Con un atto di inaudita violenza su decisione della Fondazione Basilicata Futuro, presieduta da Giovanni Casaletto, la locale sezione del Partito Democratico di Venosa è stata di fatto sfrattata e la Casa del Popolo chiusa e messa in vendita. Soltanto qualche anno fa, alla presenza dello stesso Casaletto, nella Casa del Popolo di Venosa veniva apposta una targa in memoria di Rocco Girasole.
Rocco Girasole, giovane bracciante, morì a venti anni con la bandiera rossa in mano, sognando un lavoro, ucciso dalla polizia in un inverno freddissimo come quello del 1956, durante uno sciopero alla rovescia per rivendicare giustizia, pace e lavoro.
I figli di quei braccianti, che scioperavano nel ‘56, con i loro risparmi, hanno poi comprato la Casa del Popolo di Venosa, punto di riferimento politico e culturale per tutta la città e in particolare per i comunisti e i sindacalisti della zona che in quella sede hanno sempre trovato accoglienza. Con questo atto scellerato si profana la storia e il sacrificio di tanti militanti che hanno costruitola Casa del Popolo di Venosa, palestra di formazione di tanti amministratori che hanno contribuito alla crescita della città.
Ci chiediamo a chi giova una tale furia iconoclasta e il totale disprezzo per la storia gloriosa di un popolo e del Partito Comunista Italiano. I soldi ricavati dalla svendita di un presidio di democrazia a cosa serviranno? La Fondazione Basilicata Futuro, che non ha da tempo alcun organo direttivo in carica, cosa intende farne?
Lo Spi Cgil di Potenza e la Lega Spi Cgil di Venosa condannano con fermezza questo atto violento ed ingiustificabile ed esprimono la loro solidarietà ai cittadini di Venosa che con la chiusura della Casa del Popolo perdono un presidio di legalità e democrazia. Chiediamo al segretario regionale del Pd Basilicata di assumere una posizione chiara e netta per fermare questa operazione incomprensibile le cui finalità non sono affatto trasparenti.