Riceviamo e pubblichiamo alcuni “spunti tecnici di riflessione” inviati ai massimi rappresentanti degli enti locali e del Governo nazionale da Nicola Bonelli, un imprenditore lucano che avrebbe voluto operare per il bene del nostro territorio
Al Direttore dell´Agenzia delle Entrate,
nonché Presidente di Equitalia, Dr Attilio Befera – Sede
Al Capo Dipartimento della Protezione civile – Dr Franco Gabrielli – Sede
Al Presidente del Parco Nazionale del Giglio – Dr Mario Tozzi – Sede
Al Ministro di Sviluppo Economico e Infrastrutture – Dr Corrado Passera – Sede
Al Ministro di Ambiente e Tutela del Territorio – Dr Corrado Clini – Sede
Al Ministro di Giustizia – D.ssa Paola Severino Di Benedetto – Sede
Al Presidente del Consiglio dei Ministri – Prof. Mario Monti – Sede
Al Presidente della Corte dei Conti – Dr Luigi Giampaolino – Sede
Ai Presidenti delle Giunte Regionali – Sede
Ai Presidenti delle Province di Matera e Potenza – Sede
Ai Sindaci della Basilicata – Sede
Agli Ordini Professionali di Ingegneri, Geologi e Geometri – Sede
Alle Associazioni dei Consumatori – Sede
Oggetto: 1) – Mancato versamento di imposte e tasse: Nota n. 0016414110601 del 6.01.2012, del Dr Paolo Savini, dell´Agenzia delle Entrate;
Oggetto 2) – Spreco infinito di risorse: O. P. C. M. n. 3984 del 25.11.11, su proposta del Dr Franco Gabrielli – Capo Dipart. della Protezione civile;
3) – Ambientalismo ignorante e mistificatorio: le cialtronate geologiche del ricercatore e divulgatore televisivo Dottor Mario Tozzi.
Gentili Signori,
Vi scrivo la presente con l´amarezza dell´imprenditore che voleva operare nel rispetto delle regole ma gli è stato impedito; con l´indignazione del cittadino nel constatare il degrado della Pubblica Amministrazione; ma anche con l´ottimismo di chi spera e vuole credere nell´annunciato Cambiamento.
Confido nell´impegno del Governo Monti verso questo obiettivo. Spero nel ritorno della Ragione, del Buonsenso, della Cultura: nella Pubblica Amministrazione. Spero che, prima di mettersi in navigazione, il Comandante Monti provveda ad una radicale revisione dello scafo. Che provveda a tappare le mille falle dello Spreco.
Con l´intento di richiamare la vostra attenzione su questo problema, vi descrivo lo Spreco che riescono a produrre, con la gestione dei fiumi, in Regione Basilicata. Una sciagurata gestione che ignora le regole della natura e viola le leggi sulla manutenzione dei corsi d´acqua; – che ripudia la prevenzione e persegue l´emergenza; – che ha già provocato danni per miliardi di euro all´economia: ad ogni alluvione assistiamo: al crollo di ponti link 3; alla morte dell´Agricoltura, alla distruzione delle aziende.
Assistiamo inoltre a danni erariali per milioni di euro. C´è un´enorme risorsa mineraria pubblica – gli inerti fluviali – che viene gestita in modo da produrre Spesa anziché Entrata. Tutto ciò avviene in sintonia con un oscuro disegno nazionale link 4, e sotto gli occhi informati, ma distratti di Procure e Corte dei Conti.
Venendo all´oggetto, pur essendo le tre questioni di natura ed importanza diversa, esse sono strettamente legate tra loro. Anzi, nella vicenda che Vi espongo, il punto 1) è la conseguenza degli effetti del punto 2), con aggravio dovuto al punto 3).
Punto 1) – In qualità di contribuente ed amministratore della INERCO, dico subito che riconosco il nostro debito di circa 50mila euro di imposte. Ma dico anche che per mancanza di liquidità non posso estinguerlo. Né posso pagare le varie cartelle esattoriali emesse da Equitalia: per altri tributi e multe varie.
Non disponiamo di un solo euro; abbiamo da pagare un mutuo bancario di oltre 200mila euro, garantito da ipoteca di primo grado sulle nostre abitazioni. Questa è la conseguenza del fermo dell´azienda: rimasta vittima di Malagestione regionale e di Malagiustizia nazionale. Ed è tutto dimostrabile con riscontri documentali.
