La CNA FITA, tramite il suo ufficio legale, ha messo a punto le procedure per rivendicare il giusto riconoscimento dei costi sostenuti dalle imprese nell´odissea dell´iter di avvio del SISTRI .
Dalla sua introduzione e “presunta” attivazione ?afferma Leo Montemurro Segretario regionale FITA CNA – , nonostante le clamorose vicende a tutti note, le imprese di trasporto hanno dovuto sostenere costi considerevoli derivanti dai diritti dovuti per la prima iscrizione al SISTRI, dalla installazione delle black box, dai diritti di segreteria alla CCIAA e delle chiavi USB, dalla specifica formazione, dall´acquisto di computer e stampanti: costi anticipati che potevano tranquillamente rimanere nelle tasche delle imprese . Una pesante ingiustizia denunciata unitariamente da tutte le associazioni di categoria che aderiscono ad UNATRAS. Dopo aver verificato l´esistenza dei presupposti di legge per farsi risarcire dallo Stato, la CNA FITA, coerentemente a quanto annunciato, è in assoluto il primo soggetto che dalle parole passa ai fatti organizzando i suoi associati in un´azione collettiva per richiedere il rimborso delle somme versate.
Pertanto, per dare corso a quanto sopra evidenziato, ogni azienda dovrà inviare alla CNA FITA BASILICATA un modulo con il conteggio di tutti i costi sostenuti per : contributi di attivazione versati,spese di acquisto delle schede sim,spese del traffico telefonico inerente,spese per l’installazione della black box, i giorni di fermo tecnico dei mezzi presso le officine autorizzate, ogni altra ulteriore spesa. Il tutto corredato dalle relative fatture.
Come più volte ribadito, continua Montemurro, la CNA FITA condivide l´obiettivo di un rigoroso controllo della movimentazione e gestione dei rifiuti pericolosi per combattere fenomeni di illegalità e le ecomafie. Invero, la realtà è che, in questo lasso di tempo, sono stati spesi inutilmente tanti soldi per migliorare un sistema che, se ben progettato, avrebbe potuto rappresentare una svolta positiva nel controllo della tracciabilità dei rifiuti, portando vantaggi alle aziende che hanno sempre rispettato le regole e che subiscono, spesso, la concorrenza sleale di chi invece ha fondato il suo business sulla furberia se non fino ad arrivare al malaffare : oltre il danno la beffa !. Lo Stato deve quindi riconoscere il danno arrecato e deve pagare. E lo deve fare sulla base dei principi costituzionali interpretati alla luce della consolidata giurisprudenza in materia. La CNA FITA rimane inoltre dell´avviso ( e anche in questo caso continuerà a perpetuare azioni conseguenti ) che si debba attuare un sistema di tracciabilità : limitato ai soli rifiuti pericolosi cosi come prevede la normativa europea ( art. 17 della Dir. 2008/98/CE ) evitando che il sistema sia esteso indiscriminatamente a tutti i trasporti di rifiuti; – esteso anche al conto proprio ed ai vettori esteri; – che abbia cura di semplificare al massimo le procedure prevedendo la possibilità di delegare il più possibile alle associazioni di categoria.
Nonostante la clamorosa reintroduzione del Sistri, conclude Montemurro, confidiamo nel senso di responsabilità del Governo affinché riconosca gli errori e ricominci da zero tramite una seria e trasparente concertazione che veda concretizzarsi un sistema di tracciabilità dei rifiuti che veramente favorisca la legalità e la professionalità dei nostri operatori e salvaguardi la protezione dell´ambiente e la salute dei cittadini.
Ulteriori informazioni possono essere richieste allo 0835/387744