Per i bed & breakfast è la stagione d’oro: se a livello nazionale hanno decuplicato il loro giro d’affari, con un aumento di 5-600 unità in un solo anno (complessivamente 24-25 mila), in Basilicata dove rappresentano solo lo 0,7%, i piccoli numeri (195 le strutture censite dal C.S. Thalia) hanno prodotto comunque grandi economie. Intanto – sottolineano gli operatori del C.S. Thalia – si sono verificati da noi quattro fenomeni interessanti: l’incremento dei b&b, che non è per nulla scontato o di tendenza come si potrebbe credere, tenuto conto che il fondo in dotazione della LR 24/2008 è stato da tempo “prosciugato” dalle numerose domande e quindi in molti hanno fatto investimenti in proprio; la crescente qualità dell’offerta di ospitalità “in casa propria” soprattutto a Matera nei Sassi e subito dopo nell’area Dolomiti Lucane e nel Vulture-Melfese; i benefici per l’economia locale in quanto gli ospiti “consumano” in ristoranti e in acquisti nei nostri comuni, con un effetto moltiplicatore di ricadute economiche; a scegliere la formula “letto e prima colazione” non sono più solo i turisti stranieri, ma anche gli italiani che sempre più spesso dimostrano di amare il carattere familiare e meno formale di questa tipologia di soggiorno.
Gli stessi proprietari d’immobili – evidenziano gli operatori del Thalia – oggi preferiscono questa forma d’investimento rispetto ad altre “entrate”, sia per le minori complicazioni burocratiche sia per gli aiuti finanziari che ne derivano: meno tasse, meno problemi legati a contratti di affitto e nessun obbligo di aprire la partita Iva. I bed & breakfast infatti sono nati come attività occasionale e non rientrano in quelle esercitate per professione abituale. Sono stati regolamentati dalle Regioni più di 20 anni fa (da noi più di recente) e nonostante la formula sia rimasta pressoché invariata, si sono notevolmente modificate le strutture stesse e le relative tariffe, le quali hanno spesso abbandonato la caratteristica di economicità che le caratterizzava in origine, a favore di prezzi paragonabili a quelli delle camere di hotel a tre stelle. Dunque il segreto del successo è nella capacità di offrire ospitalità e occasioni-opportunità di turismo “ad occhi aperti”. Da noi non mancano in proposito esempi specifici di formula innovativa: è il caso del B&B Casa Laviano a Melfi, segnalato da Tripadvisor per le decine e decine di segnalazioni-recensioni entusiastiche degli ospiti (”il posto del cuore, come sentirsi a casa”) e che il C.S. Thalia indica come “originale formula di ospitalità di un intero territorio, una soluzione ideale per visitare il Vulture-Melfese”. Oggi nel palazzo “Laviano”, nato agli inizi del ‘900 rivivono atmosfere d’amore e di ospitalità. Le sue camere offrono il piacere dell’ospitalità, il calore della cortesia e l’atmosfera familiare. La struttura, situata nel centro di Melfi all’ombra dell’architettura di Federico II, è vicina alla Porta Venosina, alla Cattedrale e al Castello con all’interno il Museo Archeologico Nazionale. Adriano e Rosalinda sono riusciti a creare le condizioni di un soggiorno unico e indimenticabile, grazie al quale la fantasia e la realtà si fondono in un’armonia di suoni, colori e calore. Per gli ospiti tante proposte di itinerari eno-gastronomici lungo le strade del vino che, secondo una stima prudenziale sui dati esistenti e basati sulle analisi del IV Rapporto Censis-Città del Vino hanno un fatturato nazionale che si aggira intorno ad 1,5-1,8 milioni di euro. Oltre al vino, ci sono gli itinerari culturali ed ambientali che richiedono “la necessità di idee creative”, proprio come quelle avviate di recente da Adriano e Rosalinda, con il “week end del piacere” a Melfi prendendo per la gola (cucina tipica) e per “gli occhi” (beni culturali e naturalistici) gli ospiti : il recupero cioè di freddezza e razionalità nell’analisi per individuare strategie efficaci e risorse adeguate a sostenere i progetti, magari con più convinzione e consapevolezza da parte pubblica per non lasciare sola piccola imprenditoria dell’ospitalità.