Se il fermo (che considero provvisorio) diventa definitivo, saremo costretti a vendere i beni strumentali. Spero che il ricavato possa soddisfare ogni debito e consentire la sopravvivenza delle nostre famiglie.
Certo, in assenza di materia prima, il nostro impianto rischia di valere pochissimo: smontare quei macchinari significa mandarli a rottamazione. Altra cosa sarebbe se tornasse a produrre: utili, posti di lavoro ed entrate per lo Stato. E´ auspicabile un ravvedimento della Regione Basilicata. Ne verrebbe un grande risparmio di risorse pubbliche, beneficio per il Basento e per il territorio circostante.
Nel frattempo vorrei pregare il Dr Attilio Befera di pazientare, e di sospendere ogni azione nei nostri confronti, presso l´Agenzia delle Entrate ed Equitalia,.
Detto questo, prima di spiegare le cause del fermo, Vi descrivo l´Azienda di cui sto parlando. Si tratta di uno stabilimento composto da macchinari e impianti costati milioni di euro. F1 E´ attrezzato per produrre inerti e conglomerati cementizi. Come materia prima, utilizza il materiale litoide proveniente dal fiume Basento. Materiale rimosso dall´alveo con interventi di manutenzione ordinaria. Interventi autorizzati ai sensi della legge regionale n. 12 del 1979, ed eseguiti conciliando (sempre) il nostro interesse con quello pubblico: la salvaguardia del territorio.
L´azienda è nata nel 1965; – è cresciuta investendo i propri utili in macchinari e impianti; – si è rinnovata e ammodernata; – ha corrisposto migliaia di buste paga; – versato imposte e pagato canone demaniale. Sotto l´aspetto qualità (di prodotto e ambiente di lavoro) è ai primi posti in Basilicata.
Hanno concorso alla crescita dell´azienda: 1) la disponibilità di materia prima presente nel fiume, che ad ogni piena si rinnova in abbondanza, permettendo di disporre di 30-40mila mc annui; 2) l´investimento dei nostri risparmi e degli utili; 3) un contributo complessivo a fondo perduto di 500mila euro da parte dello Stato. Che per questo lo consideriamo nostro Socio Primario.
Ma quando tutto andava così bene è subentrata la Follia, ed è scattato il blocco dell´attività. Con Studi fasulli, Piani scellerati, Porcate di leggi, ed imponendo un sistema criminoso di abusivismo tacitamente autorizzato, la Regione ha soffocato l´attività estrattiva lungo tutti i fiumi. Insomma, mentre lo Stato la incentiva, la Regione la fa morire. Nel 1998, ad una nostra istanza risponde con un diniego motivato da falso ideologico: un atto delinquenziale che il Tribunale delle Acque annulla, definendolo violazione di legge, ma soltanto dopo sei anni di indecoroso processo. link 5
Nel frattempo, sul tratto fluviale in questione, viene imposto il vincolo di area SIC – ZPS, ed utilizzato per respingere definitivamente la nostra proposta: 200mila mc di materiale da asportare. Venendo meno la materia prima, abbiamo sospeso l´attività.
Insomma questo Stato: prima finanzia e incentiva le aziende e poi la fa chiudere, buttando in tal modo milioni di euro: lacrime e sangue versati dai contribuenti. Con la stessa Follia ha buttato anche i nostri risparmi investiti nell´azienda: lacrime e sangue delle nostre famiglie.
Quanto al Basento, con l´aiuto delle immagini storiche scaricate da Google Earth, si può constatare la conseguenza del blocco della nostra attività, cioè la trasformazione morfologica subita dalla zona Giardini, che trovasi a valle del tratto di Basento in questione, alle coordinate: 40° 35´ 35″ N; 17° 16´ 03″ E.
Nella mappa del 2003 F2 la zona si presenta integra e l´alveo contenuto: questo è il risultato della nostra attività estrattiva, che per trenta anni ha provveduto alla bonifica dal tratto fluviale più a monte, asportando circa 900mila mc di materiale litoide..
Nella mappa del 2010 F3 la zona risulta devastata dalla ghiaia: questo è il risultato del blocco della nostra attività. La ghiaia non più fermata a monte, avanza e devasta la zona Giardini: mille ettari di ottima agricoltura, fatta di frutteti, serre e insediamenti, destinati alla distruzione totale.
E´ successo insomma ciò che avevo preannunciato con la denuncia di pericolo del 23.05.2003. link 6, a cui la Regione ha opposto silenzio e indifferenza. Come del resto ha fatto di solito link 7, ed anche verso le Interrogazioni parlamentari link 8.
