Saverio Brienza del SaPPe, Vito Messina di USPP Polizia Penitenziaria e Giuseppe Morlino di Cgil FP hanno inviato una lettera al Provveditore Regionale DAP distretto Puglia-Basilicata, Carmelo Cantone e al Direttore della Casa Circondariale di Matera, Michele Ferrandina e alle segreterie generali, nazionali, provinciali, locali di SAPPe, Uspp e Cgil Fp per denunciare la situazione drammatica che riguarda la Casa Circondariale di Matera. Di seguito la nota integrale.
Queste organizzazioni sindacali, ancora una volta, si vedono costrette ad occuparsi di una situazione a dir poco drammatica che si sta registrando presso la Casa Circondariale di Matera e non solo.
Da tempo, che siamo intervenuti, con diversi interventi simili, sull’atavica carenza di dotazione organica del personale di Polizia penitenziaria, provata da un incontrollabile sovraffollamento di reclusi. Il personale è costretto a turni di servizio cha vanno ben oltre le dieci “10” ore; tale situazione è divenuta oramai una ruotine.
Ai poliziotti viene chiesto, sempre più spesso, ulteriori sacrifici come il fornire supporto al servizio Traduzioni e Piantonamenti; si è arrivati all’assurdo, qualche giorno fa, il Comandante di Reparto a causa dell’ormai conclamata situazione difficile, più volte denuncia, si è dovuto occupare della gestione di una traduzione di un detenuto presso il locale Ospedale Civile, con mansioni di capo scorta, per consentire l’effettuazione di una visita ambulatoriale.
Da quanto si apprende oramai è divenuto sistematico il ricorrere a personale adibito ad altre mansioni che già è oberato da incarichi di diversa natura ovvero impiegato mediamente già su due posti di servizio.
Siamo ormai al collasso ed in piena emergenza; è preoccupante l’ approssimarsi del piano ferie, oramai alle porte, con l’incertezza che possa realizzarsi.
Continua lo strappo di Personale in distacco presso la sede Materana, per inviarlo altrove, riducendo sempre di più la forza presente, aumentando i rischi per la sicurezza della struttura e dello stesso personale, nonché la sicurezza sociale, con il numero dei detenuti sempre in fase crescente che al momento ha superato di gran lunga la soglia del limite massimo di capienza con il conseguente aumento dei carichi di lavoro al singolo poliziotto.
Sin dall’emanazione del recente e noto decreto relativo alla rideterminazione delle piante organiche del personale della Polizia penitenziaria, queste OO.SS. hanno manifestato la piena contrarietà, tant’è che a tutt’oggi non è stato siglato alcun accordo per una rimodulazione delle piante organiche in ambito locale, attraverso anche le modifiche del P.I.L.
In ogni caso abbiamo invitato in più occasione l’amministrazione, a tutti i livelli, a condividere le nostre perplessità, ad, oggi tradotte in realtà.
Queste Organizzazioni lanciano un nuovo grido di allarme; si ritiene indilazionabile un intervento sui tavoli romani per evitare che la problematica denunciata diventi non più gestibile anche con i più disparati sacrifici.
Le responsabilità in capo all’amministrazione sono chiare, tante è devono essere colmate con urgenza; il compito è dei vertici, il numero dei poliziotti sono insufficienti e il personale è stanco di subire.
In attesa di urgenti riscontri, porgiamo cordiali saluti.