ogni azione per creare le condizioni di contesto utili a garantire lo sviluppo futuro della Siderpotenza e l’attuazione completa del piano di investimenti, partendo da quelli di natura ambientale e dal potenziamento della logistica”
La Siderpotenza all’attenzione del Consiglio regionale della Basilicata. Dopo le comunicazioni del presidente Pittella nella seduta consiliare del 30 luglio, l’Aula ha approvato oggi all’unanimità una risoluzione di tutti i gruppi consiliari che rielabora i documenti presentati in precedenza dalla maggioranza e dall’opposizione. Con la risoluzione il Consiglio impegna la Giunta regionale “ad avviare ogni azione per creare le condizioni di contesto utili a garantire lo sviluppo futuro della Siderpotenza e l’attuazione completa del piano di investimenti, partendo da quelli di natura ambientale e dal potenziamento della logistica; a rivisitare con priorità assoluta l’Aia nel rispetto dei parametri previsti dalla normativa vigente e dalle Bat (Best Available Techniques); a riferire nella prima seduta di Consiglio regionale sullo stato di rilascio dell’Aia ed eventuali criticità; a potenziare, con ulteriori attività, il controllo ambientale e sanitario (ivi compresa l’indagine epidemiologica) sull’area interessata e su quella circostante l’impianto, nonché sui quartieri di prossimità, sulla base di quanto già individuato da Arpab e Istituto Superiore della Sanità e di rendicontarne pubblicamente i dati dei monitoraggi. A tal proposito la Giunta si impegna a garantire le ulteriori risorse finanziarie”.
Sono intervenuti nel dibattito oltre all’assessore all’Ambiente e Territorio, Aldo Berlinguer, i consiglieri Santarsiero e Cifarelli (Pd), Mollica (Udc), Romaniello (Sel), Rosa (Lb-Fdi), Leggieri (M5s), Benedetto (Cd), Napoli (Pdl-Fi).
Su richiesta del capogruppo del Pd, Roberto Cifarelli, i lavori del Consiglio sono stati aggiornati a domani, mercoledì 6 Agosto, alle ore 11,00.
Riportiamo di seguito la relazione del Consigliere Rosa sulla comunicazione del Presidente Pittella.
Presidente e Colleghi, mi sia permessa una breve ricapitolazione degli avvenimenti che ci hanno portato a discutere della SIDERPOTENZA in questo Consesso, partendo dal Consiglio di martedì scorso in cui ho presentato un’interrogazione a risposta immediata al Presidente Pittella per avere maggiori informazioni sul sequestro dell’azienda e sollecitare provvedimenti nei confronti di chi, pur preposto istituzionalmente ad effettuare controlli sulla ferriera, non ha adempiuto ai propri compiti.
In quel Consiglio, il Presidente della Giunta non era presente e, dunque, il Presidente Lacorazza ha pensato di trasformare la mia interrogazione in una comunicazione del Presidente.
Il giorno successivo, nel prosieguo della seduta del Consiglio, il Presidente Pittella relazionava a quest’Assise senza fornire alcuna risposta, evitando accuratamente di evidenziare le responsabilità rispetto agli accadimenti. La discussione sulla comunicazione del Presidente veniva rinviata con voto favorevole della maggioranza che non ha inteso, in alcun modo, dare un’accelerata a questa brutta pagina dell’amministrazione lucana.
Pertanto, non è stato possibile discutere l’ordine del giorno presentato unitamente dalle forze di minoranza, Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale, Popolari per l’Italia, Forza Italia, UDC e Movimento 5 Stelle.
È grazie a questo ordine del giorno dell’opposizione che, forse (io spero di sì), oggi, i Lucani avranno qualche chiarimento, soprattutto sul destino dei lavoratori della SIDER e sulle politiche future di tutela della salute e dell’ambiente che questa Giunta intende portare avanti e sapranno se, una volta tanto, i responsabili di questa situazione pagheranno.
Ora, facendo un passo indietro, è il 30 gennaio 2006 che il Gruppo Pittini, il quale nel 2002 aveva rilevato lo stabilimento della SIDERPOTENZA, presentava la domanda per ottenere l’Autorizzazione Integrata Ambientale ovvero il provvedimento che autorizza l’esercizio di una installazione a determinate condizioni. Condizioni che devono garantire la conformità degli impianti ad alcuni requisiti relativi alle emissioni industriali per la prevenzione e la riduzione dell’inquinamento, previsti dalla legge.