Ugual esito hanno avuto le mie denunce di truffa presso le Procure o quelle di danno erariale presso la Corte dei Conti. Fa bene il Presidente Luigi Giampaolino a denunciare la corruzione nella P.A. Ma potrebbe anche mettere un freno al suo dilagare, suonando la sveglia presso la “sua” corte di Potenza. Tanto per cominciare. link 9
Punto 2) – L´Ordinanza 3984 in sintesi stabilisce che: …su proposta del Capo Dipartimento della Protezione civile, il Presidente del Consiglio stanzia 14.500.000 euro per i primi interventi urgenti di protezione civile, diretti a fronteggiare i danni conseguenti agli eccezionali eventi meteorologici in Basilicata….
Va subito precisato che di eccezionale vi sono solo i danni. Gli eventi sono invece ordinari e ricorrenti. Le esondazioni sono spesso conseguenza di modeste precipitazioni piovose: a volte “rinforzate” da scriteriati rilasci idrici dalle dighe. Il metapontino finisce sott´acqua due volte all´anno. La cronaca degli ultimi 15 anni ce ne dà conferma.
E comunque tra gli interventi previsti, guarda caso, vi è la manutenzione straordinaria dei corsi d´acqua, cioè la rimozione dei materiali litoidi. Materiali che finiranno in una serie di aree di stoccaggio provvisorio: discariche
In pratica quello stesso intervento che non si è voluto eseguire in manutenzione ordinaria ed a costo zero, lo si fa in manutenzione straordinaria e spendendo milioni di euro. Ma non solo: quello stesso materiale litoide – che con l´attività estrattiva ha valore di risorsa mineraria e produce entrate erariali – con questa Ordinanza diventa rifiuto. Oppure viene ceduto sottobanco come oggetto di scambio occulto.
Ma la vera chicca dell´Ordinanza sta nelle cento deroghe previste nell´articolo 4. Grazie alle quali il Commissario Delegato potrà spendere a suo piacimento i fondi stanziati. Potrà quindi evitare ogni controllo, e persino fregarsene dei vincoli SIC e ZPS. Cioè potrà attuare quello ch´è il vero obiettivo: l´allegra gestione del denaro pubblico. La messa in sicurezza del Metapontino è rinviata alla prossima ordinanza. Con questa si otterrà ciò che preannunciavo nella Lettera del settembre 2011. link 10
La stima che serbo nel Prof Mario Monti, e nella sua onestà intellettuale, mi impediscono di credere che Egli sia consapevole di questo strafalcione amministrativo. Che porta la sua firma, ma che va nel senso opposto all´annunciata via del Rigore e della Salvezza.
Di sprechi simili, comunque, ne abbiamo già visti in Basilicata: – 400 miliardi di lire negli anni 80 stanziati dal CIPE e diretti dalla P2; – 25 milioni di euro nel 2003; – 10 milioni di euro nel 2005. Ma le alluvioni sono sempre più ricorrenti. Sarebbe quindi opportuna qualche verifica (sul territorio e negli Atti), prima di dar corso ad altro spreco. Si potrebbe per esempio iniziare dal fiume Basento: cercando riscontri alla nota del 6 luglio 2000 della B. E. I. – Banca Europea Investimenti F4, con la quale mi informava di “interventi per 286 miliardi di lire… realizzati lungo il Basento.” Oltre gli interventi fantasma, si scoprirebbe che le alluvioni del Basso Basento sono causate proprio da uno di quegli interventi: 113 miliardi di lire del 1988-90: un aborto di ingegneria idraulica: prima contrastato… e poi sponsorizzato: da Legambiente e WWF.
Punto 3) – Gli “Ambientalisti”, si sa, sono accaniti nemici dell´escavazione in alveo. Con falsi pregiudizi e campagne di stampa continuano a plagiare l´opinione pubblica. Giocano di sponda, nella politica dell´incuria, con i Lobbysti della somma urgenza. Lanciano invettive contro l´antropizzazione selvaggia presso i fiumi, o contro l´Uomo che si allontana dalla montagna. Criminalizzano gli Imprenditori che operano nei fiumi. S´inventano la madornale falsità dell´erosione costiera, causata secondo loro da mancato apporto fluviale. Confondono fischi per fiaschi… e fiumi per boschi…
Ma la più grossa cialtronata l´ha detta di recente il geologo Mario Tozzi, durante alluvione di Genova. In un´intervista di Repubblica.it del 4 novembre 2011, confondendo tra la funzione del fiume e quella del terreno, il Tozzi nazionale ha spiegato l´evento con queste parole:
“…a causa di asfalto e cemento, che rendono il suolo impermeabile, la pioggia quando cade, invece di infilarsi nel terreno in profondità, e farlo funzionare come una spugna… quella acqua va a finire nel fiume, che non è commisurato per prenderne così tanta, perché una parte doveva andare sotto…”. Poi si dichiara favorevole a pulire gli alvei, ma solo da: “detriti, rifiuti e tronchi morti degli alberi tagliati dei fiumi”. Si dichiara invece contrario a “…levare anche gli alberi vivi e magari pure la ghiaia…”.
