È stata siglata nei giorni scorsi a Potenza l’ipotesi di accordo per il contratto integrativo dei dipendenti della Rti composta dalle società Consedin, Pa Advices, Fleurs e Deloitte che si occupa di assistenza tecnica per la Regione Basilicata. Si tratta di una novità assoluta per gli oltre 120 addetti della Rti. Nei prossimi giorni l’ipotesi di accordo passerà al vaglio dei lavoratori per l’approvazione definitiva. Il contratto integrativo, siglato dai sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil, prevede un premio di produzione legato alle presenze del 2020 che sarà liquidato dopo l’approvazione del bilancio consuntivo e comunque non oltre il mese di maggio 2021. Il premio potrà beneficiare della tassazione agevolata al 10%.
È prevista, inoltre, la possibilità di convertire il premio in prestazioni di welfare aziendale, con gli ulteriori benefici fiscali previsti dalla normativa. Le parti hanno anche concordato un incremento del contributo a carico del datore di lavoro al fondo di previdenza complementare Fon.Te. che passa dall’1,55% previsto dal Ccnl al 2%. Per quanto riguarda la parte normativa, l’ipotesi di accordo prevede misure per la tutela di genere, un contributo di 100 euro netti per figlio nato o adottato durante il periodo lavorativo per agevolare la natalità in un territorio che va spopolandosi, nonché forme di conciliazione dei tempi di vita del lavoro mediante lo strumento dello smart working.
Giudizio positivo arriva dalle segreterie regionali di Filcams, Fisascat e Uiltucs: “L’ipotesi di accordo che abbiamo sottoscritto – commentano Emanuela Sardone, Michele Sannazzaro e Donato Rosa – presenta importanti benefici sia economici che normativi per i lavoratori. È il punto di arrivo di un negoziato non facile avviato nel 2018 e che, non trovando riscontro nel precedente anno, ha portato le parti a convenire su un ulteriore contributo una-tantum di 450 euro per il periodo pregresso come indennità a titolo di mancata contrattazione. Da sottolineare, in particolare, la possibilità di convertire in tutto o in parte il premio integrativo in prestazioni di welfare aziendale, una pratica sempre più diffusa se è vero che oggi quasi la metà dei contratti integrativi aziendali prevede questa possibilità, con quasi 2 milioni di lavoratori coinvolti. Significativa è la presenza del bonus nascita volto a favorire la natalità in un territorio come quello lucano che va spopolandosi”.
“Questa intesa – concludono i sindacalisti di Filcams, Fisascat e Uiltucs – è sicuramente innovativa per il panorama regionale e rappresenta un’esperienza pilota per un’ulteriore sviluppo della pratica contrattuale nelle aziende della nostra regione. Riteniamo infatti che solo la contrattazione di secondo livello possa rispondere in modo efficace ai bisogni dei lavoratori e che attraverso questa si possa al contempo rispondere anche alle esigenze delle aziende e del contesto economico, sociale e demografico di un territorio. Auspichiamo pertanto che in tutte le aziende si possano avviare percorsi analoghi e che le associazioni datoriali e i consulenti dimostrino maggiore sensibilità su tale fronte”.