Cgil, Cisl e Uil di Basilicata scendono in piazza per rivendicare con forza la modifica della riforma Fornero. I sindacati confederali hanno organizzato in regione due sit-in per domani, mercoledì 14 ottobre: il primo a Potenza, in Piazza Mario Pagano, alle 11; il secondo a Matera, in Piazza Vittorio Veneto, alle 17. L’iniziativa rientra nell’ambito della mobilitazione nazionale lanciata da Cgil Cisl Uil dal 5 al 15 ottobre con centinaia di presidi territoriali davanti alle prefetture per sostenere la vertenza previdenziale in occasione della presentazione della legge di stabilità 2016. Obiettivo dei sindacati è spingere il governo ad individuare soluzioni adeguate ai problemi aperti – si pensi al tema spinoso degli esodati – e per sbloccare il mercato del lavoro, offrendo nuove opportunità di occupazione ai giovani.
Tre le principali rivendicazioni messe a punto da Cgil Cisl Uil. La prima è l’abbassamento dell’età di accesso alla pensione, reintroducendo una vera flessibilità in uscita e intervenendo sui lavoratori precoci, ciò anche per favorire il turn-over e quindi incrementare l’occupazione giovanile. Cgil Cisl Uil rivendicano inoltre il varo della settima salvaguardia per i lavoratori esodati e l’applicazione della cosiddetta “opzione donna”, misure entrambe – precisano i sindacati – che non hanno bisogno di nuove coperture. Infine, sanare alcuni tra i più macroscopici “errori” della legge Fornero, dai problemi della cosiddetta “quota 96” per il personale della scuola ai durissimi requisiti pensionistici del personale ferroviario.
Per i segretari generali Angelo Summa, Nino Falotico e Carmine Vaccaro, “la legge Fornero è stata fatta male e ha fatto molto male ai lavoratori, introducendo elementi di forte rigidità nel sistema pensionistico, con il risultato che chi poteva andare in pensione si è visto allungare a dismisura l’età lavorativa, a tutto danno soprattutto dei giovani, come hanno puntualmente evidenziato le statistiche in questi anni di crisi. Il ripristino della flessibilità per accedere alla pensione è una necessità ormai da tutti riconosciuta, a cominciare dai presidenti delle commissioni Lavoro della Camera e del Senato, dove sono state presentate proposte di legge che costituiscono sicuramente una buona base di partenza per individuare soluzioni positive nell’interesse dei lavoratori e del Paese”.
Summa, Falotico e Vaccaro mettono in guardia il governo sulla riforma delle pensioni: “Decidere di non decidere come ha fatto ieri il governo in consiglio dei ministri – spiegano i tre dirigenti sindacali – è sbagliato perché le conseguenze dell’aumento repentino dell’età pensionabile, realizzato con la legge Fornero, sono sotto gli occhi di tutti e la rigidità dei requisiti, che peraltro peggiorerà ulteriormente dal 1° gennaio, rischia di riprodurre nuovi problemi. È giunto il momento di porre fine al carosello di dichiarazioni spot che giocano con la pelle dei lavoratori”.
La Legge “FORNERO” ha rovinato l’Italia. In pratica a rimetterci sono tutti: PENSIONATI – CHI ERA IN PROCINTO DI ANDARE IN PENSIONE – LAVORATORI DIPENDENTI DEL SETTORE PRIVATO E PUBBLICO. Le su lacrime da ipocrita non hanno commesso né convinto nessuno. Una cosa è certa che la Ditta TREMONTI&FORNERO ha sulla coscienza tante vittime per suicidio che nemmeno una guerra produce. Proviamo ad immaginare ad un 35/40 enne che con le leggi vigenti e quelle che stanno approvando, se non ha avuto ad oggi alcun rapporto di lavoro regolare o regolare precario, è destinato ad essere il “barbone” (tanto di rispetto per i barboni che lo fanno per scelta) del futuro perché sarà obbligato ad esserlo anche in virtù del fatto che per il sociale non si è fatto e non si sta facendo nulla. Sentiamo solo a chiacchiere, Renzi che sicuramente ha un “pacchetto di quote” non indifferente della Ditta TREMONTI&FORNERO, sfodera aggettivi che sembrano convincenti, promesse più vili di quelle fatte una volta dalla vecchia Democrazia Cristiana, ma che fino ad ora non hanno prodotto nulla.
nino silecchia