Stabilizzazione Covid, Fp Cgil: “Solo 1 sanitario su 4 è stato stabilizzato. Ritardi inaccettabili. Regione Basilicata convochi con urgenza i sindacati”. Di seguito la nota integrale.
A distanza di un mese dalla precedente richiesta di convocazione sulle stabilizzazioni dei precari Covid, la Regione non ha battuto nessun colpo e la situazione è rimasta invariata, con ritardi non più sostenibili. Su 430 candidature per la stabilizzazione dei 18 mesi di dipendenti a tempo determinato dell’azienda ospedaliera San Carlo, dell’Irccs Crob e dell’Asp, 347 sono state le ammissioni e solamente 83 le stabilizzazioni.
72 su 190 per il San Carlo, 11 su 11 per il Crob e 0 su 146 per Asp, unica azienda del servizio sanitario regionale a non aver ancora proceduto alla stabilizzazione dei lavoratori in posizione utile in graduatoria e rientranti nel 50% dei posti disponibili, secondo quanto stabilito in sede regionale, nei Piani dei fabbisogni di personale. Numeri dei quali è difficile dirsi soddisfatti considerando che neppure 1 lavoratore su 4 è stato ad oggi stabilizzato, nonostante le gravi carenze di personale delle nostre aziende e la necessità di tenere strette le importanti risorse umane operanti nella nostra sanità, che tanto hanno contribuito a reggere l’onda d’urto della pandemia e garantire il diritto alla salute
È indispensabile superare la precarietà e farlo in tempi celeri. La Regione Basilicata si era impegnata in fase di accordo, all’assunzione di tutti i precari che avevano maturato i requisiti alla stabilizzazione entro il 2023, che a quella data risultava essere il limite temporale imposto dalla normativa nazionale per concludere l’iter di stabilizzazione dei precari. Non difficile immaginare come sarebbe stato possibile mantenere gli impegni e le promesse con questi presupposti e questi numeri se non fosse,fortunatamente, intervenuta la legge di Bilancio prima e adesso il Mille proroghe che, nel testo emendato al Senato ha recepito alcuni degli emendamenti della Fp Cgil, estendendo il periodo per il possesso dei requisiti utili alla stabilizzazione precari Covid fino al 31 dicembre 2024 (ora 31/12/23), di cui almeno 6 nel periodo tra il 30 gennaio 2020 e il 31 dicembre 2022 (ora 30/6). Estesa, inoltre, la platea dei destinatari al personale del ruolo amministrativo e la possibilità di essere stabilizzati, previa procedura selettiva, anche al personale con contratti di lavoro flessibile, diversi dal tempo determinato, che abbiano lavorato nel periodo di emergenza Covid. Rimane il nostro impegno per stabilizzare i precari della ricerca, ancora una volta ignorati, così come il personale del ruolo tecnico e professionale, e per sbloccare i tetti di spesa del personale.
Se le novità contenute nel Mille proroghe permetteranno ad altre centinaia di precari, rimasti fuori in prima applicazione, di entrare nella platea di coloro che possono aspirare a un contratto a tempo indeterminato attraverso la stabilizzazione, diventa più che mai imprescindibile accelerare sulle assunzioni degli idonei nelle attuali graduatorie, ricordando che le limitrofe regioni Campania e Puglia hanno già effettuato al 100% le stabilizzazioni del personale rientrante con i precedenti requisiti, nonché effettuare un aggiornamento della ricognizione del nuovo personale che ha maturato, al momento, i requisiti.
Alla luce di tutto ciò, riteniamo occorra attivare celermente un confronto tra le organizzazioni sindacali e la Regione, per non rischiare che operatori restino esclusi e fuoriescano dal sistema, valutando anche la possibilità che alcune figure vengano assunte da Aziende diverse da quelle in cui risultano in graduatoria.
È necessario, inoltre, prevedere immediatamente la proroga di tutti i contratti in scadenza nei
prossimi mesi nelle more sia del perfezionamento dei requisiti che della conclusione delle procedure di stabilizzazione.
Torniamo a chiedere un incontro e un confronto urgente sul tema alla Regione, al fine di individuare percorsi condivisi e certi, dando risposte ai tanti precari che affollano le corsie della nostra martoriata sanità regionale.