Una stupidaggine simile (il terreno che funziona da spugna) non l´avevo mai sentita. E´ un´offesa alla comune intelligenza ed alla Scienza della Terra. Dovrebbe stimolare, in nome della Cultura, qualche iniziativa da parte di chi gli ha dato la laurea; o di chi gli permette di divulgare sciocchezze simili. E´ auspicabile un dibattito da parte dei suoi colleghi Geologi.
I disastri alluvionali cui spesso assistiamo da decenni, lungo le pianure fluviali – compresi quelli recenti: a Genova, nel fiume Magra, a Barcellona di Pozzo, nel Veneto etc. etc. – sono la conseguenza della mancata pulizia degli alvei.
Fiumi, affluenti e canali di scolo sono ostruiti: da accumuli di materiale e da fitte boscaglie; ed ormai pensili rispetto al territorio, ma gli ambientalisti si oppongono a pulirli. I Sindaci rivieraschi del fiume Magra, avendo capito il problema, avevano proposto già da alcuni anni la ripresa dell´attività estrattiva. Ma Legambiente si è opposta ed ancora si oppone, con inaudito cinismo: nonostante le recenti vittime.
A molti sfugge qual è il vero obiettivo di Costoro. Fatte salve le tante persone in buona fede che militano nel movimento ambientalista, vi sono molti Sacerdoti del dio Ambiente che mirano alla gestione del territorio: aree protette, oasi, parchi naturali e fluviali…. Per realizzarne ancora e di più, “bisogna liberare” altro territorio dalla proprietà privata. Quale miglior sistema, se non la politica dell´abbandono dei fiumi. Prima o poi avviene il disastro, il fiume cambia corso, ed i terreni abbandonati sono liberi e demanializzati. Tutto secondo legge.
E´ una forma camuffata di evacuazione progressiva. Si è iniziato con la legge Galasso (l. 431/1985). Si continua con divieti e vincoli. Si completa con la legge 37/94 (art. 1, 2, 3 e 4) che asseconda questo obiettivo, cancellando le accessioni fluviali, e trasforma i terreni privati (devastati e poi abbandonati dal fiume) in terreni demaniali.
E´ solo questione di tempo e, grazie a questa folle politica dell´incuria, intere pianure fluviali saranno prima devastate e poi evacuate: per la morte dell´Agricoltura e di ogni altra attività, ma per la gioia di questi Marpioni in tuta mimetica.
Nell´interesse di tutti, soprattutto dei tanti giovani che militano nel movimento ambientalista, urge avviare un serio dibattito tecnico e culturale sulle balle raccontate da Costoro. Spero che questo scritto stimoli qualche iniziativa in tal senso.
Il rischio idraulico è ormai incombente ed altissimo in tutte le pianure fluviali, ed anche le città attraversate dai fiumi sono dappertutto a rischio link 11. Basta un acquazzone e Roma si allaga. La causa è sempre la stessa: non c´è più il giusto equilibrio tra i canali di scolo (e tombini) ed il fondo alveo del Tevere. Il quale si è innalzato di quota, a causa della progressiva sedimentazione dell´apporto solido, e quindi non funge più da corretto livello di base del reticolo idrografico sotteso.
Il materiale che arriva in alveo, si sa, proviene dalla erosione del suolo: un fenomeno questo, che Leonardo da Vinci descrive così: l´Acqua disfa li monti e riempie le valli, e vorrebbe ridurre la terra in perfetta sfericità, s´ella potesse. E´ un processo naturale che incide sull´evoluzione della crosta terrestre.
Ogni volta che piove, l´azione meccanica dell´acqua asporta dai rilievi uno strato di terra, per gravità lo trascina a valle, e quivi lo deposita. E´ un processo inarrestabile ed irreversibile: – che può essere al massimo contenuto sui rilievi e versanti; – che va invece assecondato a valle: con la pulizia dei fiumi, e con il controllo del delicato equilibrio tra l´alveo fluviale ed il rispettivo reticolo idrografico.
