La Società Nazionale di Salvamento ha inviato una nota alla nostra redazione per respingere al mittente le accuse rivolte dall’associazione SOS Costa Jonica in un comunicato pubblicato sul nostro portale di informazione. Di seguito la nota integrale.
La denuncia parte dall’Associazione SOS Costa Jonica e più precisamente dal suo Presidente che se ne assume ogni responsabilità ipotizzando, probabilmente mal informata, illeciti compiuti dalla Società Nazionale di Salvamento durante la stagione in essere. E’ doveroso sottolineare che grazie all’operato esclusivamente volontario degli operatori del salvamento è stato possibile salvare due vite umane nella stagione in corso come documentato e comprovato dai verbali della Capitaneria di Porto di Taranto e riportato su tutte le testate giornalistiche locali. In mancanza di fondi pubblici, i volontari hanno comunque sostenuto il servizio cercando diverse fonti di finanziamento, come consentito dalla legge ed in conformità con il Piano dei Lidi citato nel diffamatorio articolo pubblicato che lede gravemente l’onorabilità della Società Nazionale di Salvamento Ente Morale di riconosciuta pubblica utilità. Il sodalizio ha gratuitamente (ma non senza oneri e sacrifici) messo a disposizione della collettività nuovi mezzi di soccorso (tra cui l’idromoto con cui sono stati salvati i ragazzi dispersi) e delle innovative colonnine informatizzate per la richiesta di soccorso. Queste, data la delicatezza e l’ingente valore, sono state appositamente posizionate all’interno dei lidi privati in prossimità delle spiagge libere solo ed esclusivamente per motivi legati a maggiore custodia, come concordato con l’associazione degli stabilimenti balneari e che ha pertanto visto promuovere la Sezione locale a Centro di Eccellenza del Salvamento . Si ritiene pertanto fuorviante e priva di ogni fondamento l’accusa del Comitato SOS Costa Jonica che piuttosto sembra accanirsi con atteggiamenti persecutori contro la SNS mancando di rivolgere l’attenzione a ben più gravi situazioni di degrado presenti sul litorale metapontino e sotto gli occhi di tutti in quelle che dovrebbero essere effettivamente spiagge libere, o meglio liberate da chi le occupa in maniera indegna. All’opinione pubblica, ed eventualmente alle altre dovute sedi ove si dovesse perseguire con infondate accuse, l’onere di stabilire la validità dell’operato della Società di Salvamento.
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