Pietro Simonetti, Presidente CSERES (centri studi e ricerche economiche sociali): “Ultimi colpi di coda prima del passaggio effettivo della gestione dell’area industriale di Potenza al Comune: si torna alla carica per la mega colata di cemento di oltre 35 mila mq nell’area ex Magneti Marelli.”. Di seguito la nota integrale.
Da poche settimane e’ stato sottoscritto definitivamente il protocollo che definisce il passaggio dall’Asi al Comune di Potenza di gran parte dell’agglomerato industriale della citta’. Dal prossimo 1 gennaio la podesta programmatoria e urbanistica sara’ assunta da Comune. In questo quadro la speculazione edilizia, che ha gia’ distrutto e cementificato l’area destinata ad attivita’ produttive, tenta di mettere a segno l’affare del secolo:35.000. mq di uffici direzionali, immobili per nuovi supermercati ed altro. Il progetto approvato inizialmente dall’Asi e dalla Regione nel 2004 riguardava un centro intermodalelogistico per l’agro– alimentare per 120 posti di lavoro e per il recupero del personale ex Industrie del Basento. In 14 anni l’iniziativa è stata completamente trasformata in uffici direzionali, supermercati e d altro su diverse diverse decine di ettari e mega cubature. Nel contempo sono rimasti senza reddito 28 lavoratori che secondo la proposta dell’assessore Cifarelli possono trovare spazi in misure della Regione.
A fine mese il Dipartimento Sviluppo ha convocato un aconferenza di servizio per discutere di pianificazione e relativa strumentazione.In concreto aumento di cubature, contenzioni e modifica delle attuali norme che utilizza l’Asi per gli insediamenti nell’ambito di piani scaduti da anni e tenuti in vita con marchigegni da emendamenti alle leggi di bilancio e di risanamento delle Asi.
Intanto a fine mesi il Commissario dell’Asi, dopo aver firmato il protocollo con il Comune di Potenza e confezionato il piano di risanamento lascera’ l’incarico e si tornera’ alla individuazione di altro Commissario.
In questi ultimi anni e’ continuato il mercato dei fitti e dei passaggi di proprieta’ degli immobili mentre un centinaio di capannoni sono inutilizzati in tutta la regione per fallimenti, mancato inizio delle attivita’, passaggi , cambi d’uso, truffe di pseudo -imprenditori, impianti solari di 4,5 MW autorizzati e allocati a terra in area industriale attrezzata .
I Consorzi nati con le politiche della Cassa del Mezzogiorno si limitano ormai a produrre debiti, a non utilizzare a pieno le professionalita’ dei dipendenti per la missione definita ultima legge in vigore, a gestire qualche appalto finanziato dalla Regione. (saranno ricordati a memoria d’uomo i binari morti di Tito e Baragiano paradiso delle erbacce e che non vedrano mai un treno)
Si sviluppano ulteriormente le attivita’ di certificazione “notarili” connessi alla presa d’atto del mercato immobiliare nelle aree industriali che si espanderanno geometricamente in quella di Potenza ed in altre a seguito delle variazioni d’uso , delle cubature specialmente nel capoluogo .
. Questa pratica non aiuta lo sviluppo della base produttiva , non promuove il recupero dei livelli occupazionali e di sistema , non attrae investimenti nazionali e stranieri .
In buona sostanza e’ ancora inpiedi, nonostante alcune decisioni dell’Asi di Potenza,una costosa ”fabbrica del debito” e dell’uso immobiliare delle aree. Risultato: almeno 2800 lavoratori che utilizzavano gli ammortizzatori sono disoccupati. A Potenza,la citta’ del ” potere del cemento”,con gli immobili e aree dismesse, realizzano cubature da 1/3 senza il pagamento degli oneri di urbanizzazione!
Dopo una affannosa ricerca e acquisto di aree verdi anche della Chiesa, immobili e terre del demanio,sistacercando,come abbiamoricostruito, di effettuare,nell’area ex Magneti,la piu’ grande colata di cemento che la storia ricordi con cubature maggiori.
Altro che parco de Basento: sonoprevisti35.000 mq(orasono circa 12 mila) di manufatti nell’area ex Magneti Marelli con siti recentemente incorporati,per fare cubatura, con l’avallo dell’ASI.
Un colpo finaleanche al commerciocittadino, all’ambienteed al paesaggio.
Ricordiamo:si dovevano approvare i Piani di Risanamento per 10 misure di intervento e non attuati in questi anni . Risultao niente diritto di prelazione di aree e immobili, di riacquisto e riuso, cose importanti gia’ previste da tempo nelle leggi in vigore e nei regolamenti dei Consorzi e non attiati nonostante la previsione legislativa in capo all’articolo 63 della legge 448/1998 che permette di riacquistare aree e stabilimenti non utilizzati o con cessata attivita’, (comprese quelle in attivita’ concorsuali) a prezzi decurtati dai contributi pubblici assegnati a suo tempo e utilizzando anche i mutui della Cassa Depositi e Prestiti. Immaginiamo cosa si poteva in tante aziende inutilizzate.
La soluzione concreta, un unico Consorzio industriale e la gestione condominiale degli agglomerati da parte delle imprese allocate per la gestione dei servizi e dei costi, non e’stata persequita.
Non e’stata realizzata una politica industriale necessaria a sostenere l’occupazione, le aziende e nel contenpo garantire i salari ed i servizi con attivita’ straordinare relative anche al recupero dei crediti per evitare che si cancellino i crediti e si paghino solo i debiti. Nonostante tutto questi ci sono oltre 36 mila addetti all’industria manifatturiera in Basilicata.
Un fatto e’ certo ad oltre mezzo secolo dalla cassa per il mezzoggiono un Ente non puo’ lavorare per qualche appalto,garantire ,la depurazione ,qualche taglio e pulizia delle erbacce e delle strade,la luce.
Si tratta a pochi mesi dalla fine dal rinnovo del Consiglio Regionale di fermareulteriori attivita’speculative e distruttive.
Tocca al Comune di Potenza, che si appresta a gestire l’area dismessa dall’Asi, di preparare un futuro diverso anche per assicurare parita’di trattamento urbanistico e tentare di dare prospettive agli artigiani e alle imprese serie che non cercano l’affare con la cementificazione ulteriore ma con il riuso e la combinazione con la tutela del territorio e l’ambiente.
Anche l’autorità che presiede ai controlli dovrebbe intervenire e verificare quanto e’accaduto e accade senza ulteriori sviste o indugi.