Quanto agli alberi presenti in alveo, essi rappresentano il maggior pericolo. In caso di piena la vegetazione in alveo provoca una drastica riduzione alla velocità della corrente (di oltre il 50%) Ne consegue l´innalzamento del livello idrico. Che superando la sommità delle sponde provoca l´esondazione. Ma può accadere anche di peggio.
L´innalzarsi del livello idrico ed il conseguente aumento della spinta dell´acqua, provocano lo sradicamento della vegetazione. Il cui accumularsi verso valle va a formare un tappo: una vera e propria diga. Il livello continua ad innalzarsi fino a quando il tappo cede, ed allora “esplode” la bomba d´acqua, con gli effetti disastrosi che abbiamo visto e sentito durante le recenti alluvioni.
Ma tutto questo viene ignorato dai nostri tecnici ufficiali, ed ha prevalso il menefreghismo e l´Ignoranza. link 12 Il loro compito dovrebbe essere quello di vigilare sul territorio; di valutare il grado di rischio e di intervenire per ridurlo, sulla base di un criterio oggettivo stabilito dalle leggi: la sezione di deflusso (art. 2, legge 365/2000). Cioè l´ampiezza che ogni alveo deve avere per poter contenere la portata idrica di ritorno trentennale. Invece si pensa solo ad allontanare l´uomo dai fiumi. Ed a pianificare più ampie fasce di rispetto.
In sintonia con questa consolidata prassi, durante i recenti disastri, il Ministro dell´Ambiente ha annunciato che bisogna aggiornare le mappe. Che significa interdire larghe fasce di territorio: da insediamenti o altro uso produttivo. Di questo passo saremo costretti ad evacuare anche le città di pianura, e ritornare dov´eravamo 4mila anni fa.
Oltretutto, il materiale litoide presente negli alvei è una grande risorsa mineraria, e potrebbe costituire una notevole Entrata erariale. Ma non si deve toccare… per la gioia e l´interesse delle cave private. Che in questo modo hanno campo libero sul mercato degli inerti. Infatti, mentre nel Po ed affluenti si sono accumulati montagne di inerti – intoccabili – la pianura padana è diventata una groviera.
Con l´aiuto di Google Earth si potrebbe fare una verifica (simile a quella sopra citata per il Basento) sulla situazione del territorio nazionale, riguardo a:
– 1) le migliaia di ettari di terreno sottratto all´agricoltura ed occupato dai fiumi negli ultimi otto anni, a causa delle ricorrenti esondazioni;
– 2) le centinaia di “laghetti” esistenti nelle pianure fluviali che altre non sono che cave attive o esaurite, e quindi altre migliaia di ettari di terreno sottratto a migliori usi;
– 3) le centinaia di impianti sorti nelle vicinanze dei fiumi, ed incentivati come il nostro da contributi statali, ma poi bloccati ed andati in disuso.
Facendo un po´ di conti, risulterebbe un danno per lo Stato di diversi miliardi di euro: per contributi erogati e vanificati; per le migliaia di posti di lavoro andati persi; per aver occultato e disperso un´immensa risorsa mineraria pubblica: gli inerti fluviali.
Siamo al massimo della Follia.
Prima che diventasse un´appendice del Ministero dello Sviluppo; prima che cambiasse nome e fosse svuotato delle sue funzioni (trasferite alle Regioni) c´era il Ministero dei Lavori Pubblici. Era un grande ministero, il più antico (1861), il più importante e comunque l´unico che presidiava il territorio nazionale con gli uffici del Genio Civile; che vigilava lungo i fiumi con il Guardiano dell´acqua; che controllava le portate idriche con le stazioni del Servizio Idrografico; che attendeva alla salvaguardia del territorio: nella cultura ingegneristica, nella logica della prevenzione.
In coincidenza con quel periodo si era sviluppato, lungo tutti i fiumi d´Italia, una rete di centinaia di impianti come il nostro, che operavano sotto il diretto controllo del Genio Civile: unico ufficio preposto alla salvaguardia del territorio. Altra coincidenza è che allora le alluvioni erano molto più rare. Se si ripristinasse una struttura simile avremmo miliardi di danni in meno per tutti, e minor lavoro per la Protezione Civile.