Con la solita celerità che contraddistingue la macchina burocratica lucana, l’AIA giunge nel 2012, con la delibera n. 176.
Già nel 2011, avevo attenzionato l’allora Presidente della Giunta De Filippo, con un’interrogazione sulla situazione della Sider. Infatti, gli unici dati disponibili, sino ad allora, erano quelli dell’APAT (Agenzia per la protezione dell’ambiente e per i servizi tecnici) del 2005, relativi agli anni precedenti, che descrivevano una situazione allarmante poiché tutti i valori degli inquinanti in aria erano superiori alla soglia stabilita dalla legge. A questa mia interrogazione non è mai pervenuta alcuna risposta.
A maggio del 2012, ci riprovo e chiedo, a norma dell’art. 4 del Regolamento, direttamente all’ARPAB i dati riguardo la Sider. L’ente subregionale preposto ai controlli rispondeva che gli unici dati erano quelli del periodo dicembre 2003 – aprile 2004 e sottolineava che, fino al rilascio della A.I.A., nel 2012, la normativa precedente non prevedeva la trasmissione cadenzata dei dati.
Quindi, in sostanza, dal 2004 fino al 2012, l’ARPAB non ha comunicato alcunché circa le emissioni prodotte dalla SIDER. Se abbia comunque effettuato controlli, non ci è dato sapere.
Ora su due date bisogna porre l’attenzione. Il 22 febbraio 2012 la SIDER ottiene l’A.I.A. Il 25 luglio 2014 la Procura di Potenza mette i sigilli allo stabilimento perché le attività di produzione “producevano emissioni diffuse, disperse all’interno dello stabilimento e negli spazi circostanti, di sostanze dannose per l’ambiente e per la salute umana come gli idrocarburi aromatici (IPA), ploiclorobifenili (PBC), le diossine e i furani …. la cui presenza veniva accertata nei fumi, che fuoriuscivano dalle aperture del tetto …” e perché nell’esercizio dell’attività non venivano osservate “le prescrizioni stabilite dall’autorizzazione integrata ambientale (AIA) …. e consentivano che, sia attraverso le emissioni convogliate nei camini che attraverso le emissioni diffuse, l’impianto producesse ed emettesse elementi inquinanti come il monossido di carbonio al di sopra dei limiti consentiti ed indicati nel provvedimento autorizzativo.”.
Già a luglio del 2012, a pochi mesi dal rilascio dell’AIA l’azienda chiedeva una revisione dell’autorizzazione che prevede la soglia per il monossido di carbonio a 100 mg/mc, laddove la normativa nazionale prevede 1000 mg/mc. Cosa ne sia stato di questa richiesta, non si sa.
Unica certezza è che in 24 mesi, la noncuranza della Regione e l’inefficienza dell’ARPAB sono riuscite a far chiudere un’azienda che garantisce, a decine di persone, un’occupazione.
Un’azienda che, nel 2013, presentava alla Regione e all’allora Assessore alle Attività produttive, dott. Marcello Pittella, un “Piano di sviluppo e consolidamento del sito produttivo di Potenza” e sottoscriveva, insieme allo stesso Assessore, un documento di programma per rendere attuativo il piano. Piano industriale quinquennale che prevedeva un investimento di 75 milioni di euro.
Che fine ha fatto la richiesta di modifica dell’AIA per innalzare la soglia del monossido di carbonio? Se la Regione fosse stata attenta, il secondo capo di imputazione della Procura sul monossido di carbonio non ci sarebbe stato. Che fine ha fatto il documento di programma sottoscritto da Lei, Presidente? L’attuazione era prevista per novembre 2013. Avrebbe permesso la parziale delocalizzazione e l’ammodernamento dell’impianto. Avrebbe permesso alla SIDER di non essere chiusa, ai lavoratori di non subire un arresto nell’attività produttiva e una maggiore tutela della salute e dell’ambiente.
