Nelle carceri “da tempo” si osserva “il crescente fenomeno dell’allestimento di vere e proprie ‘piazze di spaccio’ “e la “conseguente degenerazione” del “sistema all’interno del quale dovrebbe veicolarsi un messaggio di sicurezza e legalità” connesso “alla finalità costituzionale del reinserimento sociale”. Lo sottolinea una nota del sindacato autonomo della polizia penitenziaria Osapp, organizzazione guidata da Leo Beneduci, che si rivolge al ministro della giustizia Carlo Nordio e al capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, Giovanni Russo, per chiedere che gli agenti ricevano una formazione adeguata a contrastare questa situazione. Tra le azioni necessarie ci sarebbero quelle mirate “al rinvenimento di sostanze e oggetti vietati dalla legge (ad es. stupefacenti, psicofarmaci…) di cui, però, il personale – sottolinea l’Osapp – non ha mai avuto una qualificata cognizione con conseguenze anche in termini di incremento di episodi di violenza e, più in generale, di eventi critici”. Anche “il diffondersi di ‘nuove droghe’, alcune delle quali vengono veicolate impregnando fogli o magliette (ad es. ketamina) ergo ingerite con il sistema degli ovuli (che rappresentano un grave rischio per l’incolumità degli spacciatori), non trova una adeguata e concreta risposta sul piano istituzionale, nonostante – prosegue il sindacato – le precise e inderogabili previsioni delle regole penitenziarie europee, in virtù delle quali il personale deve essere addestrato a compire perquisizioni al fine di scoprire e prevenire tentativi di evasione o di occultamento di oggetti (e sostanze) introdotti illegalmente”. Pertanto, l’Osapp invita il ministro e il vertice del Dap, “a voler disporre per la periodica e costante acquisizione dalla sala situazioni del Dap dei dati su tutti gli eventi critici connessi al tema degli stupefacenti per verificare le iniziative adottate dai competenti Provveditori regionali che, per converso, non esitano ad ‘inchiodare’ il personale di Polizia penitenziaria a responsabilità in materia di controlli secondo il classico sistema dello ‘scarica barile’ malgrado il personale del Corpo non disponga di specifiche competenze professionali per cui – conclude il sindacato – non risulterebbero addebitali omissioni nei sensi indicati”.
Mar 11