Se invece si continua con l´attuale politica – e nessuno pensa alla prevenzione – potremmo fare a meno di Ministeri e Regioni, ed affidarci in tutto e per tutto, vivi e/o morti, alla Protezione Civile. Che così potrebbe: progettare altre emergenze; programmare altri disastri; ordinare altri interventi. E potrebbe anche dotare gli italiani di qualche portafortuna: un cornicino… un ferro di cavallo… ecc….
Al posto del Genio Civile di una volta, vi sono ora 14 uffici in Regione Basilicata. Che fanno a gara ad accaparrarsi scampoli di competenza ma cercano di evitare ogni responsabilità. Sono molto bravi a praticare lo scaricabarile, ad occultarsi davanti ai problemi. Incollati come sono alla poltrona, hanno perso ogni contatto con il territorio.
Il primo nodo da sciogliere è proprio questo: siamo di fronte ad un vero e proprio Disastro Istituzionale, generato dalla politica che ha governato in questi venti anni.
E´ auspicabile dunque che il Governo Monti rifletta su tutto questo, e che nell´annunciato programma di Riforme Strutturali provveda innanzitutto a riformare la Pubblica amministrazione; – che faccia pulizia della boscaglia di uffici e poltrone, e riunisca presso un solo ufficio la competenza: su gestione dei fiumi, sicurezza del territorio e salvaguardia delle infrastrutture: strettamente legate tra loro.
Che metta fine: – alle procurate emergenze; – alle gestioni commissariali; – alle conferenze di servizio; – alle strutture parallele, tra cui il C.I.P.E.: che non si sa bene a quali ordini risponda, ed usa i metodi di Tangentopoli. link 13
Che faccia pulizia delle procedure d´appalto truffaldine. Tra cui il metodo della offerta economicamente più vantaggiosa, imposta da Direttive CEE: incredibile ma vero. Metodo che consente di pilotare la gara, come sostiene una sentenza del TAR Lazio. link 14 Che chiude le porte alla libera concorrenza. Trasforma la gara in una partita al mercante in fiera, in cui l´opera è solo una “base” per costruirci l´Operazione spartitoria. Produsse la prima Tangentopoli. Fu per questo abrogata nel 1994. Ma poi reintrodotta nel 2006. Giusto in tempo per alimentare la seconda. link 15
E´ sperabile inoltre che rifletta sul regime fiscale IVA, che invece di aumentare le entrate, incrementa l´evasione. Sarebbe forse il caso di ritornare al regime IGE: imposta generale sull´entrata: dall´importo certo e da versare subito. L´IVA invece (imposta sul valore aggiunto) è dall´importo incerto (la differenza tra l´iva incassata e quella pagata) e da versare a fine periodo fiscale. C´è quindi il tempo per ridurla o azzerarla: basta una fattura falsa e il gioco è fatto. Il recente aumento dell´aliquota incrementerà solo il fatturato delle Cartiere. A mio avviso produrrebbe più gettito il 5% di IGE versata subito anziché il 20% di IVA, da versare in forse e chi sa quando.
Sono questi alcuni dei canali usati per convogliare le risorse, pre-destinate, verso Tangentopoli. Una buona metà dell´attuale Debito Pubblico è passato da questi canali.
Merita infine un cenno la legge Bassanini. Concepita a seguito del tintinnio di manette (nel periodo di Mani pulite) e con l´intento di scaricare la responsabilità degli atti della P.A. sulla Burocrazia, con questa legge i Politici si sono “liberati” del potere decisionale. Hanno abdicato a favore della Burocrazia, rinunciando alla prerogativa ch´è propria della Politica. E quindi, non dovendo rispondere degli Atti, non hanno interesse a conoscere la qualità delle decisioni. Da qui nasce la loro ignoranza verso la gestione, ed il generale degrado della Politica.
Signori del ponte di Comando, da passeggero insieme a tutti Voi di questa nave, Vi prego di riflettere, fare chiarezza e riformare questo cervellotico sistema. E´ importante che lo facciate prima di partire per la rotta di “Cresci-Italia”. Altrimenti l´unica che crescerà sarà Tangentopoli, e l´Italia continuerà ad affondare.
Sicuro di aver reso, con questo scritto, un servigio nell´Interesse Generale del mio Paese. Spero che serva a stimolare qualche dibattito sulle varie questioni accennate. Sono disponibile per ulteriori approfondimenti e chiarimenti. Resto in attesa di un Vostro cortese riscontro. Vi auguro buon lavoro. Distinti saluti.
Nicola Bonelli