Cosa ha fatto l’ARPAB negli scorsi 24 mesi? Prima della concessione dell’autorizzazione non era prevista la trasmissione cadenzata dei dati di monitoraggio ambientali. Ma dopo? Solo pasticci ed inadempienze. Come quando l’Agenzia comunica i dati del periodo dicembre 2013 – gennaio 2014 ed evidenzia una “complessiva riduzione delle deposizioni atmosferiche di diossine” senza considerare che in quel periodo l’attività della ferriera si era arrestata per ben due volte.
Già nel dicembre 2012, quindi, dopo la concessione dell’autorizzazione integrata ambientale, l’ARPAB aveva accertato che la ferriera di Potenza aveva prodotto emissioni in atmosfera caratterizzate dal superamento dei limiti consentiti. E cosa ha fatto l’ente controllore? Nulla. Eppure, l’art. 29 decies del d.lgs. n. 152 del 2006 (articolo entrato in vigore nel 2010) prevede delle procedure di diffida nel caso di inosservanza delle prescrizioni autorizzatorie. Procedure che, se attuate, avrebbero permesso alla proprietà di regolarizzare l’attività ed evitare il sequestro.
I fatti certificano, senza alcuna ombra di dubbio che la Regione, gli esponenti di maggioranza, l’ARPAB e i suoi burocrati sono gli unici responsabili del fermo dell’attività della SIDER, delle sue conseguenze sull’occupazione e degli eventuali danni all’ambiente ed alla salute dei cittadini. La Procura ha solo colmato il vuoto lasciato dalla politica e dalla cattiva amministrazione.
E quando l’ARPAB, nel febbraio 2014, lancia un timido allarme, ci pensa l’Assessore Berlinguer a insabbiare tutto e ad affermare che non vi era stato alcun superamento dei limiti consentiti per le emissioni. Opportuno sarebbe stato che anche l’ASL conducesse le proprie indagini, dando così il proprio apporto per una migliore tutela della salute. Ma anche l’attività dell’ASL risulta non pervenuta.
Le nostre sollecitazioni a maggiori controlli sull’attività dell’ARPAB sono sempre caduti nel nulla. Una per tutte, la mia interrogazione del 24 marzo scorso con la quale ho chiesto di conoscere le responsabilità politiche e amministrative delle inadempienze dell’ARPAB e i provvedimenti amministrativi e politici che la Giunta doveva porre in essere per rimediare all’inattività dell’Agenzia. Cosa ci ha risposto l’assessore Berlinguer, durante il Consiglio regionale del 6 maggio u.s.? Affermava che “il Dipartimento, in particolare l’Ufficio di compatibilità ambientale, è impegnato quotidianamente nel sollecitare su più versanti l’ARPAB a fornire risposte, ivi inclusa la questione della Sider Potenza.” Ma di fatto queste risposte non ci sono mai state. Berlinguer stesso sosteneva anche che, per quanto riguarda le inadempienze dell’ARPAB: “ci sono responsabilità politiche ed amministrative”. Ma in tutti questi mesi quali azioni ha posto in essere l’Assessore per porre rimedio all’inerzia dell’ARPAB? Assolutamente nessuna eccezion fatta per qualche lettera, tanto per lasciare traccia di un Suo interessamento, quasi dimenticando che l’ARPAB è un ente strumentale della Regione sul quale l’Assessore poteva intervenire con decisione.
Per questi motivi ritengo quantomeno opportuno che l‘Assessore Berlinguer si dimetta. Le Sue responsabilità sono palesi e gravissime, dettate da una politica abbagliata dai soliti slogan pubblicitari e cieca alle reali istanze ed esigenze dei cittadini lucani.
E per gli stessi motivi, confermo in toto l’Ordine del giorno presentato che prevede, in primo luogo, la messa a disposizione di un fondo di garanzia di 1 milione di euro per l’assistenza, il controllo e l’azione di recupero ambientale del sito, degli spazi contermini e dell’intera area industriale di Potenza. Fondo che servirà anche per eventuali anticipazioni in favore dei lavoratori che sono le prime vittime di una politica troppo ripiegata su se stessa e sulle sue beghe interne. Grazie a questo Ordine del giorno, la Giunta dovrà dare le dovute risposte immediate e certe in favore dei lavoratori, dei cittadini, sia per una maggiore tutela della salute che per quella dell’ambiente, ma anche in favore dell’azienda.
Gianni Rosa, consigliere Fratelli d’Italia Alleanza Nazionale