Accordo SmartPaper, Calamita (Fiom Cgil Basilicata): “In deroga al contratto nazionale e peggiorativo delle condizioni di lavoro. Concessi, nel futuro, diritti che dovevano ritenersi in capo ai lavoratori da oltre 15 anni”.
In riferimento all’accordo sottoscritto in Smart Paper da Fim e Fismic, presentato come “storico accordo migliorativo delle condizioni dei dipendenti” la segretaria della Fiom Cgil Basilicata, Giorgia Calamita, precisa che “invero l’accordo in questione fa seguito alle iniziative legali intraprese nei confronti della Smart Paper, su sollecitazione della Fiom Cgil, da un gruppo di lavoratori per il riconoscimento dell’esatto inquadramento contrattuale. Tutti i dipendenti della Smart Paper sono stati infatti sotto inquadrati anche di due livelli sin dall’assunzione, in dispregio delle previsioni del contratto collettivo applicato. Nonostante reiterate richieste degli stessi, avanzate tramite la Fiom Cgil, la società e le sigle sindacali che oggi millantano l’importanza dell’accordo, hanno chiesto ed ottenuto l’esclusione della Fiom Cgil dal tavolo delle trattative, queste ultime volte non già a introdurre condizioni di miglior favore quanto a sanare una situazione di inadempimento contrattuale che si protrae da anni, anche e soprattutto al fine di neutralizzare gli arretrati dovuti ai lavoratori”.
Per Calamita “è da sottolineare che la stessa società ha tenuto ad attribuire all’accordo natura di accordo di prossimità ai sensi dell’articolo 8 del decreto legislativo n. 138 del 2011 che in casi particolari consente alle parti sociali di derogare in senso peggiorativo non solo al contratto collettivo ma anche alle norma di legge. Questo è quindi l’unico risultato che le parti firmatarie si prefiggevano di ottenere: fingere di concedere, nel futuro, diritti che dovevano ritenersi in capo ai lavoratori da oltre 15 anni. Da ultimo si precisa che il testo dell’accordo sottoscritto in data 22 ottobre 2024, non è stato neppure trasmesso ai lavoratori che assertivamente lo avrebbero approvato con percentuali bulgare del 93%. Su tale ultimo aspetto si evidenzia che non vi è alcuna certificazione del dato fornito e che il dato può essere facilmente smentito dai lavoratori presenti”.