E l’ultimo rapporto dell’Istituto di statistica su “Viaggi e Vacanze in Italia e all’estero” segnala che le preferenze dei turisti stanno realmente cambiando: oggi è negli alloggi privati (tra i quali sono appunto inclusi i B&B) che si trascorre il 61,5% delle notti, contro il 52,7% delle strutture collettive. La scelta degli alloggi privati ha un’incidenza più alta non solo nel caso delle vacanze brevi (51,6%), ma anche per quelle di lunga durata (66,3%), mentre l’utilizzo delle strutture collettive prevale solo tra i pernottamenti spesi in occasione di viaggi di lavoro (84,2%).
Per il C.S. Thalia, infine, la stagione d’oro impone: il rifinanziamento della LR 24/2008 (compito purtroppo del Consiglio regionale che verrà); la costituzione di una rete lucana di B&B; un’Agenzia regionale per sottrarsi al predominio dei due-tre siti web che “controllano” il mercato; l’attuazione di campagne tematiche per superare il problema della scarsa presenza in autunno-inverno che, ad esempio, a Melfi si riesce a risolvere puntando sulla Sagra della Varola e sulla vendemmia-aglianico; una più puntuale regolamentazione regionale (di recente o hanno fatto Puglia ed Umbria) di questo tipo di ricettività turistica.
Ago 30
Ma come! Una stagione d’oro senza sparare musica ad alto volume? Non ci credo. Ma che turismo è questo?
ridicolo, e fai atrtenzione che la finanza prima o dopo controllera anche i B&B
Sig. Montemurro faccia poco lo spiritoso e continui a stare sotto la gonna del politico di turno…forse è facile trovare l’oro senza rispettare le regole o le leggi?
E’ una domanda sia ben chiaro, ma mi piacerebbe sapere vi è la residenza del proprietario in tutti i b&b di matera? sono chiusi 2 mesi “consecutivi” come per legge? hanno massimo 4 camere? pagano la tassa sull’insegna?
Se ogni esercente a Matera facesse come vorrebbe si troverebbe l’oro per terra!!!!
I Controlli per tutto e per tutti….non solo per la musica alta!!
Mi piacerebbe ancora sapere la sanzione per le bandierine della Fiera 2012….ah dimenticavo li non ci sono sanzioni!!!
RIDICOLI
Studio interessante, un’analisi di questi giorni nell’isola di Capri rivelava lo stesso successo. Ma come spesso accade quando si parla di bed and breakfast ci sono degli errori su cui è bene fare luce.
PEr es.non è vero che si pagano meno tasse, poiché mentre un hotel ha una tassazione fissa il gestore del B&B paga le tasse in base allo scaglione dove finisce sommando i suoi lavori agli introiti. (poi se uno non fa le ricevute, è un evasore,ma questo può accadere in qualsiasi altra struttura, a meno che (e non lo escluderei, ma è una percezione su cui non mi risultano esserci studi) che l’entrare in contatto con il gestore (non parlo dei finti B&B, of course) crea una familiarità momentanea che è la stessa per cui molti cittadini italiani non chiedono loscontrino specie al negoziante fiducia
Non è neanche vero che gli italiani preferiscono il carattere familiare, magari fosse così. LA maggior parte degli ospiti di un B&B, se sono italiani, si meraviglia se il proprietario vive (come deve essere per legge) in quella casa, segnale grave perché indica che più che familiarità si cerca economicità ma con livelli da hotel, il che svilisce il senso del B&B.
Infine il B&B è un’attività non commericale, o almeno nasce per questo motivo ed è normata apposta così: poche stanze, occasionalità che significa chiusura di min. 3 mesi, in emilia romagna 6 o giu di lì, minori problemi burocratici all’apertura.
Iin Puglia recentemente hanno cambiato la legge per dividere quelli a gestione familiare da quelli commerciali, idea intelligente ma che andava accompagnata da un cambio di nome della tipologia, chiamarli entrambi B&B non permette di capire al turista chi fa un pur legittimo business (e va assoggettato a norme commerciali) da chi rispetta (pochi o molti che siano) il carattere familiare e originario del B&B. DA qui il dubbio e la critica al Centro Studi: perché bisognerebbe finanziarli?