Il comitato composto dai signori Alberti, Bellizzi, Romano e Viggiano in una nota commenta le dichiarazioni del sottosegretario Gentile in merito alla sospesione del centro olio di Viggiano e dichiarano: “Gentile dovrebbe dimettersi ma prima dovrebbe chiedere scusa ai lucani”.
Il Sottosegretario del Ministero dello Sviluppo Economico presente in Basilicata per partecipare a un convegno dal titolo suggestivo” Petrolio e Ambiente: un binomio possibile” in merito a quanto sta accadendo al Cova di Viggiano con la fuoriuscita di petrolio da oltre due mesi, intervistato da Rai3 Basilicata ha dichiarato che quanto è accaduto è un incidente di percorso, che sono incidenti che possono accadere e che non è escluso che possano accaderne altri in futuro.
Sono affermazioni di una gravità assoluta. Sarebbe opportuno capire se il Sottosegretario è consapevole che il Cova è classificato come “industria soggetta a rischio di incidente rilevante” e se ha ben presente cosa è un impianto soggetto alla Seveso III.
Con una sola frase ha non solo mitigato la portata e la gravità dell’incidente che sempre per legge sui configura come “incidente rilevante” ma al tempo stesso ha configurato la possibilità o probabilità che possano accaderne altri.
Ma lo sa il sottosegretario che cosa significa Incidente rilevante?
Il sottosegretario ha compreso la portata e l’enormità delle sue dichiarazioni?
Si è reso conto il sottosegretario che è venuto a dire queste cose in Basilicata e a Viggiano e quindi a una popolazione colpita così duramente?
La questione, la gravità delle sue affermazioni sono tali, per la funzione e il ruolo svolto, da meritare urgenti, immediate e circostanziate interrogazioni parlamentari.
Il Sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico dovrebbe chiedere scusa ai Lucani per le sue affermazioni e poi dovrebbe….dimettersi.
E i politici lucani si lasciano dire tutto ciò senza reagire? Non abbiamo sentito nessuno, di nessun schieramento politico assumere una posizione forte al riguardo.Perchè?
Intanto ENI ha trasportato a Viggiano un Impianto Mobile per il trattamento dei liquidi aspirati dal sottosuolo, e si accinge a metterlo in esercizio senza alcuna autorizzazione preventiva da parte della Regione Basilicata.
Perché ENI fa arrivare l’impianto se prima non è stata riconosciuta la sua compatibilità ambientale ?
Perché si annuncia l’arrivo e la prova, addirittura, dell’impianto, se alla Regione Basilicata la Conferenza di Servizio non è stata ancora conclusa ?
Ma è possibile trattare sostanze fuoriuscite dal COVA e per il quale si applica la legge Seveso III, in un impianto di trattamento mobile la cui efficacia , l’uso di eventuali prodotti chimici impattanti ed il trasporto ed il trattamento dei concentrati che ne risulteranno, non sono stati valutati in nessuna sede ?
Il Comune di Viggiano e il Comune di Grumento hanno intenzione di far ubicare un impianto potenzialmente impattante in un territorio già fortemente compromesso dalle fuorisciute di petrolio dal COVA?
Noi chiediamo che a seguito dell’incidente accaduto sin dal giorno 23 gennaio 2017 e che si è protratto per mesi, la Regione Basilicata e i due comuni interessati Viggiano e Grumento Nova, ognuno per le rispettive competenze, dichiarino la zona interessata dal fenomeno interdetta per qualsiasi ulteriore impianto industriale potenzialmente impattante per l’ambiente e quindi, chiediamo che sino quando non si saranno chiariti tutti gli aspetti dell’incidente al Cova in merito alle reali cause del disastro, non può essere ubicato nella zona un impianto di trattamento mobile di reflui. In caso contrario, si dovrà spiegare come è possibile autorizzare un impianto potenzialmente impattante che sarà ubicato in una zona già fortemente compromessa
Alberti, Bellizzi, Romano, Viggiano