Cambiare il terminale di scarico della moto è un’operazione piuttosto comune; sono infatti numerosi i motociclisti che scelgono, prima o poi, di sostituire la marmitta di serie con una ‘aftermarket’. Le ragioni possono essere diverse ma sono quasi sempre di natura estetica e riguardano la maggiore personalizzazione della moto o la ricerca di un sound più rotondo ed incisivo.
In aggiunta, si tratta di un intervento in linea con le normative vigenti e le disposizioni del Codice della Strada in materia di modifiche alle caratteristiche dei veicoli; se omologato secondo le norme UE, infatti, lo scarico aftermarket non modifica le prerogative tecniche e costruttive del mezzo e, di conseguenza, non necessita del nulla osta da parte della Motorizzazione civile per essere impiegato su strada. Inoltre, le opzioni non mancano di certo: in commercio è disponibile un’ampia varietà di modelli, diversi per design, materiali e finiture, in grado di intercettare il gusto – e le esigenze di budget – anche dei rider più esigenti. A ciò si aggiunge lo sviluppo dell’e-commerce di settore, che consente di reperire dotazioni di ogni genere comodamente online: marmitte e scarichi Arrow, ad esempio, così come i prodotti di altri marchi si trovano presso shop online specializzati quali Omniaracing.net.
Come detto, quindi, la sostituzione del terminale di scarico ha un impatto evidente sull’estetica della moto; ma quali sono i possibili riscontri in termini di prestazioni? Di seguito, vediamo tutto quanto c’è da sapere in merito.
Cosa cambia con uno scarico aftermarket
Premessa: montare uno scarico aftermarket sulla propria moto, in luogo di quello incluso nell’equipaggiamento di serie, può comportare diversi vantaggi rispetto alle prestazioni del mezzo. Ciò, al contempo, non vuol dire che la moto guadagni un numero significativo di cavalli, che possa ‘tirare’ di più o andare più forte. Di contro, è evidente che due componenti diverse abbiano un impatto differente sulla ciclistica, l’handling e altri fattori che, nel complesso, definiscono lo standard prestazionale di una moto. In altre parole, non basta una marmitta nuova per fare di una buona moto un bolide inarrestabile.
Nello specifico, uno scarico aftermarket può anzitutto rendere il mezzo più maneggevole; di solito, infatti, gli scarichi sostitutivi sono più leggeri rispetto a quelli di serie. Ciò può migliorare anche il comportamento su strada e ridurre leggermente i consumi, soprattutto se si è scelto un modello dalla linea particolarmente aerodinamica.
In termini di prestazioni vere e proprie (potenza e velocità massima), alcuni scarichi possono effettivamente avere un impatto rilevante; il motivo è semplice: un terminale dalla circonferenza più stretta rispetto a quello di serie contribuisce a convogliare i fumi di scarico verso l’esterno – tramite il collettore di aspirazione – più velocemente. Tale meccanismo, a sua volta, fa sì che il motore sia in grado di salire di giri più rapidamente ed erogare una potenza maggiore (sempre però nell’ordine di pochi CV), specie quando raggiungere i regimi più elevati. Ovviamente, non si trattra di un ‘upgrade’ sostanziale ma certamente percettibile in determinati contesti di utilizzo del mezzo.
A cosa prestare attenzione quando si sostituisce il terminale di scarico
Detto delle normative vigenti, che non impediscono di cambiare il terminale dell’impianto di scarico della moto, vanno però considerati alcuni aspetti. La modifica è ammissibile solo se si utilizza un dispositivo compatibile con il veicolo e – cosa più importante – regolarmente omologato in base a quanto prescritto dalla normativa comunitaria. Gli scarichi che soddisfano tale requisito solitamente recano il codice di omologazione punzonato lungo il corpo centrale; l’assenza di questo genere di contrassegno indica che lo scarico non è in regola e, di conseguenza, non andrebbe montato su veicoli destinati alla circolazione stradale, sia per motivi di sicurezza sia per evitare sanzioni in caso di accertamento.